Poesia altro respiro
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Re: Poesia altro respiro
Invio
Supplico il Diavolo e il suo più alto dignitario
che accolgano questa sorte di bestemmiatore
come si accoglie un male, un’epidemia,
che si consuma tra schiavo e proprietario.
Che si consuma tra schiavo e proprietario
e se potessi con la Terra intera,
perché, per esser franco io vorrei
trasformare il mondo in un ossario.
Trasformare il mondo in un ossario
e se potessi tutti i confini,
e se potessi centinaia di universi.
Questo è il proposito temerario
(Non mi parlate di rose, amori o delfini)
che ispirarono questi furiosi versi.
Reinaldo Arenas Fuentes
Holguín (Cuba), 1943 - New York, 1990
Envío
Ruego al Diablo y a su más alto dignatario
acojan esta suerte de blasfemia
como se acoge un mal, una epidemia,
que acaba con esclavo y propietario.
Que acaba con esclavo y propietario
y si pudiera con la Tierra entera,
pues, para serles franco yo quisiera
convertir al mundo en un osario.
Convertir al mundo en un osario
y si pudiera todos los confines,
y si pudiera cientos de universos.
Ese es el propósito temerario
(No me hablen de rosas, amores o delfines)
que inspiraron estos furiosos versos.
Supplico il Diavolo e il suo più alto dignitario
che accolgano questa sorte di bestemmiatore
come si accoglie un male, un’epidemia,
che si consuma tra schiavo e proprietario.
Che si consuma tra schiavo e proprietario
e se potessi con la Terra intera,
perché, per esser franco io vorrei
trasformare il mondo in un ossario.
Trasformare il mondo in un ossario
e se potessi tutti i confini,
e se potessi centinaia di universi.
Questo è il proposito temerario
(Non mi parlate di rose, amori o delfini)
che ispirarono questi furiosi versi.
Reinaldo Arenas Fuentes
Holguín (Cuba), 1943 - New York, 1990
Envío
Ruego al Diablo y a su más alto dignatario
acojan esta suerte de blasfemia
como se acoge un mal, una epidemia,
que acaba con esclavo y propietario.
Que acaba con esclavo y propietario
y si pudiera con la Tierra entera,
pues, para serles franco yo quisiera
convertir al mundo en un osario.
Convertir al mundo en un osario
y si pudiera todos los confines,
y si pudiera cientos de universos.
Ese es el propósito temerario
(No me hablen de rosas, amores o delfines)
que inspiraron estos furiosos versos.
Levnicolaievic- Parlo parlo parlo
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Re: Poesia altro respiro
Reinaldo Arenaso " Io sono quel bambino "
Levnicolaievic- Parlo parlo parlo
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Re: Poesia altro respiro
in ricordo di Marc Strand , grande poeta americano
scomparso stanotte :
" Dal lungo party triste "
" The Late hour "
Qualcuno stava dicendo
qualcosa riguardo ombre che coprono il campo, riguardo
lo scorrere dell'esistenza, di come ci si addormenti verso il mattino
ed il mattino passi.
Qualcuno stava dicendo
di come il vento muoia ma poi ritorni,
di come le conchiglie siano le bare del vento
ma il tempo continui.
Era una lunga notte
e qualcuno disse qualcosa riguardo a come la luna perdeva il suo
bianco
sul freddo campo, come non ci fosse nulla davanti a noi
oltre le solite cose.
Qualcuno menzionò
una citta' in cui era stata prima della guerra, una stanza con due
candele
contro un muro, qualcuno che danzava, qualcuno che guardava.
Cominciammo a credere
che la notte non avrebbe avuto termine.
Qualcuno stava dicendo che la musica era finita e nessuno
se n'era accorto.
Allora qualcuno disse qualcosa riguardo i pianeti, riguardo le
stelle,
di quanto fossero piccole, quanto fossero lontane.
from " The long sad party "
" the Late hour "
Someone was saying
something about shadows covering the field, about
how things pass, how one sleeps towards morning
and the morning goes.
Someone was saying
how the wind dies down but comes back,
how shells are the coffins of wind
but the weather continues.
It was a long night
and someone said something about the moon shedding its
white
on the cold field, that there was nothing ahead
but more of the same.
Someone mentioned
a city she had been in before the war, a room with two
candles
against a wall, someone dancing, someone watching.
We begin to believe
the night would not end.
Someone was saying the music was over and no one had
noticed.
Then someone said something about the planets, about the
stars,
how small they were, how far away.
scomparso stanotte :
" Dal lungo party triste "
" The Late hour "
Qualcuno stava dicendo
qualcosa riguardo ombre che coprono il campo, riguardo
lo scorrere dell'esistenza, di come ci si addormenti verso il mattino
ed il mattino passi.
