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Messaggio Da Jazzbianco Mer Mag 06, 2015 2:15 pm

http://www.panorama.it/musica/mengoni-live-2015-le-emozioni-del-concerto/

Mengoni Live 2015: le emozioni del concerto
5 maggio 2015, cronaca della data zero. Questo è il nuovo tour di Marco

di Alessandro Alicardi

Non è facile fare un concerto nei palazzetti, non è solo una questione di "numero di posti", non è facile per motivi tecnici, per motivi economici, anche per motivi di aspettative che si scontrano con la realtà.

Entrare in posti grandi è sempre una scommessa. Nel suo caso, era una scommessa doppia. Perché in quei palazzetti c'era già entrato, ma non ci era più tornato e oggi è di nuovo lì in un PalaBam gremito e con addosso una luce nuova.

Marco Mengoni in strutture così grandi aveva suonato quasi una vita musicale fa. Vi ricordate il "Solo Tour 2.0" del 2011? Quello era uno spettacolo non paragonabile a quello che abbiamo visto il 5 maggio 2015 a Mantova, sotto ogni aspetto.

Abbiamo visto un palco elegante, molto semplice ma solo all'apparenza. Ha un impatto da "grande teatro", con soluzioni magari poco vistose, ma originali per il potere dei suoi contenuti. Ha puntato sulla band, introducendo alla classica formazione basso/chitarre/percussioni/piano, tre fiati (piuttosto goffi nel ballo, ma molto bravi).

Nonostante una partenza bizzarra, a freddo, con "Guerriero", quel volo speciale senza spiegare le procedure di sicurezza ha preso quota, diventando nella seconda parte il concerto che ci aspettavamo da Marco in questo momento della sua carriera.

In due ore di spettacolo e 22 canzoni ha portato ogni gusto. Dai brani fedelissimi alla versione originale fino a quelli stravolti come "Dove si vola", il brano rigettato per tanti anni dopo la vittoria a X factor e riportato in vita in una veste nuove, quasi irriconoscibile.

Senso di identità e evoluzione si mescolano senza un filo logico, senza gli schemi tipici dei concerti pop che siamo abituati a vedere. L'unico schema, è la crescita esponenziale della sua energia, della sua voce e della sua emozione. Alla cima bisogna arrivarci senza fretta, lui ce lo insegna, ma ci aspettiamo che quell'apice arrivi un po' prima, senza farsi troppo desiderare. Ma è valsa la pena aspettare.

Mengoni, lo vedrete anche voi nelle prossime date, non è mai stato così "libero". Lo si sente già nel tono della sua voce quando parla, nel suo modo di ballare sul palco, nei messaggi che anticipano l'arrivo di "Esseri umani" in cui spiega le idee in cui crede, facendo riferimento anche a tragiche vicende dove l'uomo è stato calpestato per la sua diversità.

C'era l'app per interagire con il concerto (l'ho usata, è molto divertente ma per avere l'impatto giusto devono usarla quasi tutti e a non tutti funziona), la presenza di luci "transformer" che che credo di non aver mai visto prima d'ora, il grande schermo in formato 16:9 sullo sfondo e non piatto che creava con le grafiche un'esperienza che ricordava il 3D.

Una bambina, non avrà avuto molto più di 10 anni, ha stretto il polso della sua amica per tutto il concerto. I vetri dei suoi occhiali brillavano per il riflesso delle luci, ma molto di più brillavano i suoi occhi. Forse era il primo grande evento musicale della sua vita.

Si è alzata in piedi, come tutti, quando Marco ha cantato "l'Essenziale", il brano che più di tutti i suoi pezzi è entrato nelle nostre vite diventando un grande classico. Mentre Marco in ginocchio si godeva lo spettacolo di migliaia di persone cantare la sua canzone, quella bambina si è tolta il cardigan e ha mostrato la sua maglietta con su scritto "Happiness", felicità.

