Poesia altro respiro
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Re: Poesia altro respiro
@Lev...... :ghirlanda:
israin- Parlo parlo parlo
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Re: Poesia altro respiro
Malimo....come direbbe qualcuno di nostra conoscenza !
Tulip- Parlo poco ma parlo
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Re: Poesia altro respiro
Se il dolore non fosse questa spina,
questa lunga dorsale della vita
forse non saremmo altro che niente,
e dobbiamo ringraziare
che ci venga a visitare e ci porti
notizia delle cose
che nell’ombra ci appaiono e nel turbine.
Daniele Piccini
Inizio fine (Crocetti Editore 2013)
questa lunga dorsale della vita
forse non saremmo altro che niente,
e dobbiamo ringraziare
che ci venga a visitare e ci porti
notizia delle cose
che nell’ombra ci appaiono e nel turbine.
Daniele Piccini
Inizio fine (Crocetti Editore 2013)
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Re: Poesia altro respiro
sorpresa meraviglia e ammirazione profonda! Bravissima LevLevnicolaievic ha scritto:
Ligustro ( 4 giugno 2012 )
Dentro quell'odore di gomma e miele
la vita invece balbettava strofe
e il vento strappava canzoni
dalla voce dei rami
Lev ( - Lorenza Baruffaldi )
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Re: Poesia altro respiro
Non basta aprire la finestra
per vedere la campagna e il fiume.
Non basta non essere ciechi
per vedere gli alberi e i fiori.
Bisogna anche non aver nessuna filosofia.
Con la filosofia non vi sono alberi: vi sono solo idee.
Vi è soltanto ognuno di noi, simile ad una spelonca.
C'è solo una finestra chiusa e tutto il mondo fuori;
e un sogno di ciò che potrebbe esser visto se la finestra si aprisse,
che mai è quello che si vede quando la finestra si apre.
(da Versi sciolti, Fernando Pessoa)
per vedere la campagna e il fiume.
Non basta non essere ciechi
per vedere gli alberi e i fiori.
Bisogna anche non aver nessuna filosofia.
Con la filosofia non vi sono alberi: vi sono solo idee.
Vi è soltanto ognuno di noi, simile ad una spelonca.
C'è solo una finestra chiusa e tutto il mondo fuori;
e un sogno di ciò che potrebbe esser visto se la finestra si aprisse,
che mai è quello che si vede quando la finestra si apre.
(da Versi sciolti, Fernando Pessoa)
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Re: Poesia altro respiro
Cantare è dare senso alle parole.
A tutte le parole del mondo.
La voce è la casa delle parole.
Lo spirito è il mondo delle parole.
Le piccole parole del nostro cuore io le ho amate tutte,le ho prese per mano e le ho lanciate nella vita di ogni giorno,nell'amore di tutti,così che ogni parola potesse diventare una celebrazione.
Le parole che ballano.
Le parole che nascono.
Le parole che partono e non tornano più.
Le parole che restano immobili sulle scale della vita,aspettano raggelate che qualcuno dica loro di salire,che dica a ognuna di loro vieni su con me adesso,parola,è il tuo momento.
Le parole dei miei amici cantautori.
Le parole strapazzate,urlate come in un amore folle.
Le parole dette a bassa voce,tra le lenzuola,di notte.
Le parole sussurrate per non fare male.
Le parole che escono dai dischi ed entrano nelle case.
Nelle case di tutti e ci restano per sempre.
Di generazione in generazione.
Le parole nude,che non si vergognano.
Le parole vestite di dolore.
Le parole nascoste nel cuore.
Le parole che nascono all'improvviso.
Le parole che raccontano di te.
Le parole che ti fanno dimenticare chi sei.
Le parole che ti abbracciano forte..
Fino a stordirti
Fino a farti ridere.
Ridere di essere al mondo.
E dimenticartene,che sei al mondo.
Le parole che pesano.
Le parole leggere come l'aria.
Le parole buffe.
Le parole tremende.
Le parole serie.
Le parole completamente stupide.
Le parole che si accendono una notte.
Le parole che si spengono senza che tu te ne accorga.
Le parole che durano troppo.
Le parole che non si riescono a dire perchè sono troppo importanti.
Le parole che tagliano come vetri.
Le parole su cui puoi camminare a piedi scalzi.
Le parole che invece fanno scivolare.
Le parole che ti spezzano le ossa.
Le parole che ti insegnano a camminare.
Le parole che ti fanno sognare.
E che fanno male.