Qualcuno stava dicendo
di come il vento muoia ma poi ritorni,
di come le conchiglie siano le bare del vento
ma il tempo continui.
Era una lunga notte
e qualcuno disse qualcosa riguardo a come la luna perdeva il suo
bianco
sul freddo campo, come non ci fosse nulla davanti a noi
oltre le solite cose.
Qualcuno menzionò
una citta' in cui era stata prima della guerra, una stanza con due
candele
contro un muro, qualcuno che danzava, qualcuno che guardava.
Cominciammo a credere
che la notte non avrebbe avuto termine.
Qualcuno stava dicendo che la musica era finita e nessuno
se n'era accorto.
Allora qualcuno disse qualcosa riguardo i pianeti, riguardo le
stelle,
di quanto fossero piccole, quanto fossero lontane.
from " The long sad party "
" the Late hour "
Someone was saying
something about shadows covering the field, about
how things pass, how one sleeps towards morning
and the morning goes.
Someone was saying
how the wind dies down but comes back,
how shells are the coffins of wind
but the weather continues.
It was a long night
and someone said something about the moon shedding its
white
on the cold field, that there was nothing ahead
but more of the same.
Someone mentioned
a city she had been in before the war, a room with two
candles
against a wall, someone dancing, someone watching.
We begin to believe
the night would not end.
Someone was saying the music was over and no one had
noticed.
Then someone said something about the planets, about the
stars,
how small they were, how far away.
Levnicolaievic- Parlo parlo parlo
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Re: Poesia altro respiro
Tu vuoi da me qualcosa ancora: dillo apertamente,
nella mia bocca io non sono più signore,
ed essa più non vuole chiudersi,
come farebbe invece una ferita:
come cani stanno le mie mani, e puntano
ai miei fianchi, e a nulla serve il mio richiamo.
Tu mi forzi, signore, a un'ora estranea."
Rilke, Il libro delle ore, 265
Levnicolaievic- Parlo parlo parlo
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Re: Poesia altro respiro
Strinsi le mani sotto la scura veletta
Strinsi le mani sotto la scura veletta
"Perché sei pallida quest'oggi?"
- Perché di acerba tristezza
L’ho ubriacato sino a stordirlo.
Come dimenticare? Egli uscì barcollando,
con le labbra contratte dalla pena
Io corsi giù senza sfiorare la ringhiera,
corsi dietro a lui sino al portone.
Ansimando gridai: "Tutto è stato
uno scherzo. Se te ne andrai morirò."
Sorrise con aria tranquilla e sinistra
e mi disse: "non stare nel vento"
Anna Achmatova
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Strinsi le mani sotto la scura veletta
"Perché sei pallida quest'oggi?"
- Perché di acerba tristezza
L’ho ubriacato sino a stordirlo.
Come dimenticare? Egli uscì barcollando,
con le labbra contratte dalla pena
Io corsi giù senza sfiorare la ringhiera,
corsi dietro a lui sino al portone.
Ansimando gridai: "Tutto è stato
uno scherzo. Se te ne andrai morirò."
Sorrise con aria tranquilla e sinistra
e mi disse: "non stare nel vento"
Anna Achmatova
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Levnicolaievic- Parlo parlo parlo
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Re: Poesia altro respiro
In una stessa terra
Se ho scritto è per pensiero
perché ero in pensiero per la vita
per gli esseri felici
stretti nell’ombra della sera
per la sera che di colpo crollava sulle nuche.
Scrivevo per la pietà del buio
per ogni creatura che indietreggia
con la schiena premuta a una ringhiera
per l’attesa marina – senza grido – infinita.
Scrivi, dico a me stessa
e scrivo io per avanzare più sola nell’enigma
perché gli occhi mi allarmano
e mio è il silenzio dei passi, mia la luce deserta
- da brughiera -
sulla terra del viale.
Scrivi perché nulla è difeso e la parola bosco
trema più fragile del bosco, senza rami né uccelli
perché solo il coraggio può scavare
in alto la pazienza
fino a togliere peso
al peso nero del prato.
perché ero in pensiero per la vita
per gli esseri felici
stretti nell’ombra della sera
per la sera che di colpo crollava sulle nuche.
Scrivevo per la pietà del buio
per ogni creatura che indietreggia
con la schiena premuta a una ringhiera
per l’attesa marina – senza grido – infinita.
Scrivi, dico a me stessa
e scrivo io per avanzare più sola nell’enigma
perché gli occhi mi allarmano
e mio è il silenzio dei passi, mia la luce deserta
- da brughiera -
sulla terra del viale.
Scrivi perché nulla è difeso e la parola bosco
trema più fragile del bosco, senza rami né uccelli
perché solo il coraggio può scavare
in alto la pazienza
fino a togliere peso
al peso nero del prato.
