29 - Milano - Teatro dell'Arcimboldi, 25 settembre 2013
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Re: 29 - Milano - Teatro dell'Arcimboldi, 25 settembre 2013
Ciao tutto bene?ariadne ha scritto:sono presente a momenti, grazie delle notizieisrain ha scritto:@Ari... ci sei?
israin- Parlo parlo parlo
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Re: 29 - Milano - Teatro dell'Arcimboldi, 25 settembre 2013
comunque se non sbaglio mancano all' appello pezzi di Solo 2.0 ( è finito ora )
Levnicolaievic- Parlo parlo parlo
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Re: 29 - Milano - Teatro dell'Arcimboldi, 25 settembre 2013
è vero.... anche Tonight.....mannaggia....Levnicolaievic ha scritto:comunque se non sbaglio mancano all' appello pezzi di Solo 2.0 ( è finito ora )
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Re: 29 - Milano - Teatro dell'Arcimboldi, 25 settembre 2013
sì @ Israin tutto bene, mi pare che anche a Milano vada benissimo, mi piacerebbe tanto , una volta, assistere ad una prima data, credo ci sia un'atmosfera speciale, e che Marco dia sempre il massimo.
io ho avuto il mio "Mengoni day" comunque, auguro a tutte quelle fra noi che non l'hanno mai ascoltato "live alive", di poterlo fare al più presto
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ariadne- Parlo parlo parlo
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Re: 29 - Milano - Teatro dell'Arcimboldi, 25 settembre 2013
grazie...lo spero anch'ioariadne ha scritto:sì @ Israin tutto bene, mi pare che anche a Milano vada benissimo, mi piacerebbe tanto , una volta, assistere ad una prima data, credo ci sia un'atmosfera speciale, e che Marco dia sempre il massimo.
io ho avuto il mio "Mengoni day" comunque, auguro a tutte quelle fra noi che non l'hanno mai ascoltato "live alive", di poterlo fare al più presto
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Re: 29 - Milano - Teatro dell'Arcimboldi, 25 settembre 2013
Vabbè.....la musica è finita....gli amici se ne vanno....
e vado pure io....notte a tutti
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Re: 29 - Milano - Teatro dell'Arcimboldi, 25 settembre 2013
probabilmente farà le canzono del dvd, in fondo, questa tranche, può considerarsi un tour promozionale.israin ha scritto:è vero.... anche Tonight.....mannaggia....Levnicolaievic ha scritto:comunque se non sbaglio mancano all' appello pezzi di Solo 2.0 ( è finito ora )
buonanotte a tutte
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Re: 29 - Milano - Teatro dell'Arcimboldi, 25 settembre 2013
Sarà così....ma mi spiace tanto per Tonighit....ultimamente mi ci sono affezzionata
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Re: 29 - Milano - Teatro dell'Arcimboldi, 25 settembre 2013
Ciao Iper, sono arrivata adesso a casa perché a furia di chiaccherare in macchina abbiamo sbagliato strada. Serata alla grande ,come sapete già un paio di canzoni sono rimaste fuori , in compenso ha fatto tantissimi scat favolosi.
Era anche molto bella ritrovarsi al solito bar con Liz , sua amica, Jamila e alla fine Son e Cibi .
Buona notte.
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Erika- Parlo parlo parlo
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Re: 29 - Milano - Teatro dell'Arcimboldi, 25 settembre 2013
Modalità ON: "sorriso ebete post concerto"
In velocità e per nostra conoscenza due particolari 8forse di poco conto....boh?)
1 Oltre a Fegiz ieri sera era Canova al mixer ed una delegazione SONY, Marco li ha citati nei ringraziamenti.
2 Nel rissunto della "sua vita/carriera" a sboffonchiato il fatto che all'ingresso ad XF, invece di dover superare 4 provini, da sfigato, ne ha dovuto sostenere 5:risata 2:
3 Arrivato al capitolo dopo XF ha detto (all'incirca): "....poi.......via subito a Sanremo.... poi bisticci con Morgan e poi.....ecc.ecc." (con molta semplicità e soprattutto con moltissima leggerezza e tranquillità)
4 In chiusura, prima di Una Parola ha cantato PAC in versione inglese......(libidine mia!!! )
E' buffissimo quando fa questo riassunto....
In velocità e per nostra conoscenza due particolari 8forse di poco conto....boh?)
1 Oltre a Fegiz ieri sera era Canova al mixer ed una delegazione SONY, Marco li ha citati nei ringraziamenti.
2 Nel rissunto della "sua vita/carriera" a sboffonchiato il fatto che all'ingresso ad XF, invece di dover superare 4 provini, da sfigato, ne ha dovuto sostenere 5:risata 2:
3 Arrivato al capitolo dopo XF ha detto (all'incirca): "....poi.......via subito a Sanremo.... poi bisticci con Morgan e poi.....ecc.ecc." (con molta semplicità e soprattutto con moltissima leggerezza e tranquillità)
4 In chiusura, prima di Una Parola ha cantato PAC in versione inglese......(libidine mia!!! )
E' buffissimo quando fa questo riassunto....
Sonsoles- Parlo parlo parlo
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Re: 29 - Milano - Teatro dell'Arcimboldi, 25 settembre 2013
....................................ecco...................
Put the light on.......
Ciao @Erika, ciao @Son
Sindrome da Dopo Concerto: le 9 fasi della depressione post-live
By Veronica TheBeast Drago on 25/09/2013 inMusica
Per un fan accanito di musica non c’è nulla di più significativo dell’assistere all’esibizione della band o dell’artista del cuore e tutti, almeno una volta nella vita, hanno vissuto il rientro a casa e le fasi successive di “ritorno alla realtà” dopo il live oscillando all’interno di una condizione psicologica simile a una specie di lutto. Facendo una rapida ricerca sul web ho scoperto che questo stato d’animo viene chiamato “depressione post concerto” e si manifesta in 9 fasi che funzionano più o meno così:
Fase Uno – Euforia
Si tratta di quella fase che vi assale subito dopo il termine del concerto, fase in cui vi circolano ancora in corpo i residui delle sensazioni esaltanti provate durante il live. Generalmente l’euforia si manifesta mentre siete diretti verso l’uscita del locale, confondendovi ancora di più i neuroni e impedendovi di decidere se mettervi subito in coda nel traffico, fermarvi ore davanti al tavolo del merchandising per scegliere quale t-shirt portarvi a casa o andare a schiacciarvi contro una transenna accanto al tour bus dei vostri idoli, cantando (e probabilmente piangendo) nell’attesa di poter incrociare il loro sguardo per accaparrarvi un autografo, una stretta di mano o un semplice saluto. Nel caso in cui sceglieste quest’ultima opzione sappiate che la fase euforica risulterà notevolmente prolungata. Deliranti.