È quella la missione delle "Parole in circolo" anche in questo tour. Sì cantare a squarciagola (fatto), sì scatenarsi sui brani più ballabili (fatto in "Io ti aspetto" e "I got the fear" eccezionali dal vivo), ma la vera missione di Marco è che ognuno di noi porti qualcosa che rimanga addosso nelle vite degli altri per sempre.

Non un gadget, non una maglietta, ma il peso rivoluzionario delle parole. Quelle che usiamo, quelle che ascoltiamo, quelle che ci cambiano la vita e ci rendono persone felici, come quella bambina che stava spezzando il polso alla sua amica dall'emozione e qualche ora prima ha deciso di portare la sua parola in circolo, tirandola fuori da un armadio.

Siamo tutti alla ricerca di una capacità, che Marco dice durante il concerto di aver perso da grande, quella di godersi la bellezza di ogni singolo istante. Quando si è adulti non si torna più indietro e iniziano le preoccupazioni, le responsabilità, i lutti, i trofei da collezionare che non sono mai abbastanza per renderci persone felici, sempre. Non è facile ma almeno ci si prova a vivere come quella bimba con la scritta "Happiness". O almeno ci ho provato io ieri sera.
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Messaggio Da Jazzbianco Mer Mag 06, 2015 2:24 pm

http://www.vanityfair.it/show/musica/15/05/06/marco-mengoni-tour-mengonilive2015-concerto-scaletta-date

Marco Mengoni, la data zero del MengoniLive2015: «Questo è solo l’inizio»

È partito da Mantova il MengoniLive2015, il tour che porterà il cantante in Italia per nove date nei palazzetti. Con una scaletta in cui c’è tutto (anche chicche), tante lacrime (sue) e la voglia di essere perfetto («perché sono rompiballe»). Noi c'eravamo

di Silvia Gianatti

Mantova si riempie di Parole in Circolo nella data zero del nuovo tour di Marco Mengoni che torna nei palazzetti dopo tre anni e ritrova il suo esercito, pronto a cantare con lui. Un grande palco, con un megaschermo di 140 metri quadrati (che ha disegnato lui) su cui scorrono grafiche, immagini, video e tante parole. I suoi musicisti che portano in scena nuovi arrangiamenti a volte con richiami agli anni '80 e a un sound molto americano.
Una scaletta in cui c’è tutto: le canzoni del nuovo album e i pezzi più amati di questi sei anni di carriera. Con chicche musicali che fanno subito vedere quanto il cantante abbia una continua voglia di sperimentare e mettersi in gioco. I virtuosismi vocali degli inizi spuntano nei brani più vecchi, nel resto c’è tanta pulizia. Con quella ricerca di perfezione che, chi lo segue, sa quanto sia quasi maniacale. «Sono un capricorno rompiballe. Osservo e controllo tutto, questa sera sono salito sul palco e ci ho messo un po’ a trovarmi a mio agio. È come quando rientri a casa di amici che non vedevi da un po’». Ma come erano contenti di rivederlo, questi amici.
«Stasera era una vera data zero. Ora devo rivedere e correggere ogni singolo frame. La scaletta mi piace, ma ci sono tanti dettagli che voglio sistemare», ci dice alla fine del concerto. È sorridente e soddisfatto, ma anche conscio di avere un carattere che non lo porterà mai a smettere di cercare di fare di meglio. Provando anche lasciarsi andare un po’ di più: «Avevo molta paura di tornare nei palazzetti. È un mondo diverso dai teatri dove c’è ovviamente più intimità e senti anche il respiro dei tuoi musicisti. Qua è tutto più lontano ed è più difficile concentrarsi e entrare nello spettacolo. La prima data serve anche a questo. Ma il bilancio è sicuramente positivo. Ho visto tante persone che si divertivano e questa è la cosa per me più importante. A prescindere da tutto». Sì, chi era lì ha sicuramente apprezzato. Dalla forza di Guerriero in apertura, a L’essenziale cantata quasi interamente dalle voci sugli spalti, in chiusura: «Quando canto tengo a zero il ritorno del pubblico nei miei auricolari. Ma è iniziata la canzone e si sentivano solo le loro voci. Ho pensato, stanno già cantando, non serve che lo faccia io. È stato bellissimo». È stato emozionante.
Tutto il concerto è pieno di emozioni. Dalle parole registrate con cui Marco introduce alcuni pezzi e racconta della sua infanzia e i giochi più amati, dalle parole di quello in cui crede, toccando i temi più importanti per lui, prima di Esseri Umani (decisamente il momento più bello del concerto), fino alle lacrime della fine, quando si emoziona guardando il suo pubblico. Ebbene sì, lacrime.
Fidatevi: sarà bellissimo anche per chi andrà a vedere le prossime date. Lui è concentrato sull’ora, su questo tour che finirà a fine maggio e lascerà spazio di nuovo alla scrittura e registrazione della seconda parte del progetto musicale partito con Parole in Circolo e che probabilmente arriverà entro la fine del 2015. Ma serve davvero parlarne ora? Ora c’è spazio solo per la musica live (nella gallery in alto i prossimi appuntamenti). In bocca al lupo, quindi, Marco. E stai tranquillo, che sei bravo lo sappiamo, non serve dimostrarlo più a nessuno.

