Poesia altro respiro

Vivendo

Contro il vetro
il disegno di un respiro
- prima e dopo, invisibile.

Donatella Bisutti
da "Inganno ottico " - 1985

è l'ala del mattino, quella bianca e tenue luce che medica le fatiche
e già ci restaura l'allegria del fine settimana:
e il sorriso e l'ironia che qui tra noi fioriscono e anche in queste rime

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La vera signora compra il " Times" e " Vogue" ,
abiti di Dior, di Gucci calzature
Mette fiori freschi in tutte le stanze
e carote nel passato di verdure.

Volvo verde-muschio e footing al mattino,
vacanze in Guadalupe d'estate;
sere d'inverno accanto al caminetto
con Proust e crema di carote passate.

Carote crude sul pratino estivo,
Champagne, sorriso da Gioconda, sottile..
carote smaltate su piatti d'argento
per quando è festa.Questo sì che è stile .

Wendy Cope

Poetessa svedese, a cavallo tra ottocento e novecento, Edith Sodergran,
ci parla delle mille indecisioni e trasparenze di noi donne,
che invece abbiamo voce e rime e anche indignazione da testimoniare

La vita
Io, mia stessa prigioniera, così dico:
la vita non è la primavera di velluto verde chiaro
nè una carezza, che di rado si riceve.

La vita non è una decisione di andare
nè due braccia bianche che ti trattengono.
La vita è l'anello stretto che ci tiene prigionieri,
il cerchio invisibile che mai oltrepassiamo,
la vita è la felicità prosssima che ci sfugge,
e mille passi che non ci decidiamo a fare.

La vita è disprezzarsi
stando immobili sul fondo di una sorgente
e sapere che il sole splende di sopra
e uccelli dorati attraversano l'aria
e i giorni sfrecciano veloci.

La vita è un breve cenno d'addio per poi andare
a casa a dormire
La vita è essere a sè stessi degli estranei,
e una nuova maschera per chiunque altro arrivi.

La vita è maltrattare la propria fortuna
e respingere l'unico momento,
la vita è credersi deboli e non osare.

( La debolezza oggi è in chi sa osare-usare di sè e degli altri
per pura passione mercantile-vuoto luminoso ed apparente luce
nel tempo di forze scure che danno il nulla
in cambio di quanto tu riesci a morire (

Ragazze, un bellissimo topic :bello:
Ringrazio a tutti.....

Prevert, per chi ama è come essere sempre
in quella dolce Parigi degli anni cinquanta

Ragazza di marzo
ragazzo d'aprile
innamorati di maggio

Nella ferraglia della festa
i fuochi di sant'Elmo
crepitano sui trolley

Ragazza di marzo
ragazzo d'aprile
innamorati di maggio

Cullati dal dolce strepito della giostra
accarezzando un sogno
accarezzandosi anche

Si amano per la vita
Questo sogno è vero come il fragore dellla festa
per la vita si amano
per via della vita
e quand'anche separati
la vita li ha uniti.

Fille de Mars
garcon d'Avril
amoreux de Mai

Dans le ferraille dela Fete
les feux de la saint Elme
sur les trolleys crepitent

Fille de Mars
Garcon d'Avril
amoreux de Mai

Berces par le doux fracas du manege
en caressant un reve
se caressant aussi

Ils s'aiment
pour la vie
Ce reve est aussi vrai que le vacarme de cette fete
c'est pour la vie qu' ils s'aiment
c'est a cause de la vie
et meme s'ils se quittent
elle les a reunis.

1951- Grand bal du printemps

Oggi.....sento che il mio stato d'animo può ben essere rappresentato da Paul Verlaine....a me stessa la dedico, ma anche a tutti voi .......

CIRCONSPECTION

Donne ta main, retiens ton souffle, asseyons-nous
Sous cet arbre géant où vient mourir la brise
En soupirs inégaux sous la ramure grise
Que caresse le clair de lune blême et doux.

Immobiles, baissons nos yeux vers nos genoux.
Ne pensons pas, rêvons. Laissons faire à leur guise
Le bonheur qui s’enfuit et l’amour qui s’épuise,
Et nos cheveux frôlés par l’aile des hiboux.

Oublions d’espérer. Discrète et contenue,
Que l’âme de chacun de nous deux continue
Ce calme et cette mort sereine du soleil.