Fase Due – Riflessione
Trattasi di fase analitica che rappresenta quegli istanti in cui vi fermate a ripercorrere tutto ciò che è successo durante il concerto. La fase riflessiva può svolgersi secondo due modalità opposte: riflessione introspettiva, nel caso in cui la viveste in religioso silenzio chiusi in voi stessi, e riflessione estrinseca, nel caso in cui non riusciste a trattenervi dal parlarne con i vostri amici, parenti, vicini di casa, estranei all’Autogrill. Alcune persone decidono di sfruttare la loro fase riflessiva per riversare i propri pensieri e giudizi nella stesura di un report scritto, di uno stato su Facebook o nel caricamento online (una volta avremmo parlato di sviluppo) delle fotografie scattate durante la serata. Durante questa fase vi trovate spesso a coniare massime grandiose, spiegando come la vostra band preferita possa essere la salvatrice del rock’n’roll e come abbiate deciso di diventarne i fan numero uno sostenendola fino alla morte e portandola con voi nella tomba (fase riflessiva iperbolica). Esagerati.
Fase Tre – Realizzazione
Ecco, lo avete fatto davvero, avete appena affermato che lo show a cui avete assistito ha completamente cambiato la vostra vita. Bravi! Sappiate che arrivati a questo punto siete sulla vetta del monte “Gasato”, over the top, siete pieni zeppi come uova di entusiasmo ma… è esattamente da questo momento in avanti che iniziate a sentire una specie di nausea, un formicolio nella pancia, vedete tutto un po’ più grigio; si chiama tristezza e si sta insinuando sempre più velocemente in voi! State iniziando a realizzare, appunto, che un’esperienza del genere non vi ricapiterà mai più e che non potrete più sperimentare quelle sensazioni provate sotto al palco; ne volete ancora, ma proprio non riuscite a riprodurle. Tutte le vostre foto e i vostri appunti non sono stati in grado di catturare davvero l’essenza e la bellezza di ciò che avete vissuto, mettetevi l’anima in pace, quel che è stato è stato. Rassegnati.
Fase Quattro – Realtà
Il giorno dopo il concerto siete tornati alla vita di tutti i giorni, solita routine, solite dannate abitudini, solita esistenza che ora vi sembra ancora più noiosa e vuota dopo una notte come quella appena trascorsa! La depressione sta cercando di defluire dal vostro animo e probabilmente, per accelerarne il processo, inizierete a vaneggiare sui banchi di scuola, in ufficio, nelle aule universitarie, sproloquiando e urlando frasi incazzate del tipo: “Questa non è vita! Quella di ieri sera lo era! Quello era essere vivi! Questo è semplicemente vivere, trascinarsi nell’esistenza, non è Vita!”. Filosofi.
Fase Cinque – Emarginazione
Per cercare di completare il processo di rinascita e tirarsi su il morale, spesso può capitare di voler tentare a tutti i costi di ritornare alla Fase Due, quella di Riflessione, ripercorrendo mentalmente le tappe dello show e condividendole con chi non ha partecipato all’evento (una specie di espansione della Riflessione Estrinseca). La maggior parte degli estranei al concerto vi risponderà con un “Wow, figata” o al massimo con un “Eh sì, dev’essere stato proprio fantastico”. Questo non farà altro che aumentare la distanza che ora risiede tra voi e il resto della misera umanità che non può comprendere quanto epico sia stato il live dei vostri idoli: “Ma tu proprio non capisci! Una figata? E’ stato paz-ze-sco. Anzi! Era molto più di tutto questo, non puoi capire!”. Infatti chi è di fronte a voi proprio non vi comprende visto che non riuscite ad articolare una frase di senso compiuto: siete ormai totalmente persi ed estraniati dalla società. Arrivati a questo punto vi sentite abbandonati, emarginati, cercate in ogni dove qualcuno che fosse presente allo spettacolo ma tutti sembrano tragicamente scomparsi, inghiottiti da chissà quale buco nero. Reietti.
Fase Sei – Stalking
D’accordo, ormai è appurato, le persone che vi circondano direttamente proprio non vi comprendono ma voi di vivere nell’emarginazione musicale proprio non ci state. Comincia la fase stalking, quel lasso di tempo che passate alla ricerca compulsiva di persone attraverso le quali poter rivivere indirettamente ciò che avete passato quella sera, stalker come voi. Partite dunque all’attacco sondando il Web e i Social Network alla ricerca di fanbase organizzate nelle quali racimolare i contatti di chi parteciperà alle prossime date dei vostri amati implorandoli di condividere con voi ciò che vivranno (o di portarvi con loro) e di liste di partecipanti al concerto a cui avete assistito tramite gli eventi di Facebook, digitando hashtag all’impazzata su Twitter e frugando tra i tag di Tumblr e Youtube. Fareste qualsiasi cosa pur di raggiungere di nuovo lo stato d’animo della Fase Uno, anche organizzare una spedizione di massa per strisciare davanti alla sede dello staff della band, realmente o virtualmente che sia. Determinati.