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Messaggio Da Jazzbianco Mer Mag 06, 2015 2:25 pm

http://mobile.tgcom24.it/checkexistpage.shtml?%2Fspettacolo%2Fmarco-mengoni-apre-un-tour-fatto-app-osta-per-lasciare-a-bocca-aperta_2109740-201502a.shtml

Marco Mengoni apre un tour fatto app...osta per lasciare a bocca aperta


E' partito da Mantova il "Marco Mengoni Live 2015". Imponente impianto scenico e interattività con il pubblico grazie all'applicazione del cantante

E' partito da Mantova il "Marco Mengoni live 2015", il nuovo tour del cantautore che segue la pubblicazione del fortunato "Parole in circolo", album doppio platino e stabilmente in top ten. Uno show dall'imponente impatto scenico e con un lato interattivo grazie all'app di Mengoni, con cui i fan diventano parte integrante dello spettacolo.
In alcune fasi dello show infatti, Marco si “impadronisce” degli smartphone in sala e crea, con la collaborazione del pubblico, alcuni quadri spettacolari. Il palco di 200 metri quadri è stato disegnato personalmente dal cantante: pezzo forte dell'impianto scenico sono i 3 megaschermi da 140 mq che, grazie ad una speciale tecnica di movimentazione, offrono proiezioni particolari che accompagnano la scaletta, che prevede oltre 20 brani.

Lo show si è aperto con il primo singolo dell'album, "Guerriero" e, seguendo la vita della prima parte di "Parole in circolo", ha visto al centro "Esseri umani" (secondo singolo già certificato oro) per poi chiudere con "Io ti aspetto". Tra i momenti di grande impatto del concerto quello in cui, grazie ad effetti scenici speciali, Mengoni appare seduto sospeso su una stanza in 3D, immerso in una visione prospettica dall’alto. Nello show vengono utilizzati, per la prima volta in Italia, gli Ayrton Magic Panels: speciali corpi illuminanti che, comandati singolarmente, sono in grado di effettuare movimenti a 360° sia in verticale sia in orizzontale e che incorniciano, in modo del tutto innovativo, alcuni momenti speciali dello spettacolo.

Tutti gli arrangiamenti di "Mengoni Live 2015" sono stati curati da Marco Mengoni con la direzione musicale di Gianluca Ballarin. Sul palco con il cantautore, ben nove musicisti: Giovanni Pallotti al basso, Peter Cornacchia e Alessandro De Crescenzo alle chitarre, Davide Sollazzi alla batteria, Davide Ferrario ai cori e polistrumentista, Francesco Minutello alla tromba, Mattia Dalla Pozza al sax, Federico Pierantoni al trombone, mentre alle tastiere il coordinatore della band Gianluca Ballarin.
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Messaggio Da Jazzbianco Gio Mag 21, 2015 2:56 pm

http://www.giovaniliguria.it/archivio-notizie-dalla-liguria/3912-repidee-2015.html