Restons silencieux parmi la paix nocturne:
Il n’est pas bon d’aller troubler dans son sommeil
La nature, ce dieu féroce et taciturne.

§

Dammi la mano, trattieni il respiro, sediamoci
sotto quest’albero gigante dove la brezza muore
in sospiri ineguali sotto le grigie fronde
che il pallido e dolce chiaro di luna carezza.

Immobili, chiniamo lo sguardo sulle ginocchia.
Più non pensiamo, sogniamo. Lasciamoli perdere,
la felicità in fuga e l’amore che si consuma,
e i nostri capelli sfiorati dall’ala dei gufi.

Dimentichiamo di sperare. Discreta e contenuta,
l’anima d’ognuno di noi due prolunghi
questa calma e questa morte serena del sole.

Restiamo silenziosi nella pace notturna:
non è bene disturbare nel suo sonno
la natura, questo dio feroce e taciturno.

PAUL VERLAINE

cassandra ...condivido .......sto come te

splendida, splendida, splendida

nella perfezione della mattina, di ogni mattina
trovano nuova luce anche le parole che rinascono

Parola e cosa
Parola e cosa
strette una sopra l'altra
lo stesso calore corporeo
nella parola, nella cosa

Wort und Ding
Wort un Ding
lagen eng aufeinander
die gleiche Korperwarme
bei Ding und Wort

Hilde Domin Palm, Gesammelte Gedichte , FranKfurt a M., Fischer Verlag, 2008

le parole cercano, a volte con affanno, a volte con precisa magia
di cogliere quell'intimo segreto dell'essere qui e ora,
così come in questa preziosa poesia di Roberto Sanesi

SEMPLICE
Sul caminetto
(e la polvere
fermenta in silenzio)
vini
di rabarbaro,
e fiore di sambuco,
prugnolo,
zenzero ed uva spina,
idromele,
e miele e bacche d'ombra
dove il crepuscolo annega.
la loro logica
innesta fertili mimesi
su questa verità.
In un granaio di luce
Tabitha il gatto ruggine
dondola il capo fra rondini furiose.

da La cosa scritta , 1977

So solo quello che mi basta a stento
per non sprecare i battiti del cuore,
perché sapere, sappilo, è un tormento:
è sempre chi piú sa che ha piú dolore.

Patrizia Valduga
da Cento quartine (Einaudi 1997)

dolorosamente vera questa quartina ,
nella misura del verso
la disperazione e la lucidità
come fossero un'unica cosa,

volevo dedicare questa poesia ad una mamma molto speciale... una dolcissima mamma speciale...sperando che prima o poi venga qui, a leggerla..
(Gloria)


Il Profeta
di
Kahlil Gibran

I Figli

[...] E una donna che aveva al petto un bambino disse: Parlaci dei Figli.
I vostri figli non sono i vostri figli.
Sono i figli e le figlie della brama che la Vita ha di sé.
Essi non provengono da voi, ma per tramite vostro,
E benché stiano con voi non vi appartengono.
Potete dar loro il vostro amore ma non i vostri pensieri,
Perché essi hanno i propri pensieri.
Potete alloggiare i loro corpi ma non le loro anime,
Perché le loro anime abitano nella casa del domani, che voi non potete visitare, neppure in sogno.
Potete sforzarvi d'essere simili a loro, ma non cercate di renderli simili a voi.
Perché la vita non procede a ritroso e non perde tempo con ieri.
Voi siete gli archi dai quali i vostri figli sono lanciati come frecce viventi.
L'Arciere vede il bersaglio sul sentiero dell'infinito,
e con la Sua forza vi tende affinché le Sue frecce vadano rapide e lontane.
Fatevi tendere con gioia dalla mano dell'Arciere;
Perché se Egli ama la freccia che vola, ama ugualmente l'arco che sta saldo.


abbraccio

ma la poesia è dedicata a Quella mamma ?.....Alla predestinata alla gioia e alla sofferenza visto che il suo pargolo non è nato In Un giorno Qualunque ?

Spiegaci please

grazie per aver s'post'ato il mio 'post'.. :ecco qui: ... scusate il giochino di parole
... ma non lo vedevo più...e me ne dispiacevo un pochino ...
questo è sicuramente il luogo migliore

Il Profeta di Kahlil Gibran è sul mio comodino da molto tempo, e questa è la poesia che forse amo di più..
sono una mamma e so quanto siano dense di significato le parole di questa poesia....per qualsiasi madre come me.. e perchè no ...con un pensiero anche per Quella mamma....