Fase Sette – Perdita del controllo
L’impulsività si è impadronita di voi, avete realizzato che la vostra esistenza sola e senza vita può essere colmata solo da ciò che vi ha scaraventati in questa difficile situazione: un concerto. Spostate la vostra ricerca dai Social Network ai siti LiveNation, TicketOne, BandsInTown, Rockon, VivoConcerti e qualsiasi altra piattaforma in cui poter visualizzare la lista dei prossimi live in programma; anche qualora la prossima data dovesse tenersi nell’altro globo terrestre voi siede determinati ad acquistarne il biglietto: “Isole Chatham? Sì, è una buona idea, in fondo la Nuova Zelanda non è poi così lontana!”. Non vi ferma nemmeno il prezzo esorbitante dato dal totale ingresso+viaggio, spenderete un sacco di soldi, tutti quelli che avete nel ”salvadanaio concerti”, pur di sentirvi di nuovo vivi… suona un po’ come una droga. Ecco, siete questo. Drogati.
Fase Otto – Accettazione
Sì, siete un caso disperato di dipendenza da live e sì, avete intenzione di andare a quel concerto alle Isole Chatham perché avete un motivo valido per giustificarlo: “E se fosse il loro ultimo tour?”, “E se si dovessero sciogliere subito dopo?”. Indossate la camicia di forza e tornate con i piedi sul suolo terrestre, accettate l’evidenza. Un viaggio in Nuova Zelanda vi costa circa 1500 euro, se vi va bene, e 33 ore di volo; sul serio, dove volete andare?! Potete svenare il conto in banca, organizzare la delirante trasferta e acquistare quel dannato biglietto oppure realizzare che le circostanze non sono certo favorevoli e accettare il fatto che dovrete attendere il prossimo concerto nelle vostre zone o, almeno, all’interno della vostra Nazione. Maturi.
Fase Nove – Resurrezione
Finalmente tutti i sintomi post-concerto stanno svanendo e presto sarete di nuovo in grado di guardare le vostre fotografie dello show non come riflessi senza vita di una notte che nessuno potrà restituirvi, bensì come pezzi di memoria, quella memoria che vi darà sostegno e sostentamento fino al prossimo live, fino a quando, dunque, sarete nuovamente vittime di questa piacevole tortura. Sopravvissuti.
Ispirazione e Fonte: Altpress.com
http://www.rockon.it/musica/sindrome-concerto-le-9-fasi-della-depressione-post-live/?fb_action_ids=564556620259140&fb_action_types=og.likes&fb_ref=below-post&fb_source=other_multiline&action_object_map=%7B%22564556620259140%22%3A1402034946692245%7D&action_type_map=%7B%22564556620259140%22%3A%22og.likes%22%7D&action_ref_map=%7B%22564556620259140%22%3A%22below-post%22
Put the light on.......
Ciao @Erika, ciao @Son
Sindrome da Dopo Concerto: le 9 fasi della depressione post-live
By Veronica TheBeast Drago on 25/09/2013 inMusica
Per un fan accanito di musica non c’è nulla di più significativo dell’assistere all’esibizione della band o dell’artista del cuore e tutti, almeno una volta nella vita, hanno vissuto il rientro a casa e le fasi successive di “ritorno alla realtà” dopo il live oscillando all’interno di una condizione psicologica simile a una specie di lutto. Facendo una rapida ricerca sul web ho scoperto che questo stato d’animo viene chiamato “depressione post concerto” e si manifesta in 9 fasi che funzionano più o meno così:
Fase Uno – Euforia
Si tratta di quella fase che vi assale subito dopo il termine del concerto, fase in cui vi circolano ancora in corpo i residui delle sensazioni esaltanti provate durante il live. Generalmente l’euforia si manifesta mentre siete diretti verso l’uscita del locale, confondendovi ancora di più i neuroni e impedendovi di decidere se mettervi subito in coda nel traffico, fermarvi ore davanti al tavolo del merchandising per scegliere quale t-shirt portarvi a casa o andare a schiacciarvi contro una transenna accanto al tour bus dei vostri idoli, cantando (e probabilmente piangendo) nell’attesa di poter incrociare il loro sguardo per accaparrarvi un autografo, una stretta di mano o un semplice saluto. Nel caso in cui sceglieste quest’ultima opzione sappiate che la fase euforica risulterà notevolmente prolungata. Deliranti.
Fase Due – Riflessione
Trattasi di fase analitica che rappresenta quegli istanti in cui vi fermate a ripercorrere tutto ciò che è successo durante il concerto. La fase riflessiva può svolgersi secondo due modalità opposte: riflessione introspettiva, nel caso in cui la viveste in religioso silenzio chiusi in voi stessi, e riflessione estrinseca, nel caso in cui non riusciste a trattenervi dal parlarne con i vostri amici, parenti, vicini di casa, estranei all’Autogrill. Alcune persone decidono di sfruttare la loro fase riflessiva per riversare i propri pensieri e giudizi nella stesura di un report scritto, di uno stato su Facebook o nel caricamento online (una volta avremmo parlato di sviluppo) delle fotografie scattate durante la serata. Durante questa fase vi trovate spesso a coniare massime grandiose, spiegando come la vostra band preferita possa essere la salvatrice del rock’n’roll e come abbiate deciso di diventarne i fan numero uno sostenendola fino alla morte e portandola con voi nella tomba (fase riflessiva iperbolica). Esagerati.
Fase Tre – Realizzazione
Ecco, lo avete fatto davvero, avete appena affermato che lo show a cui avete assistito ha completamente cambiato la vostra vita. Bravi! Sappiate che arrivati a questo punto siete sulla vetta del monte “Gasato”, over the top, siete pieni zeppi come uova di entusiasmo ma… è esattamente da questo momento in avanti che iniziate a sentire una specie di nausea, un formicolio nella pancia, vedete tutto un po’ più grigio; si chiama tristezza e si sta insinuando sempre più velocemente in voi! State iniziando a realizzare, appunto, che un’esperienza del genere non vi ricapiterà mai più e che non potrete più sperimentare quelle sensazioni provate sotto al palco; ne volete ancora, ma proprio non riuscite a riprodurle. Tutte le vostre foto e i vostri appunti non sono stati in grado di catturare davvero l’essenza e la bellezza di ciò che avete vissuto, mettetevi l’anima in pace, quel che è stato è stato. Rassegnati.