Antonella Anedda
Levnicolaievic- Parlo parlo parlo
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Località : Lago Maggiore
Re: Poesia altro respiro
L'anno nuovo
Indovinami, indovino,
tu che leggi nel destino:
l’anno nuovo come sarà?
Bello, brutto o metà e metà?
Trovo stampato nei miei libroni
che avrà di certo quattro stagioni,
dodici mesi, ciascuno al suo posto,
un carnevale e un ferragosto,
e il giorno dopo il lunedì
sarà sempre un martedì.
Di più per ora scritto non trovo
nel destino dell’anno nuovo:
per il resto anche quest’anno
sarà come gli uomini lo faranno.
Gianni Rodari
Indovinami, indovino,
tu che leggi nel destino:
l’anno nuovo come sarà?
Bello, brutto o metà e metà?
Trovo stampato nei miei libroni
che avrà di certo quattro stagioni,
dodici mesi, ciascuno al suo posto,
un carnevale e un ferragosto,
e il giorno dopo il lunedì
sarà sempre un martedì.
Di più per ora scritto non trovo
nel destino dell’anno nuovo:
per il resto anche quest’anno
sarà come gli uomini lo faranno.
Gianni Rodari
Jazzbianco- Admin.
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Re: Poesia altro respiro
Jazz...
israin- Parlo parlo parlo
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Età : 56
Località : terra di mezzo (la terra tra i due grandi fiumi)
Re: Poesia altro respiro
Nella frescura d'autunno è bello
Nella frescura d'autunno è bello
scuotere al vento l'anima - che pare una mela -
e guardare l'aratro del sole
che solca sopra al fiume l'acqua azzurra.
È bello strapparsi dal corpo
il chiodo ardente d'una canzone
e nel bianco abito di festa
aspettare che l'ospite bussi.
Io mi studio, mi studio col cuore di serbare
negli occhi il fiore del ciliegio selvatico.
Solo nel ritegno i sentimenti si scaldano
quando una falla rompe il petto.
In silenzio rimbomba il campanile di stelle,
ogni foglia è una candela per l'alba.
Nessuno farò entrare nella stanza,
non aprirò a nessuno la porta.
Sergej Esenin
scuotere al vento l'anima - che pare una mela -
e guardare l'aratro del sole
che solca sopra al fiume l'acqua azzurra.
È bello strapparsi dal corpo
il chiodo ardente d'una canzone
e nel bianco abito di festa
aspettare che l'ospite bussi.
Io mi studio, mi studio col cuore di serbare
negli occhi il fiore del ciliegio selvatico.
Solo nel ritegno i sentimenti si scaldano
quando una falla rompe il petto.
In silenzio rimbomba il campanile di stelle,
ogni foglia è una candela per l'alba.
Nessuno farò entrare nella stanza,
non aprirò a nessuno la porta.
Sergej Esenin
Levnicolaievic- Parlo parlo parlo
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Località : Lago Maggiore
Re: Poesia altro respiro
Una cosa bella è una gioia per sempre:
Si accresce il suo fascino e mai nel nulla
Si perderà; sempre per noi sarà
Rifugio quieto e sonno pieno di sogni
Dolci, e tranquillo respiro e salvezza.
A thing of beauty is a joy for ever:
his loveliness increases, it will never
Pass into nothingness; but still will keep
a bower quiet for us, and a sleep
Full of sweet dreams, and health, and quiet breathing.
incipit of poem " Endimione"
by John Keats ( 1795-1821)
(....one whose name was writ in water »
uno il cui nome fu scritto sull'acqua...")
Levnicolaievic- Parlo parlo parlo
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Re: Poesia altro respiro
Cristallo
Non cercare alle mie labbra la tua bocca,
non davanti alla porta lo straniero,
non dentro l’occhio la lacrima.
Sette notti più in alto vaga il rosso al rosso,
sette cuori più in basso batte la mano alla porta,
sette rose più tardi mormora la fontana.
Kristall
Nicht an meinen Lippen suche deinen Mund,
nicht vorm Tor den Fremdling,
nicht im Aug die Träne.
Sieben Nächte höher wandert Rot zu Rot,
sieben Herzen tiefer pocht die Hand ans Tor,
sieben Rosen später rauscht der Brunnen
Paul Celan
Non cercare alle mie labbra la tua bocca,
non davanti alla porta lo straniero,
non dentro l’occhio la lacrima.
Sette notti più in alto vaga il rosso al rosso,
sette cuori più in basso batte la mano alla porta,
sette rose più tardi mormora la fontana.