Quel vuoto apparente


Della vita si apprezza sovente
più tardi del dovuto
l’intima leggerezza, il senso muto
di quel vuoto apparente.

Silvio Raffo della Porta

Stamane voglio salutarvi parlando del silenzio ...... un silenzio declinato in modi diversi ma sempre suggestivi di pensieri profondi..........a volte le parole non bastano ed è bello anche riconoscerci solo con un pensiero..........buona giornata a tutti i vostri cuori in attesa...

Kahlil Gibran, Il silenzio

La mia anima mi ha parlato,
fratello, e mi ha illuminato.
E spesso anche a te l'anima parla
e ti illumina.
Tu infatti sei come me,
e non c'è differenza tra noi,
se non questa:
io esprimo cio che è dentro di me
in parole che ho udito nel mio silenzio,
mentre tu custodisci tacito
ciò che è dentro di te.
Ma la tua silenziosa custodia
ha lo stesso valore del mio tanto parlare.

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da Offerte di canti

Se non parli, riempirò il mio cuore
del tuo silenzio, sopportandolo.

A testa bassa, con pazienza,
rimarrò muto e aspetterò,
come fa la notte, nella solitudine stellata.

Il mattino di sicuro giungerà,
il buio sparirà e la tua voce
spargerà in cielo lampi d'oro.

Le tue parole allora voleranno
in canti da tutti i miei nidi d'uccelli,
le tue musiche fioriranno
in tutte le mie foreste.

Rabindranath Tagore

La ricordavo ma ho voluto rileggerla con attenzione !

IO SONO COME SONO

Io sono come sono
Sono fatta così
Quando ho voglia di ridere
Rido come una matta
Amo colui che mi ama
È forse colpa mia
Se non è sempre quello
Che amo alla follia
Io sono come sono
Sono fatta così
Cosa volete di più
Che volete da me

Sono fatta per piacere
Non c'è niente da fare
I tacchi sono troppo alti
In vita sono troppo snella
I miei seni troppo sodi
I miei occhi troppo truccati
E poi
Che cosa ve ne importa
Io sono come sono
Piaccio a chi piaccio

Che cosa ve ne importa
Del mio passato
Sì qualcuno ho amato

Certo qualcuno mi ha amato
Come i ragazzi che si amano
Sanno semplicemente amare
Amare amare ...
Perché m'interrogate
Sono qui per piacervi
E niente mi può cambiare

Jacques Prévert

Je suis comme je suis
Je suis comme je suis
Je suis faite comme ça
Quand j'ai envie de rire
Oui je ris aux éclats
J'aime celui qui m'aime
Est-ce ma faute à moi
Si ce n'est pas le même
Que j'aime à chaque fois
Je suis comme je suis
Je suis faite comme ça
Que voulez-vous de plus
Que voulez-vous de moi

Je suis faite pour plaire
Et n'y puis rien changer
Mes talons sont trop hauts
Ma taille trop cambrée
Mes seins beaucoup trop durs
Et mes yeux trop cernés
Et puis après
Qu'est-ce que ça peut vous faire
Je suis comme je suis
Je plais à qui je plais
Qu'est-ce que ça peut vous faire
Ce qui m'est arrivé
Oui j'ai aimé quelqu'un
Oui quelqu'un m'a aimée
Comme les enfants qui s'aiment
Simplement savent aimer
Aimer aimer...
Pourquoi me questionner
Je suis là pour vous plaire
Et n'y puis rien changer.

Che splendida sfrontatezza,
spumeggiante come le ragazze che amano
che vivono la stagione della bellezza senza calcoli
ma per il piacere e solo per il piacere:
chissà se era Brigitte Bardot.. quella femminilità lì , anni sessanta, aggressivi ed
innocenti...però , difficile vivere così
bisogna aver carattere,
io le quoto le ragazze " Je suis comme je suis "
mercy tulip

Questo è un periodo che io non amo particolarmente....il Carnevale.....mi sono sempre defilata, sin da piccola, dall'allegria forzata, dal divertimento a ogni costo........indossavo la mia mascherina...scelta da mia madre.....e me ne andavo in giro con quella sottile vergogna di far qualcosa che non mi convinceva......