Fase Quattro – Realtà
Il giorno dopo il concerto siete tornati alla vita di tutti i giorni, solita routine, solite dannate abitudini, solita esistenza che ora vi sembra ancora più noiosa e vuota dopo una notte come quella appena trascorsa! La depressione sta cercando di defluire dal vostro animo e probabilmente, per accelerarne il processo, inizierete a vaneggiare sui banchi di scuola, in ufficio, nelle aule universitarie, sproloquiando e urlando frasi incazzate del tipo: “Questa non è vita! Quella di ieri sera lo era! Quello era essere vivi! Questo è semplicemente vivere, trascinarsi nell’esistenza, non è Vita!”. Filosofi.
Fase Cinque – Emarginazione
Per cercare di completare il processo di rinascita e tirarsi su il morale, spesso può capitare di voler tentare a tutti i costi di ritornare alla Fase Due, quella di Riflessione, ripercorrendo mentalmente le tappe dello show e condividendole con chi non ha partecipato all’evento (una specie di espansione della Riflessione Estrinseca). La maggior parte degli estranei al concerto vi risponderà con un “Wow, figata” o al massimo con un “Eh sì, dev’essere stato proprio fantastico”. Questo non farà altro che aumentare la distanza che ora risiede tra voi e il resto della misera umanità che non può comprendere quanto epico sia stato il live dei vostri idoli: “Ma tu proprio non capisci! Una figata? E’ stato paz-ze-sco. Anzi! Era molto più di tutto questo, non puoi capire!”. Infatti chi è di fronte a voi proprio non vi comprende visto che non riuscite ad articolare una frase di senso compiuto: siete ormai totalmente persi ed estraniati dalla società. Arrivati a questo punto vi sentite abbandonati, emarginati, cercate in ogni dove qualcuno che fosse presente allo spettacolo ma tutti sembrano tragicamente scomparsi, inghiottiti da chissà quale buco nero. Reietti.
Fase Sei – Stalking
D’accordo, ormai è appurato, le persone che vi circondano direttamente proprio non vi comprendono ma voi di vivere nell’emarginazione musicale proprio non ci state. Comincia la fase stalking, quel lasso di tempo che passate alla ricerca compulsiva di persone attraverso le quali poter rivivere indirettamente ciò che avete passato quella sera, stalker come voi. Partite dunque all’attacco sondando il Web e i Social Network alla ricerca di fanbase organizzate nelle quali racimolare i contatti di chi parteciperà alle prossime date dei vostri amati implorandoli di condividere con voi ciò che vivranno (o di portarvi con loro) e di liste di partecipanti al concerto a cui avete assistito tramite gli eventi di Facebook, digitando hashtag all’impazzata su Twitter e frugando tra i tag di Tumblr e Youtube. Fareste qualsiasi cosa pur di raggiungere di nuovo lo stato d’animo della Fase Uno, anche organizzare una spedizione di massa per strisciare davanti alla sede dello staff della band, realmente o virtualmente che sia. Determinati.
Fase Sette – Perdita del controllo
L’impulsività si è impadronita di voi, avete realizzato che la vostra esistenza sola e senza vita può essere colmata solo da ciò che vi ha scaraventati in questa difficile situazione: un concerto. Spostate la vostra ricerca dai Social Network ai siti LiveNation, TicketOne, BandsInTown, Rockon, VivoConcerti e qualsiasi altra piattaforma in cui poter visualizzare la lista dei prossimi live in programma; anche qualora la prossima data dovesse tenersi nell’altro globo terrestre voi siede determinati ad acquistarne il biglietto: “Isole Chatham? Sì, è una buona idea, in fondo la Nuova Zelanda non è poi così lontana!”. Non vi ferma nemmeno il prezzo esorbitante dato dal totale ingresso+viaggio, spenderete un sacco di soldi, tutti quelli che avete nel ”salvadanaio concerti”, pur di sentirvi di nuovo vivi… suona un po’ come una droga. Ecco, siete questo. Drogati.
Fase Otto – Accettazione
Sì, siete un caso disperato di dipendenza da live e sì, avete intenzione di andare a quel concerto alle Isole Chatham perché avete un motivo valido per giustificarlo: “E se fosse il loro ultimo tour?”, “E se si dovessero sciogliere subito dopo?”. Indossate la camicia di forza e tornate con i piedi sul suolo terrestre, accettate l’evidenza. Un viaggio in Nuova Zelanda vi costa circa 1500 euro, se vi va bene, e 33 ore di volo; sul serio, dove volete andare?! Potete svenare il conto in banca, organizzare la delirante trasferta e acquistare quel dannato biglietto oppure realizzare che le circostanze non sono certo favorevoli e accettare il fatto che dovrete attendere il prossimo concerto nelle vostre zone o, almeno, all’interno della vostra Nazione. Maturi.
Fase Nove – Resurrezione
Finalmente tutti i sintomi post-concerto stanno svanendo e presto sarete di nuovo in grado di guardare le vostre fotografie dello show non come riflessi senza vita di una notte che nessuno potrà restituirvi, bensì come pezzi di memoria, quella memoria che vi darà sostegno e sostentamento fino al prossimo live, fino a quando, dunque, sarete nuovamente vittime di questa piacevole tortura. Sopravvissuti.
Ispirazione e Fonte: Altpress.com
http://www.rockon.it/musica/sindrome-concerto-le-9-fasi-della-depressione-post-live/?fb_action_ids=564556620259140&fb_action_types=og.likes&fb_ref=below-post&fb_source=other_multiline&action_object_map=%7B%22564556620259140%22%3A1402034946692245%7D&action_type_map=%7B%22564556620259140%22%3A%22og.likes%22%7D&action_ref_map=%7B%22564556620259140%22%3A%22below-post%22
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Re: 29 - Milano - Teatro dell'Arcimboldi, 25 settembre 2013
@Cibi é la perfetta descrizione del mio stato d'animo.