Kristall
Nicht an meinen Lippen suche deinen Mund,
nicht vorm Tor den Fremdling,
nicht im Aug die Träne.
Sieben Nächte höher wandert Rot zu Rot,
sieben Herzen tiefer pocht die Hand ans Tor,
sieben Rosen später rauscht der Brunnen
Paul Celan
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Re: Poesia altro respiro
Registrazione
divento attenta solo quando ti allontani
allora varo la registrazione fonografica
dei meandri e pieghe sudate
nel gesticolio iperteso del passato
da fotografare nel contatore acceso
acceso e invadente l'orecchio
che palpa il cuore con competenza convinto
lo appenderò al chiodo non appena è vacanza
dal costume secolare della mancanza
e il fianco sarà infantile e leggero.
Nadia Campana, Verso la mente (Crocetti Editore, 1990)
divento attenta solo quando ti allontani
allora varo la registrazione fonografica
dei meandri e pieghe sudate
nel gesticolio iperteso del passato
da fotografare nel contatore acceso
acceso e invadente l'orecchio
che palpa il cuore con competenza convinto
lo appenderò al chiodo non appena è vacanza
dal costume secolare della mancanza
e il fianco sarà infantile e leggero.
Nadia Campana, Verso la mente (Crocetti Editore, 1990)
Jazzbianco- Admin.
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Re: Poesia altro respiro
Inverno
Ecco, il mese di Posidone
comincia ; e gonfiano d'acqua
le nubi e cupamente
le impetuose bufere rombano.
Anacreonte
Ecco, il mese di Posidone
comincia ; e gonfiano d'acqua
le nubi e cupamente
le impetuose bufere rombano.
Anacreonte
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Re: Poesia altro respiro
La ballata degli impiccati ( Epitaffio di Villon ) Prime due strofe
Fratelli umani, che ancor vivi siete,
non abbiate per noi gelido il cuore,
ché, se pietà di noi miseri avete,
Dio vi darà più largo il suo favore.
Appesi cinque, sei, qui ci vedete:
la nostra carne, già troppo ingrassata,
è ormai da tempo divorata e guasta;
noi, ossa, andiamo in cenere e polvere.
Nessun rida del male che ci devasta,
ma Dio pregate che ci voglia assolvere!
Se vi diciam fratelli, non dovete
averci a sdegno, pur se fummo uccisi
da giustizia. Ma tuttavia, sapete
che di buon senso molti sono privi.
Poiché siam morti, per noi ottenete
dal figlio della Vergine Celeste
che inaridita la grazia non resti,
e che ci salvi dall'orrenda folgore.
Morti siamo: nessuno ci molesti,
ma Dio pregate che ci voglia assolvere!
Ballade des pendus ( l' epitaphe Villon )
Freres humains qui apres nous vivez
N'ayez les cuers contre nous endurcis,
Car, se pitié de nous povres avez
Dieu en aura plus tost de vous mercis.
Vous nous voiez cy attachez cinq, six:
Quant de la chair, que trop avons nourrie,
Elle est pieça devorée et pourrie,
Et nous, les os, devenons cendre et pouldre.
De nostre mal personne ne s'en rie
Mais priez Dieu que tous nous vueille absouldre!
Se freres vous clamons, pas n'en devez
Avoir desdaing, quoy que fusmes occis
Par justice. Toutesfois, vous sçavez
Que tous hommes n'ont pas bon sens rassis;
Excusez nous, puis que sommes transsis,
Envers le fils de la Vierge Marie,
Que sa grace ne soit pour nous tarie,
Nous preservant de l'infernale fouldre.
Nous sommes mors, ame ne nous harie;
Mais priez Dieu que tous nous vueille absouldre
Fratelli umani, che ancor vivi siete,
non abbiate per noi gelido il cuore,
ché, se pietà di noi miseri avete,
Dio vi darà più largo il suo favore.
Appesi cinque, sei, qui ci vedete:
la nostra carne, già troppo ingrassata,
è ormai da tempo divorata e guasta;
noi, ossa, andiamo in cenere e polvere.
Nessun rida del male che ci devasta,
ma Dio pregate che ci voglia assolvere!
Se vi diciam fratelli, non dovete
averci a sdegno, pur se fummo uccisi
da giustizia. Ma tuttavia, sapete
che di buon senso molti sono privi.
Poiché siam morti, per noi ottenete
dal figlio della Vergine Celeste
che inaridita la grazia non resti,
e che ci salvi dall'orrenda folgore.
Morti siamo: nessuno ci molesti,
ma Dio pregate che ci voglia assolvere!
Ballade des pendus ( l' epitaphe Villon )
Freres humains qui apres nous vivez
N'ayez les cuers contre nous endurcis,
Car, se pitié de nous povres avez
Dieu en aura plus tost de vous mercis.