RepIdee 2015
A Genova dal 4 al 7 giugno

È Genova la città scelta da La Repubblica per la quarta edizione de La Repubblica delle Idee, il festival organizzato dal quotidiano per raccontare un tema portando in piazza le proprie firme e tanti altri ospiti. Quest'anno per "Ripensare il mondo" (il tema dell'edizione genovese) ci saranno da giovedì 4 a domenica 7 giugno una ottantina di appuntamenti e più di duecento speaker distribuiti, spesso in contemporanea, su sette location diverse: Palazzo Ducale con le sale del Maggior e del Minor Consiglio, il Cortile Maggiore e la sala dell'Archivio; il Teatro Carlo Felice, il Palazzo della Borsa e piazza Matteotti.

Tantissimi i nomi noti, a partire dalla musica, con Paolo Conte, Ivano Fossati Marco Mengoni e PFM, alla letteratura (Alessandro Baricco, Luis Sepulveda, Tahar Ben Jelloun, Amelie Nothomb e Nicolò Ammaniti), al teatro (Neri Marcorè e Claudio Bisio) alla società. Ospite di punta, oltre a Roberto Saviano e Renzo Piano, il premio Nobel per la Pace Tawakkul Karman.
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Messaggio Da Jazzbianco Ven Mag 22, 2015 1:17 pm

http://www.newsic.it/news/body_news.php?id=32404&utm_source=twitterfeed&utm_medium=twitter


LIVE REPORT: MARCO MENGONI
Unipol Arena - Bologna, 21 maggio 2015
Marco Mengoni è un mostro. Sì, di quelli che Il Volo all′Eurovision arrivano con un′eredità non indifferente (se mettiamo da parte, per un attimo, l′edizione 2014). Perché, diciamocelo, i tre moschettieri, quest′anno, la vittoria se la porteranno a casa ma due anni fa, due anni fa, due anni fa, nessuno aveva fatto meglio di Mengoni. E va bene che Il Volo rappresenta il bel canto, va bene pure che la settima posizione di Marco non è stata poi così male, va bene tutto. Ma io ieri, durante il concerto dell′artista all′Unipol Arena di Bologna, ho pensato, senza remore, al fatto che un cavallo di razza di quel calibro è, per il panorama musicale italiano, motivo d′orgoglio. Il live di ieri, infatti, ha lasciato nelle persone presenti un non so che di patriottico. O almeno così è stato per me. E credetemi, se ci foste stati, avreste capito di cosa sto parlando.
Come tutti i concerti nei palazzetti o simili, tutto inizia con la voce femminile che annuncia l′inizio dello spettacolo e chiede di spegnere gli smartphone. Ecco, peccato che l′utilizzo dei telefoni cellulari, ieri, era parte integrante dello spettacolo. In tre occasioni, infatti, un′icona sul grande video wall chiedeva al pubblico di aprire, per chi l′aveva già scaricata, la app di Mengoni che, probabilmente riconoscendo la voce dell′artista, iniziava a riprodurre dallo schermo del telefono luci a intermittenza, prima a mo′ di flash, poi colorate. Sprint tecnologico confermato poi dall′intro del concerto. Che non è stata una vera intro. Cioè l′intro proprio non c′è stata: semplicemente un sottofondo musicale, sul video wall prima la dicitura "loading data..", poi "buffering", poi il centro del palco emerge dal basso e parte Guerriero e parte il pubblico insieme alla canzone. E parte Mengoni.