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Re: 29 - Milano - Teatro dell'Arcimboldi, 25 settembre 2013
decisamente veritieraCibi ha scritto:
Sindrome da Dopo Concerto: le 9 fasi della depressione post-live
By Veronica TheBeast Drago on 25/09/2013 inMusica
Per un fan accanito di musica non c’è nulla di più significativo dell’assistere all’esibizione della band o dell’artista del cuore e tutti, almeno una volta nella vita, hanno vissuto il rientro a casa e le fasi successive di “ritorno alla realtà” dopo il live oscillando all’interno di una condizione psicologica simile a una specie di lutto. Facendo una rapida ricerca sul web ho scoperto che questo stato d’animo viene chiamato “depressione post concerto” e si manifesta in 9 fasi che funzionano più o meno così:
Fase Uno – Euforia
Si tratta di quella fase che vi assale subito dopo il termine del concerto, fase in cui vi circolano ancora in corpo i residui delle sensazioni esaltanti provate durante il live. Generalmente l’euforia si manifesta mentre siete diretti verso l’uscita del locale, confondendovi ancora di più i neuroni e impedendovi di decidere se mettervi subito in coda nel traffico, fermarvi ore davanti al tavolo del merchandising per scegliere quale t-shirt portarvi a casa o andare a schiacciarvi contro una transenna accanto al tour bus dei vostri idoli, cantando (e probabilmente piangendo) nell’attesa di poter incrociare il loro sguardo per accaparrarvi un autografo, una stretta di mano o un semplice saluto. Nel caso in cui sceglieste quest’ultima opzione sappiate che la fase euforica risulterà notevolmente prolungata. Deliranti.
Fase Due – Riflessione
Trattasi di fase analitica che rappresenta quegli istanti in cui vi fermate a ripercorrere tutto ciò che è successo durante il concerto. La fase riflessiva può svolgersi secondo due modalità opposte: riflessione introspettiva, nel caso in cui la viveste in religioso silenzio chiusi in voi stessi, e riflessione estrinseca, nel caso in cui non riusciste a trattenervi dal parlarne con i vostri amici, parenti, vicini di casa, estranei all’Autogrill. Alcune persone decidono di sfruttare la loro fase riflessiva per riversare i propri pensieri e giudizi nella stesura di un report scritto, di uno stato su Facebook o nel caricamento online (una volta avremmo parlato di sviluppo) delle fotografie scattate durante la serata. Durante questa fase vi trovate spesso a coniare massime grandiose, spiegando come la vostra band preferita possa essere la salvatrice del rock’n’roll e come abbiate deciso di diventarne i fan numero uno sostenendola fino alla morte e portandola con voi nella tomba (fase riflessiva iperbolica). Esagerati.
Fase Tre – Realizzazione
Ecco, lo avete fatto davvero, avete appena affermato che lo show a cui avete assistito ha completamente cambiato la vostra vita. Bravi! Sappiate che arrivati a questo punto siete sulla vetta del monte “Gasato”, over the top, siete pieni zeppi come uova di entusiasmo ma… è esattamente da questo momento in avanti che iniziate a sentire una specie di nausea, un formicolio nella pancia, vedete tutto un po’ più grigio; si chiama tristezza e si sta insinuando sempre più velocemente in voi! State iniziando a realizzare, appunto, che un’esperienza del genere non vi ricapiterà mai più e che non potrete più sperimentare quelle sensazioni provate sotto al palco; ne volete ancora, ma proprio non riuscite a riprodurle. Tutte le vostre foto e i vostri appunti non sono stati in grado di catturare davvero l’essenza e la bellezza di ciò che avete vissuto, mettetevi l’anima in pace, quel che è stato è stato. Rassegnati.
Fase Quattro – Realtà
Il giorno dopo il concerto siete tornati alla vita di tutti i giorni, solita routine, solite dannate abitudini, solita esistenza che ora vi sembra ancora più noiosa e vuota dopo una notte come quella appena trascorsa! La depressione sta cercando di defluire dal vostro animo e probabilmente, per accelerarne il processo, inizierete a vaneggiare sui banchi di scuola, in ufficio, nelle aule universitarie, sproloquiando e urlando frasi incazzate del tipo: “Questa non è vita! Quella di ieri sera lo era! Quello era essere vivi! Questo è semplicemente vivere, trascinarsi nell’esistenza, non è Vita!”. Filosofi.
Fase Cinque – Emarginazione
Per cercare di completare il processo di rinascita e tirarsi su il morale, spesso può capitare di voler tentare a tutti i costi di ritornare alla Fase Due, quella di Riflessione, ripercorrendo mentalmente le tappe dello show e condividendole con chi non ha partecipato all’evento (una specie di espansione della Riflessione Estrinseca). La maggior parte degli estranei al concerto vi risponderà con un “Wow, figata” o al massimo con un “Eh sì, dev’essere stato proprio fantastico”. Questo non farà altro che aumentare la distanza che ora risiede tra voi e il resto della misera umanità che non può comprendere quanto epico sia stato il live dei vostri idoli: “Ma tu proprio non capisci! Una figata? E’ stato paz-ze-sco. Anzi! Era molto più di tutto questo, non puoi capire!”. Infatti chi è di fronte a voi proprio non vi comprende visto che non riuscite ad articolare una frase di senso compiuto: siete ormai totalmente persi ed estraniati dalla società. Arrivati a questo punto vi sentite abbandonati, emarginati, cercate in ogni dove qualcuno che fosse presente allo spettacolo ma tutti sembrano tragicamente scomparsi, inghiottiti da chissà quale buco nero. Reietti.
Fase Sei – Stalking
D’accordo, ormai è appurato, le persone che vi circondano direttamente proprio non vi comprendono ma voi di vivere nell’emarginazione musicale proprio non ci state. Comincia la fase stalking, quel lasso di tempo che passate alla ricerca compulsiva di persone attraverso le quali poter rivivere indirettamente ciò che avete passato quella sera, stalker come voi. Partite dunque all’attacco sondando il Web e i Social Network alla ricerca di fanbase organizzate nelle quali racimolare i contatti di chi parteciperà alle prossime date dei vostri amati implorandoli di condividere con voi ciò che vivranno (o di portarvi con loro) e di liste di partecipanti al concerto a cui avete assistito tramite gli eventi di Facebook, digitando hashtag all’impazzata su Twitter e frugando tra i tag di Tumblr e Youtube. Fareste qualsiasi cosa pur di raggiungere di nuovo lo stato d’animo della Fase Uno, anche organizzare una spedizione di massa per strisciare davanti alla sede dello staff della band, realmente o virtualmente che sia. Determinati.