Vous nous voiez cy attachez cinq, six:
Quant de la chair, que trop avons nourrie,
Elle est pieça devorée et pourrie,
Et nous, les os, devenons cendre et pouldre.
De nostre mal personne ne s'en rie
Mais priez Dieu que tous nous vueille absouldre!
Se freres vous clamons, pas n'en devez
Avoir desdaing, quoy que fusmes occis
Par justice. Toutesfois, vous sçavez
Que tous hommes n'ont pas bon sens rassis;
Excusez nous, puis que sommes transsis,
Envers le fils de la Vierge Marie,
Que sa grace ne soit pour nous tarie,
Nous preservant de l'infernale fouldre.
Nous sommes mors, ame ne nous harie;
Mais priez Dieu que tous nous vueille absouldre
Levnicolaievic- Parlo parlo parlo
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Re: Poesia altro respiro
[]la ballata degli impiccati, ultime due strofe
La pioggia ci ha lavati e risciacquati,
e il sole ormai ridotti neri e secchi;
piche e corvi gli occhi ci hanno scavati,
e barba e ciglia strappate coi becchi.
Noi pace non abbiamo un sol momento:
di qua, di là, come si muta, il vento
senza posa a piacer suo ci fa volgere,
più forati da uccelli che ditali.
A noi dunque non siate mai uguali;
ma Dio pregate che ci voglia assolvere!
O Gesù, che su tutti hai signoria,
fa' che d'Inferno non siamo in balia,
che debito non sia con lui da solvere.
Uomini, qui non v'ha scherno o ironia,
ma Dio pregate che ci voglia assolvere!
La pluye nous a debuez et lavez,
Et le soleil dessechiez et noircis;
Pies, corbeaulx, nous ont les yeux cavez
Et arrachié la barbe et les sourcis.
Jamais nul temps nous ne sommes assis;
Puis ça, puis la, comme le vent varie,
A son plaisir sans cesser nous charie,
Plus becquetez d'oiseaulx que dez a couldre.
Ne soiez donc de nostre confrairie:
Mais priez Dieu que tous nous vueille absouldre!
Prince Jhesus, qui sur tous a maistrie,
Garde qu'Enfer n'ait de nous seigneurie:
A luy n'ayons que faire ne que souldre.
Hommes, icy n'a point de mocquerie;
Mais priez Dieu que tous nous vueille absouldre!
La pioggia ci ha lavati e risciacquati,
e il sole ormai ridotti neri e secchi;
piche e corvi gli occhi ci hanno scavati,
e barba e ciglia strappate coi becchi.
Noi pace non abbiamo un sol momento:
di qua, di là, come si muta, il vento
senza posa a piacer suo ci fa volgere,
più forati da uccelli che ditali.
A noi dunque non siate mai uguali;
ma Dio pregate che ci voglia assolvere!
O Gesù, che su tutti hai signoria,
fa' che d'Inferno non siamo in balia,
che debito non sia con lui da solvere.
Uomini, qui non v'ha scherno o ironia,
ma Dio pregate che ci voglia assolvere!
La pluye nous a debuez et lavez,
Et le soleil dessechiez et noircis;
Pies, corbeaulx, nous ont les yeux cavez
Et arrachié la barbe et les sourcis.
Jamais nul temps nous ne sommes assis;
Puis ça, puis la, comme le vent varie,
A son plaisir sans cesser nous charie,
Plus becquetez d'oiseaulx que dez a couldre.
Ne soiez donc de nostre confrairie:
Mais priez Dieu que tous nous vueille absouldre!
Prince Jhesus, qui sur tous a maistrie,
Garde qu'Enfer n'ait de nous seigneurie:
A luy n'ayons que faire ne que souldre.
Hommes, icy n'a point de mocquerie;
Mais priez Dieu que tous nous vueille absouldre!
Levnicolaievic- Parlo parlo parlo
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Località : Lago Maggiore
Re: Poesia altro respiro
Questa stanza
La stanza in cui entrai era il sogno di questa stanza.
Certo tutti quei piedi sul sofà erano miei.
Il ritratto ovale
di un cane ero io in piú tenera età.
Qualcosa riluce, qualcosa viene azzittito.
A pranzo mangiavamo pastasciutta tutti i giorni
tranne la domenica, quando una quaglia veniva indotta
a esserci servita. Perché ti dico questo?
Nemmeno sei qui.
This Room
The room I entered was a dream of this room.
Surely all those feet on the sofa were mine.
The oval portrait
of a dog was me at an early age.
Something shimmers, something is hushed up.
We had macaroni for lunch every day
except Sunday, when a small quail was induced
to be served to us. Why do I tell you these things?