Classico abito da sera, l′artista saluta con la mano tutti i settori del palazzetto, uno sguardo ai suoi musicisti e via per tre brani senza mai fermarsi. Guerriero, appunto, poi Non me ne accorgo e Sei come sei. Il saluto parlato arriva poco dopo: "Ma buonasera", dice con il classico accento bolognese. E pure i nonni che avevano accompagnato le nipoti sono diventati fan di Mengoni. Da subito si intuisce che avrebbe interpretato tante canzoni e che avrebbe fatto cambio d′abito quelle quattro o cinque volte: suda un sacco il ragazzo. Dall′inizio alla prima ora di spettacolo si esibisce con Pronto a correre, Invincibile, Mai e per sempre, Dove si vola. Poi ancora La llorona/Solo, La valle dei re, Ed è per questo, Bellissimo, 20 sigarette, Natale senza regali. E almeno quattro persone vicine a me, alla fine di quest′ultimo pezzo, hanno esordito con un "Te lo faccio io un regalo!". Ecco, il pubblico (e non c′era da aspettarselo) era più variegato che mai. C′erano tutte le fasce d′età e questo mi ha fatto un po′ ricredere sul target che Mengoni riesce ad attirare. Dietro di me c′era una bimba accompagnata dai genitori che per tutto lo spettacolo non ha detto nulla. Avrebbe voluto cantare, glielo si leggeva negli occhi, ma non ha detto nulla. Era così stupefatta nell′assistere al primo concerto della sua vita che le luci gialle del palco, poi quelle blu e quelle rosse, Mengoni che balla sulla passerella, la gente che canta assieme a lui.. era tutto, per lei, così meravigliosamente nuovo. Appena dopo Come un attimo fa, I got the fear (in cui l′artista ha mostrato anche le sue doti da ballerino) e Non passerai (l′ha ceduta tutta al pubblico che l′ha cantata al suo posto), parte un monologo che la canzone che avrebbe anticipato si è intuita dopo appena cinque secondi. Accenna a un po′ di celebri storie di soprusi e si lascia andare in tanti "credo". Annuncia, quindi, Essere Umani e lo fa seduto su una poltrona che si muove dal basso verso l′alto. La canta da lì, sospeso.

Tra una pausa e un altro cambio d′abito canta anche La neve prima che cada, Stanco e Una parola ma i momenti che credo ricorderò, da oggi e per un po′ di tempo ancora, sono due: quei quattro minuti in cui canta L′essenziale e le facce dei presenti in quei quattro minuti, e un monologo di cui vi riporto le parole esatte: "Cioè, no, ieri.. eravamo felici. Partivamo per le vacanze, tre posti occupati, tre bagagli, una macchina, sempre la stessa, un′autoradio di tutto rispetto, mangiacassette di ultima generazione. Tutti gli scompartimenti delle portiere erano colmi di nastri da ascoltare e riascoltare che poi si rovinavano e diventavano inascoltabili. Io un po′ dormivo, un po′ giocavo con i miei genitori: macchina-nave-vela-lato-torino-noce-cemento-to-to-to. Allora erano quelle le mie parole in circolo. Il ricordo di quei giorni è un tesoro importantissimo non tanto per il fatto di avere davanti ancora tutta la vita, all′epoca non ne avevo idea, ma per la capacità che avevo, e che ho perso, di godermi ogni singolo istante. Poi il tempo è passato, abbiamo smesso di giocare alle parole e ho iniziato a giocare da solo. Passavo le ore a mettere a posto. No, non ero il figlio perfetto: mettevo a posto mattoncini con strane forme. E quando tutto andava bene, i mattoncini sparivano nel nulla. I ricordi non erano più in parole, erano in musica. E faceva più o meno così..".
Ok, tu ti aspetti la canzone strappalacrime e invece BOOM: parte la Theme Song del Tetris e sul video wall una demo del gioco e lui ballava, ballava, ballava e i suoi tre musicisti dietro ai fiati che lo seguivano e ballavano anche loro. Ragazzi.. la bellezza.

Non sto ancora qui a tediarvi per molto. Concludo dicendo che Marco ha affidato la chiusura del suo concerto a pezzi importanti quali In un giorno qualunque e Io ti aspetto. E che la naturalezza assoluta con cui ha ringraziato Bologna simulando abbracci e lasciando il palco alla sua band per gli ultimi minuti di live, ecco, sono doti che non possono che appartenere a un professionista. Forse il migliore tra le nuove leve della musica italiana degli ultimi anni.



Matteo D′Amico

22 maggio 2015
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