Fase Sette – Perdita del controllo
L’impulsività si è impadronita di voi, avete realizzato che la vostra esistenza sola e senza vita può essere colmata solo da ciò che vi ha scaraventati in questa difficile situazione: un concerto. Spostate la vostra ricerca dai Social Network ai siti LiveNation, TicketOne, BandsInTown, Rockon, VivoConcerti e qualsiasi altra piattaforma in cui poter visualizzare la lista dei prossimi live in programma; anche qualora la prossima data dovesse tenersi nell’altro globo terrestre voi siede determinati ad acquistarne il biglietto: “Isole Chatham? Sì, è una buona idea, in fondo la Nuova Zelanda non è poi così lontana!”. Non vi ferma nemmeno il prezzo esorbitante dato dal totale ingresso+viaggio, spenderete un sacco di soldi, tutti quelli che avete nel ”salvadanaio concerti”, pur di sentirvi di nuovo vivi… suona un po’ come una droga. Ecco, siete questo. Drogati.
Fase Otto – Accettazione
Sì, siete un caso disperato di dipendenza da live e sì, avete intenzione di andare a quel concerto alle Isole Chatham perché avete un motivo valido per giustificarlo: “E se fosse il loro ultimo tour?”, “E se si dovessero sciogliere subito dopo?”. Indossate la camicia di forza e tornate con i piedi sul suolo terrestre, accettate l’evidenza. Un viaggio in Nuova Zelanda vi costa circa 1500 euro, se vi va bene, e 33 ore di volo; sul serio, dove volete andare?! Potete svenare il conto in banca, organizzare la delirante trasferta e acquistare quel dannato biglietto oppure realizzare che le circostanze non sono certo favorevoli e accettare il fatto che dovrete attendere il prossimo concerto nelle vostre zone o, almeno, all’interno della vostra Nazione. Maturi.
Fase Nove – Resurrezione
Finalmente tutti i sintomi post-concerto stanno svanendo e presto sarete di nuovo in grado di guardare le vostre fotografie dello show non come riflessi senza vita di una notte che nessuno potrà restituirvi, bensì come pezzi di memoria, quella memoria che vi darà sostegno e sostentamento fino al prossimo live, fino a quando, dunque, sarete nuovamente vittime di questa piacevole tortura. Sopravvissuti.
Ispirazione e Fonte: Altpress.com
http://www.rockon.it/musica/sindrome-concerto-le-9-fasi-della-depressione-post-live/?fb_action_ids=564556620259140&fb_action_types=og.likes&fb_ref=below-post&fb_source=other_multiline&action_object_map=%7B%22564556620259140%22%3A1402034946692245%7D&action_type_map=%7B%22564556620259140%22%3A%22og.likes%22%7D&action_ref_map=%7B%22564556620259140%22%3A%22below-post%22
luna- Parlo parlo parlo
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Re: 29 - Milano - Teatro dell'Arcimboldi, 25 settembre 2013
Dopo quasi una settimana arrivo a scrivere di un concerto di cui sapete già tutto. Ma i resoconti non cadono in prescrizione, perciò beccatevi questo
Io ero rimasta a Macerata, l'unico cielo stellato condiviso durante questa estate, ed ero contenta di ritornare in un luogo chiuso. Mi piace come il teatro custodisce la musica e l'energia. A volte ne risente l'acustica, ma l'effetto è quello di uno scrigno che racchiude gemme preziose.
Avevo programmato questa serata dal momento in cui era stata resa nota, e pianificato l'acquisto del biglietto addirittura nelle ore precedenti la prima dell'Arcimboldi a maggio. A Milano per Milano, che strana coincidenza avevo pensato.
E in teatro ritornano le proiezioni delle ombre sull'intro. E per la prima volta mi sono accorta che la voce di Marco non è registrata, come avevo sempre pensato.
Adrenalina pura, un inizio travolgente, straripante ma mai sopra le righe. Potenza, fisica e vocale, e controllo sono il filo conduttore di questo autunno. Un equilibrio raggiunto dopo tante date, ma mi piace pensare che sia anche un nuovo inizio e non soltanto l'ultima parte del tour.
La prima parte corre veloce, con poche chiacchiere e una giusta dose di tensione per essere di nuovo sul palco e per la presenza del personale Sony e della F&P. C'è anche Fegiz, Ermal Meta e Canova. Il pubblico canta tutti i brani, ormai a Milano è un rito, ma mi ha stupito la diversa partecipazione per Non passerai, che ha evidentemente un altro impatto emotivo dopo il video. It the road Jack irrompe a sorpresa nel bel mezzo di I got the fear, e per un attimo la mente mi è volata al tour teatrale dell'anno scorso. Per Spari nel deserto spende appena due parole, ha urgenza di cantarla e di lasciarsi andare sullo scat liberatorio. Non è una serata di commozione, o almeno non traspare. È la serata per riprendere in mano l'esercito, per mostrarsi condottiero orgoglioso del suo cammino e di chi l'ha seguito.
Nella seconda parte la tensione è un po' scemata e la scaletta forse non aiuta. Natale senza regali, incastrata tra La vita non ascolta e Un'altra botta, perde di intensità. E anche quelle nuove poche note di introduzione bastano per smorzare la tensione autobiografica che tanto ci coinvolge.