You are not even here.
di John Ashbery
da Your Name Here [Qui il vostro nome], 2000
La stanza in cui entrai era il sogno di questa stanza.
Certo tutti quei piedi sul sofà erano miei.
Il ritratto ovale
di un cane ero io in piú tenera età.
Qualcosa riluce, qualcosa viene azzittito.
A pranzo mangiavamo pastasciutta tutti i giorni
tranne la domenica, quando una quaglia veniva indotta
a esserci servita. Perché ti dico questo?
Nemmeno sei qui.
This Room
The room I entered was a dream of this room.
Surely all those feet on the sofa were mine.
The oval portrait
of a dog was me at an early age.
Something shimmers, something is hushed up.
We had macaroni for lunch every day
except Sunday, when a small quail was induced
to be served to us. Why do I tell you these things?
You are not even here.
di John Ashbery
da Your Name Here [Qui il vostro nome], 2000
Levnicolaievic- Parlo parlo parlo
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Data d'iscrizione : 10.10.10
Località : Lago Maggiore
Re: Poesia altro respiro
Passerò per piazza di Spagna
Sarà un cielo chiaro.
S'apriranno le strade
sul colle di pini e di pietra.
Il tumulto delle strade
non muterà quell'aria ferma.
I fiori spruzzati
di colori alle fontane
occhieggeranno come donne
divertite. Le scale
le terrazze le rondini
canteranno nel sole.
S'aprirà quella strada,
le pietre canteranno,
il cuore batterà sussultando
come l'acqua nelle fontane ‒
sarà questa la voce
che salirà le tue scale.
Le finestre sapranno
l'odore della pietra e dell'aria
mattutina. S'aprirà una porta.
Il tumulto delle strade
sarà il tumulto del cuore
nella luce smarrita.
Sarai tu ‒ ferma e chiara.
Cesare Pavese
Sarà un cielo chiaro.
S'apriranno le strade
sul colle di pini e di pietra.
Il tumulto delle strade
non muterà quell'aria ferma.
I fiori spruzzati
di colori alle fontane
occhieggeranno come donne
divertite. Le scale
le terrazze le rondini
canteranno nel sole.
S'aprirà quella strada,
le pietre canteranno,
il cuore batterà sussultando
come l'acqua nelle fontane ‒
sarà questa la voce
che salirà le tue scale.
Le finestre sapranno
l'odore della pietra e dell'aria
mattutina. S'aprirà una porta.
Il tumulto delle strade
sarà il tumulto del cuore
nella luce smarrita.
Sarai tu ‒ ferma e chiara.
Cesare Pavese
Levnicolaievic- Parlo parlo parlo
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Re: Poesia altro respiro
Quel preciso momento in cui divenni poeta
A Kay Foran
fu nel 1963 quando la signorina Shannon
battendo la cimosa sulla lavagna
frammezzo a nuvole di gesso
disse Bambine, applicatevi ai vostri libri,
o finirete, ascoltatemi bene,
nella fabbrica di cucito.
Era che non solo alcune delle madri
delle bambine lavoravano nella fabbrica
di cucito o che anche mia zia vi lavorava
e molte vicine, ma che quella parola
“finirete” spogliava il lavoro
della sua dignità.
Non che lo sapessi allora,
non in questi termini – lavoro, dignità.
Questa è tutta una ricostruzione,
ricavando un senso, anche ammettendo
che la maestra avesse ragione
e che nessuno lo sappia come lo so io.
Ma, le vidi – madri, zie e vicine
legate strette come polli
su un nastro trasportatore,
a farsi cucire nel modo in cui mia nonna
cuciva il ripieno di salvia e cipolla
in quegli uccelli.
Le parole possono spennarti,
lasciarti nudo,
le tue belle penne splendenti andate.
Paula Meehan
A Kay Foran
fu nel 1963 quando la signorina Shannon
battendo la cimosa sulla lavagna
frammezzo a nuvole di gesso
disse Bambine, applicatevi ai vostri libri,
o finirete, ascoltatemi bene,
nella fabbrica di cucito.
Era che non solo alcune delle madri
delle bambine lavoravano nella fabbrica
di cucito o che anche mia zia vi lavorava
e molte vicine, ma che quella parola
“finirete” spogliava il lavoro
della sua dignità.
Non che lo sapessi allora,
non in questi termini – lavoro, dignità.
Questa è tutta una ricostruzione,
ricavando un senso, anche ammettendo
che la maestra avesse ragione
e che nessuno lo sappia come lo so io.
Ma, le vidi – madri, zie e vicine
legate strette come polli
su un nastro trasportatore,
a farsi cucire nel modo in cui mia nonna
cuciva il ripieno di salvia e cipolla
in quegli uccelli.