L'idea della maschera, in generale, con tutto quel che comporta in termini di mistero e di celare realtà e sentire diversi mi ha sempre affascinato tuttavia........perchè, più del momento in cui si indossa, mi interessa quello in cui la maschera viene tolta..........

Per voi, ma anche per me.......buona giornata.....

The Mask

"Put off that mask of burning gold
With emerald eyes."
"O no, my dear, you make so bold
To find if hearts be wild and wise,
And yet not cold."

"I would but find what's there to find,
Love or deceit."
"It was the mask engaged your mind,
And after set your heart to beat,
Not what's behind."

"But lest you are my enemy,
I must enquire."
"O no, my dear, let all that be;
What matter, so there is but fire
In you, in me?"

La Maschera

"Tògli quella maschera d'oro ardente
Con gli occhi di smeraldo".
"oh no, mio caro, tu vuoi permetterti
Di scoprire se i cuori sian selvaggi o saggi,
Benché non freddi".

"volevo solo scoprire quel che c'è da scoprire,
Amore o inganno".
"fu la maschera ad attrarre la tua mente
E poi a farti battere il cuore,
Non quel che c'è dietro".

"ma io debbo indagare per sapere
Se tu mi sia nemica".
oh no, mio caro, lascia andar tutto questo;
Che importa, purché ci sia fuoco
In te, in me?
William Butler Yeats

il gioco che vela e rivela ,
il mistero che può custodire
un lieto dialogo d'amore
oppure può anche ferire
se niente sta oltre il mistero...

" Ma di cosa sei fatto , qual è la tua sostanza,
se ombre strane a milioni ti stanno d'intorno?
Perchè ciascuno, ogni singolo, ha soltanto un'ombra,
mentre tu che sei uno puoi gettare da te qualsiasi ombra?

What is your substance, whereof are you made,
That millions of strange shadows on you tend?
Since everyone hath, every one, one shade,
And you , but one, can you every shadow lend.

William Shakespeare, Incipit sonetto 53

Oggi, la sintesi del mio pensiero su Marco........

Non Chiederci La Parola

Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
l'animo nostro informe, e a lettere di fuoco
lo dichiari e risplenda come un croco
perduto in mezzo a un polveroso prato.

Ah l'uomo che se ne va sicuro,
agli altri ed a se stesso amico,
e l'ombra sua non cura che la canicola
stampa sopra uno scalcinato muro!

Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Codesto solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.

Eugenio Montale

Ancora a proposito di parole e di musica ...

Chopin
Poco interessante nella conversazione,
le opinioni non erano il suo forte,
le opinioni sono chiacchere vuote,
quando Delacroix esponeva delle teorie
si faceva irrequieto, lui, che non era
in grado di spiegare i Notturni.
(...)
Chi abbia mai udito
certi suoi preludi,
in case di campagna o
su di un'altura
o dalle finestre aperte di una terrazza
per esempio di un sanatorio,
potrà difficilmente dimenticarlo.

Mai composta un'opera,
nessuna sinfonia,
solo queste progresssioni tragiche
nate dalla certezza dell'arte
ed eseguite con una picccola mano.

Gottfried Benn, prima e ultima strofa di " Chopin"
ottobre 1944 pubblicata in Statische Gedichte ( poesie statiche)

Un ventenne si affaccia al mondo e vede una patria piccola e mediocre (per la quale non vede futuro)

All'Italia

O patria mia, vedo le mura e gli archi
E le colonne e i simulacri e l’erme
Torri degli avi nostri,
Ma la gloria non vedo,
Non vedo il lauro e il ferro ond’eran carchi
I nostri padri antichi. Or fatta inerme,
Nuda la fronte e nudo il petto mostri.
Oimè quante ferite,
Che lividor, che sangue! oh qual ti veggio,
Formosissima donna! Io chiedo al cielo
E al mondo: dite dite;
Chi la ridusse a tale? E questo è peggio,
Che di catene ha carche ambe le braccia;
Sì che sparte le chiome e senza velo
Siede in terra negletta e sconsolata,
Nascondendo la faccia
Tra le ginocchia, e piange.
Piangi, che ben hai donde, Italia mia,
Le genti a vincer nata
E nella fausta sorte e nella ria.
....

Giacomo Leopardi - Canti