Questa Notte versione reggae funziona anche in teatro e senza le palme, peccato che non tutti colgono la differenza tra alzarsi in piedi e correre sotto palco. A Marco non dispiace ma la confusione che ne deriva è tanta, e quando i responsabili della sicurezza del teatro fanno tornare tutti ai loro posti è evidente il suo disappunto. Anche se di spalle e in penombra, la sua postura esprime più di mille parole. A questo punto la domanda sorge spontanea: è così difficile accordarsi con i responsabili del teatro? Evidentemente si, perché non voglio pensare che nessuno della F&P ci abbia mai pensato.
Tanto è stato silenzioso nella prima parte, tanto è stato logorroico e divertente nella seconda. Il monologo prima de La valle dei re è grandioso, ironico e pungente come non mai. Piccolo appunto per i fan, e mi ci metto anch'io. Non siamo cantanti e per questo dovremmo imparare a preservare la voce per il coro finale, perché arriviamo sempre sfiatati e anche se partecipa tutto il teatro sembriamo sempre quattro gatti .
Il momento condivisione foto è ormai un classico e come tale viene vissuto anche da Marco, o almeno io è così che l'ho percepito, mentre l'abbraccio, per quanto sincero ed evidentemente sentito, per me poteva anche lasciarlo sotto le stelle .
Lo so da me che sono un po' freddina, perciò mi stupisco sempre quando cedo davanti al suo stupore. I suoi occhi che ci guardano mentre cantiamo L'Essenziale mi commuovono , sono gli stessi che ci guardavano dal palco del Re Matto Tour, ma carichi di gratitudine e lucidi di gioia.
E si arriva al bis. Al posto di Natale senza regali ci sarà una cover, ho pensato. Così neanche con le colonne che si illuminavano come in Pronto a correre ho pensato che potesse essere Put the light on… speravo ricominciasse . Mi è piaciuta, considerando che è solo la seconda volta che la canta live. Però io preferisco la versione in italiano. Quel "grazie per avermi fatto male non lo dimenticherò" al di là del significato è così compresso nella metrica che trasmette un'energia maggiore rispetto alla versione inglese.
Una parola è sempre il pezzo giusto per chiudere il concerto, anche se funzionava di più con la vecchia scaletta, perché era perfetta per scaricare la tensione emotiva di Natale senza regali. Ma va bene così… tanto mi rimane sempre in testa per ore dopo il concerto. Avevo però anche un'altra cosa in testa: la curiosità per il concerto della sera dopo, per le mie sensazioni a così breve distanza.
Edit: Dimenticavo le note tecniche
Abiti "leggermente" aderenti, si sospetta sciopero del personal training o il perdurare di una dieta non adatta a periodi di riposo
Audio pessimo in quel dell'Arcimboldi. Effetto riverbero del microfono esagerato, tanto che nel parlato diventava quasi una eco
Io ero rimasta a Macerata, l'unico cielo stellato condiviso durante questa estate, ed ero contenta di ritornare in un luogo chiuso. Mi piace come il teatro custodisce la musica e l'energia. A volte ne risente l'acustica, ma l'effetto è quello di uno scrigno che racchiude gemme preziose.
Avevo programmato questa serata dal momento in cui era stata resa nota, e pianificato l'acquisto del biglietto addirittura nelle ore precedenti la prima dell'Arcimboldi a maggio. A Milano per Milano, che strana coincidenza avevo pensato.
E in teatro ritornano le proiezioni delle ombre sull'intro. E per la prima volta mi sono accorta che la voce di Marco non è registrata, come avevo sempre pensato.
Adrenalina pura, un inizio travolgente, straripante ma mai sopra le righe. Potenza, fisica e vocale, e controllo sono il filo conduttore di questo autunno. Un equilibrio raggiunto dopo tante date, ma mi piace pensare che sia anche un nuovo inizio e non soltanto l'ultima parte del tour.
La prima parte corre veloce, con poche chiacchiere e una giusta dose di tensione per essere di nuovo sul palco e per la presenza del personale Sony e della F&P. C'è anche Fegiz, Ermal Meta e Canova. Il pubblico canta tutti i brani, ormai a Milano è un rito, ma mi ha stupito la diversa partecipazione per Non passerai, che ha evidentemente un altro impatto emotivo dopo il video. It the road Jack irrompe a sorpresa nel bel mezzo di I got the fear, e per un attimo la mente mi è volata al tour teatrale dell'anno scorso. Per Spari nel deserto spende appena due parole, ha urgenza di cantarla e di lasciarsi andare sullo scat liberatorio. Non è una serata di commozione, o almeno non traspare. È la serata per riprendere in mano l'esercito, per mostrarsi condottiero orgoglioso del suo cammino e di chi l'ha seguito.
Nella seconda parte la tensione è un po' scemata e la scaletta forse non aiuta. Natale senza regali, incastrata tra La vita non ascolta e Un'altra botta, perde di intensità. E anche quelle nuove poche note di introduzione bastano per smorzare la tensione autobiografica che tanto ci coinvolge.
Questa Notte versione reggae funziona anche in teatro e senza le palme, peccato che non tutti colgono la differenza tra alzarsi in piedi e correre sotto palco. A Marco non dispiace ma la confusione che ne deriva è tanta, e quando i responsabili della sicurezza del teatro fanno tornare tutti ai loro posti è evidente il suo disappunto. Anche se di spalle e in penombra, la sua postura esprime più di mille parole. A questo punto la domanda sorge spontanea: è così difficile accordarsi con i responsabili del teatro? Evidentemente si, perché non voglio pensare che nessuno della F&P ci abbia mai pensato.
Tanto è stato silenzioso nella prima parte, tanto è stato logorroico e divertente nella seconda. Il monologo prima de La valle dei re è grandioso, ironico e pungente come non mai. Piccolo appunto per i fan, e mi ci metto anch'io. Non siamo cantanti e per questo dovremmo imparare a preservare la voce per il coro finale, perché arriviamo sempre sfiatati e anche se partecipa tutto il teatro sembriamo sempre quattro gatti .
Il momento condivisione foto è ormai un classico e come tale viene vissuto anche da Marco, o almeno io è così che l'ho percepito, mentre l'abbraccio, per quanto sincero ed evidentemente sentito, per me poteva anche lasciarlo sotto le stelle .