Le parole possono spennarti,
lasciarti nudo,
le tue belle penne splendenti andate.
Paula Meehan
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Re: Poesia altro respiro
di suo a me è venuto poco
una macchina da cucire, una fede nuziale
un mazzo di foto, l'aculeo della sua mano
sul mio viso in una delle nostre guerre
quando l'acredine ci allontanava.
Dicono sia il destino della figlia maggiore
Ora vorrei che fosse vissuta fin dopo che ero cresciuta.
Avremmo potuto ricominciare daccapo
Little has come down to me of hers
a sewing machine, a wedding band,
a clutch of photo, the sting of her hand
across my face in one of our wars
when we head grown bitter and apart.
Some say that's the fate of the eldest daughter.
I wish now she ' d lasted till after
I 'd grown up. We might have made a new start
TO be continued
Paula Meehan The pattern il modello
una macchina da cucire, una fede nuziale
un mazzo di foto, l'aculeo della sua mano
sul mio viso in una delle nostre guerre
quando l'acredine ci allontanava.
Dicono sia il destino della figlia maggiore
Ora vorrei che fosse vissuta fin dopo che ero cresciuta.
Avremmo potuto ricominciare daccapo
Little has come down to me of hers
a sewing machine, a wedding band,
a clutch of photo, the sting of her hand
across my face in one of our wars
when we head grown bitter and apart.
Some say that's the fate of the eldest daughter.
I wish now she ' d lasted till after
I 'd grown up. We might have made a new start
TO be continued
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Re: Poesia altro respiro
come donne senza etichette, quali madre, moglie,
sorella, figlia e da lì tentare la sorte.
A quarantadue anni prese per dio sa dove.
Non sono più stata alla sua tomba.
as women without tags like mother, wife
sister, daughter, taken our chances from there.
At forty-two she headed for god knows where.
I've never gone back to visit her grave.
sorella, figlia e da lì tentare la sorte.
A quarantadue anni prese per dio sa dove.
Non sono più stata alla sua tomba.
as women without tags like mother, wife
sister, daughter, taken our chances from there.
At forty-two she headed for god knows where.
I've never gone back to visit her grave.
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Re: Poesia altro respiro
( strofa numero quattro de " Il modello " )
Prima strofinava l'impiantito col sapone Sunlight,
un tratto di braccio alla volta.Quando i ginocchi
le facevano male, si fermava per una tazza di tè,
per poi ricominciare dalla porta col lucido di lavanda.
L'odore filtrava per l'appartamento fino a noi,
la sua covata confinata in camera.
First she'd scrub the floor with Sunlight soap,
an armreach at a time.When her knees grew sore
she'd break for a cup of tea, then start again
at the door with lavender polish.The smell
would percolate back through the flat to us,
her brood banished to the bedroom.
Prima strofinava l'impiantito col sapone Sunlight,
un tratto di braccio alla volta.Quando i ginocchi
le facevano male, si fermava per una tazza di tè,
per poi ricominciare dalla porta col lucido di lavanda.
L'odore filtrava per l'appartamento fino a noi,
la sua covata confinata in camera.
First she'd scrub the floor with Sunlight soap,
an armreach at a time.When her knees grew sore
she'd break for a cup of tea, then start again
at the door with lavender polish.The smell
would percolate back through the flat to us,
her brood banished to the bedroom.
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Re: Poesia altro respiro
Il Modello ( The Pattern ) di Paula Meehan
sesta strofa
Mentre passava la cera a lucentezza piena
sapeva lei cogliere il rivelarsi del suo viso?
Afferrare un barlume del suo vero io?
Diceva il suo specchio quello che mi dice il mio?
Ho la sua stessa spallucciata, e vado avanti
sapendo che la storia aveva messo lei in ginocchio.
Ci chiamava e ci lasciava pattinare attorno
coi calzini. Riuscivamo solenni come pianetri
in un'orbita intricata attorno a lei.
And as she buffed the wax to a high shine
did she catch her own face coming clear?
Did she net a glimmer of her true self ?
Did her mirror tell what mine tells me ?
I have her shrug and go on
Knowing history has brought her to her knees.
She'd call us in and let us skate around
in our socks. We'd grow solemn as planets
in an intricate orbit about her.
sesta strofa
Mentre passava la cera a lucentezza piena
sapeva lei cogliere il rivelarsi del suo viso?
Afferrare un barlume del suo vero io?
Diceva il suo specchio quello che mi dice il mio?
Ho la sua stessa spallucciata, e vado avanti
sapendo che la storia aveva messo lei in ginocchio.
Ci chiamava e ci lasciava pattinare attorno
coi calzini. Riuscivamo solenni come pianetri
in un'orbita intricata attorno a lei.
And as she buffed the wax to a high shine
did she catch her own face coming clear?
Did she net a glimmer of her true self ?
Did her mirror tell what mine tells me ?
I have her shrug and go on
Knowing history has brought her to her knees.
She'd call us in and let us skate around
in our socks. We'd grow solemn as planets
in an intricate orbit about her.
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Re: Poesia altro respiro
ottava strofa de Il Modello / The Pattern di Paula Meehan
E' curva su un panno cremisi,
i più piccoli sono a letto da un pezzo.
Tarda estate, freddo da accendere un fuoco
luce più e più fioca, e lei lavora
a rifarmi un vecchio vestito.
Domani riapre la scuola.
She's bending over crimson cloth,
the younger kids are long in bed.
Late summer, cold enough for a fire,
she works by fading light
to remake an old dress for me.
It's first day back at school tomorrow.
E' curva su un panno cremisi,
i più piccoli sono a letto da un pezzo.
Tarda estate, freddo da accendere un fuoco
luce più e più fioca, e lei lavora
a rifarmi un vecchio vestito.
Domani riapre la scuola.
She's bending over crimson cloth,
the younger kids are long in bed.
Late summer, cold enough for a fire,
she works by fading light
to remake an old dress for me.
It's first day back at school tomorrow.
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Re: Poesia altro respiro
Paula Meehan
Il Modello / The pattern ( penultima strofa )
C'è una foto di lei al Phoenix Park
sola su una panchina circondata di rose
come fosse nata per i giardini classici.
E' lì affissata, come ignara che una qualunque
mano umana tenga una macchina fotografica -
resta avvolta interamente nella sua propria ombra,
il mondo di là da lei già un sogno, già perduto.
E' incinta di otto mesi. L'ultimo dei suoi figli.
There''s a photo of her taken in the Phoenix Park
alone on beach surrounded by roses
as if she had been born to formal gardens.
She stares out as if inaware
that any human hand held the camera, wrapped
entirely in her own shadow, the world beyond her
already a dream, already lost. She's
eight months pregnant. Her last child.
Il Modello / The pattern ( penultima strofa )
C'è una foto di lei al Phoenix Park
sola su una panchina circondata di rose
come fosse nata per i giardini classici.
E' lì affissata, come ignara che una qualunque
mano umana tenga una macchina fotografica -
resta avvolta interamente nella sua propria ombra,
il mondo di là da lei già un sogno, già perduto.
E' incinta di otto mesi. L'ultimo dei suoi figli.
There''s a photo of her taken in the Phoenix Park
alone on beach surrounded by roses
as if she had been born to formal gardens.
She stares out as if inaware
that any human hand held the camera, wrapped
entirely in her own shadow, the world beyond her
already a dream, already lost. She's
eight months pregnant. Her last child.
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Re: Poesia altro respiro
Paula Meehan The Pattern / Il Modello , strofa finale
Sometimes I'd have to kneel
an hour before her by the fire,
a skein around my outstretched hands,
while she rolled wool into balls.
If I swam like a kite too high
amongst the shadows on the ceiling
or flew like fish in the pools
of pulsing light, she'd reel me firmly
home, she'd land me at her knees.
Tongues of flame in her dark eyes,
she'd say, '"One of these days I must
teach you to follow a pattern. "
A volte dovevo inginocchiarmi
un'ora dinanzi a lei al fuoco,
una matassa intorno alle mie mani tese,
mentre aggomitolava la lana.
Se roteavo come un aquilone troppo in alto
tra le ombre sul soffitto
o volavo come un pesce nei tonfani
di luce palpitante, mi avvolgeva fermamente
a posto, mi metteva a terra ai suoi ginocchi.
Lingue di fiamma nei suoi occhi oscuri,
diceva." Uno di questi giorni
devo insegnarti a seguire un modello ".
Sometimes I'd have to kneel
an hour before her by the fire,
a skein around my outstretched hands,
while she rolled wool into balls.
If I swam like a kite too high
amongst the shadows on the ceiling
or flew like fish in the pools
of pulsing light, she'd reel me firmly
home, she'd land me at her knees.
Tongues of flame in her dark eyes,
she'd say, '"One of these days I must
teach you to follow a pattern. "
A volte dovevo inginocchiarmi
un'ora dinanzi a lei al fuoco,
una matassa intorno alle mie mani tese,
mentre aggomitolava la lana.
Se roteavo come un aquilone troppo in alto
tra le ombre sul soffitto
o volavo come un pesce nei tonfani
di luce palpitante, mi avvolgeva fermamente
a posto, mi metteva a terra ai suoi ginocchi.
Lingue di fiamma nei suoi occhi oscuri,
diceva." Uno di questi giorni
devo insegnarti a seguire un modello ".
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