Lo so da me che sono un po' freddina, perciò mi stupisco sempre quando cedo davanti al suo stupore. I suoi occhi che ci guardano mentre cantiamo L'Essenziale mi commuovono , sono gli stessi che ci guardavano dal palco del Re Matto Tour, ma carichi di gratitudine e lucidi di gioia.
E si arriva al bis. Al posto di Natale senza regali ci sarà una cover, ho pensato. Così neanche con le colonne che si illuminavano come in Pronto a correre ho pensato che potesse essere Put the light on… speravo ricominciasse . Mi è piaciuta, considerando che è solo la seconda volta che la canta live. Però io preferisco la versione in italiano. Quel "grazie per avermi fatto male non lo dimenticherò" al di là del significato è così compresso nella metrica che trasmette un'energia maggiore rispetto alla versione inglese.
Una parola è sempre il pezzo giusto per chiudere il concerto, anche se funzionava di più con la vecchia scaletta, perché era perfetta per scaricare la tensione emotiva di Natale senza regali. Ma va bene così… tanto mi rimane sempre in testa per ore dopo il concerto. Avevo però anche un'altra cosa in testa: la curiosità per il concerto della sera dopo, per le mie sensazioni a così breve distanza.
Edit: Dimenticavo le note tecniche
Abiti "leggermente" aderenti, si sospetta sciopero del personal training o il perdurare di una dieta non adatta a periodi di riposo
Audio pessimo in quel dell'Arcimboldi. Effetto riverbero del microfono esagerato, tanto che nel parlato diventava quasi una eco
Jazzbianco- Admin.
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Re: 29 - Milano - Teatro dell'Arcimboldi, 25 settembre 2013
Grazie @Jazz,è sempre un piacere leggerti
i racconti non servono solo per sapere cosa è successo,servono anche per conoscere le diverse opinioni...le diverse emozioni...ogni fan di Marco vive e "sente" il concerto in maniera diversa....
i racconti non servono solo per sapere cosa è successo,servono anche per conoscere le diverse opinioni...le diverse emozioni...ogni fan di Marco vive e "sente" il concerto in maniera diversa....
israin- Parlo parlo parlo
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Re: 29 - Milano - Teatro dell'Arcimboldi, 25 settembre 2013
@ Jazz anche perchè questo forum é diventato un pò taciturno, sembra che non ci sia più voglia di raccontare, capisco che per alcune sia diventata una piacevole routine, e sono le più latitanti ma per noi sfortunate é sempre un piacere leggere l'esperienza degli altri, ci dà l'illusione di esserci state. Così posso dire anch'io che, ascoltando i video, ho avuto la sensazione di un inizio, ma proprio dal canto, mi é sembrato già diverso.
Non so se ho capito bene, c'eri anche il 26 ? Se sì, vorrei il resoconto della serata, please :imperio:
Non so se ho capito bene, c'eri anche il 26 ? Se sì, vorrei il resoconto della serata, please :imperio:
ariadne- Parlo parlo parlo
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Re: 29 - Milano - Teatro dell'Arcimboldi, 25 settembre 2013
Chiederemo anche a Isy di raccontarci qualcosa della serata del 25/9/....... Iiiisyyyy......dove sei?? Iiiisyyyy.....
Sonsoles- Parlo parlo parlo
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Re: 29 - Milano - Teatro dell'Arcimboldi, 25 settembre 2013
Ecco....appunto.....dov'è Isy!!! :imperio: :fuoritutti:Sonsoles ha scritto:Chiederemo anche a Isy di raccontarci qualcosa della serata del 25/9/....... Iiiisyyyy......dove sei?? Iiiisyyyy.....
israin- Parlo parlo parlo
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Re: 29 - Milano - Teatro dell'Arcimboldi, 25 settembre 2013
Ho fatto la doppietta. Questa sera scriverò qualcosa.ariadne ha scritto:Non so se ho capito bene, c'eri anche il 26 ? Se sì, vorrei il resoconto della serata, please :imperio:
Ma c'è Isy??? Dov'è???
Jazzbianco- Admin.
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Re: 29 - Milano - Teatro dell'Arcimboldi, 25 settembre 2013
Jazz.... ma che fai? Le recensioni a scoppio ritardato?
Grazie per il resoconto Jazz!
Isyyyyyyyyyy so che ci sei! Fatti vedere!
Jazzbianco ha scritto: Piccolo appunto per i fan, e mi ci metto anch'io. Non siamo cantanti e per questo dovremmo imparare a preservare la voce per il coro finale, perché arriviamo sempre sfiatati e anche se partecipa tutto il teatro sembriamo sempre quattro gatti .
Grazie per il resoconto Jazz!
Sonsoles ha scritto:Chiederemo anche a Isy di raccontarci qualcosa della serata del 25/9/....... Iiiisyyyy......dove sei?? Iiiisyyyy.....
Isyyyyyyyyyy so che ci sei! Fatti vedere!
Exit- Parlo parlo parlo
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Località : qui ed ora
Re: 29 - Milano - Teatro dell'Arcimboldi, 25 settembre 2013
Isy comunque deve fare il suo resoconto !!! Del 25 e pure del 26......
( e anche Jazz del 26 !! Grazie Jazz )
( Piantatela!!! Ho capito.... son rintronatella ma il mengons mi manda sempre in tilt... )
( e anche Jazz del 26 !! Grazie Jazz )
( Piantatela!!! Ho capito.... son rintronatella ma il mengons mi manda sempre in tilt... )
Levnicolaievic- Parlo parlo parlo
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Località : Lago Maggiore
Re: 29 - Milano - Teatro dell'Arcimboldi, 25 settembre 2013
LevLevnicolaievic ha scritto: Isy comunque deve fare il suo resoconto !!! Del 25 e pure del 26......
( e anche Jazz del 26 !! Grazie Jazz )
( Piantatela!!! Ho capito.... son rintronatella ma il mengons mi manda sempre in tilt... )
che ridere quella sera non capivo chi fosse Isy dicevo che era Israin che però era presente qui sul forum e non al concerto
Exit- Parlo parlo parlo
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