La parola che uccide.
Mi chiamo... (Mia Martini)
Aldo Nove
A tutte le parole del mondo.
La voce è la casa delle parole.
Lo spirito è il mondo delle parole.
Le piccole parole del nostro cuore io le ho amate tutte,le ho prese per mano e le ho lanciate nella vita di ogni giorno,nell'amore di tutti,così che ogni parola potesse diventare una celebrazione.
Le parole che ballano.
Le parole che nascono.
Le parole che partono e non tornano più.
Le parole che restano immobili sulle scale della vita,aspettano raggelate che qualcuno dica loro di salire,che dica a ognuna di loro vieni su con me adesso,parola,è il tuo momento.
Le parole dei miei amici cantautori.
Le parole strapazzate,urlate come in un amore folle.
Le parole dette a bassa voce,tra le lenzuola,di notte.
Le parole sussurrate per non fare male.
Le parole che escono dai dischi ed entrano nelle case.
Nelle case di tutti e ci restano per sempre.
Di generazione in generazione.
Le parole nude,che non si vergognano.
Le parole vestite di dolore.
Le parole nascoste nel cuore.
Le parole che nascono all'improvviso.
Le parole che raccontano di te.
Le parole che ti fanno dimenticare chi sei.
Le parole che ti abbracciano forte..
Fino a stordirti
Fino a farti ridere.
Ridere di essere al mondo.
E dimenticartene,che sei al mondo.
Le parole che pesano.
Le parole leggere come l'aria.
Le parole buffe.
Le parole tremende.
Le parole serie.
Le parole completamente stupide.
Le parole che si accendono una notte.
Le parole che si spengono senza che tu te ne accorga.
Le parole che durano troppo.
Le parole che non si riescono a dire perchè sono troppo importanti.
Le parole che tagliano come vetri.
Le parole su cui puoi camminare a piedi scalzi.
Le parole che invece fanno scivolare.
Le parole che ti spezzano le ossa.
Le parole che ti insegnano a camminare.
Le parole che ti fanno sognare.
E che fanno male.
La parola che uccide.
Mi chiamo... (Mia Martini)
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israin- Parlo parlo parlo
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Re: Poesia altro respiro
VENT'ANNI
Le voci istruttive esiliate...L'ingenuità fisica amaramente acquietata...Adagio. Ah! l'egoismo infinito dell'adolescenza, l'ottimismo studioso: com'era ricco di fiori il mondo quell'estate! Le arie e le forme morenti...Un coro, per calmare l'impotenza e l'assenza! Un coro di vetri di melodie notturne....Infatti ben presto salteranno i nervi.
(da Illuminazioni, Arthur Rimbaud)
Le voci istruttive esiliate...L'ingenuità fisica amaramente acquietata...Adagio. Ah! l'egoismo infinito dell'adolescenza, l'ottimismo studioso: com'era ricco di fiori il mondo quell'estate! Le arie e le forme morenti...Un coro, per calmare l'impotenza e l'assenza! Un coro di vetri di melodie notturne....Infatti ben presto salteranno i nervi.
(da Illuminazioni, Arthur Rimbaud)
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Re: Poesia altro respiro
DARSI
Scrivere per dar forma al mondo
per delineare il profilo della lacrima,
la tristezza dell'albero abbattuto.
Scrivere per denudarci del mattino appena nato,
per spogliarci del dolore e della gioia,
per ri-vestirci ancora, del sole, del mare,
della coppia che ispira tenerezza senza saperlo.
Liberarci del corpo stesso,
sostituirlo con altri corpi che vivono
e sentono in noi,
condividere l'angoscia, il sorriso, il pane
con gli esseri che creiamo, con il mondo
che ci alimenta senza saperlo
mentre ci diamo,
mentre sentiamo ogni giorno più forte
la necessità di rivoltarci
di darci completamente,
di morire per nutrire la terra
che alimenterà ancora le nostre radici.
G. Belli - L'occhio della donna
Scrivere per dar forma al mondo
per delineare il profilo della lacrima,
la tristezza dell'albero abbattuto.
Scrivere per denudarci del mattino appena nato,
per spogliarci del dolore e della gioia,
per ri-vestirci ancora, del sole, del mare,
della coppia che ispira tenerezza senza saperlo.
Liberarci del corpo stesso,
sostituirlo con altri corpi che vivono
e sentono in noi,
condividere l'angoscia, il sorriso, il pane
con gli esseri che creiamo, con il mondo
che ci alimenta senza saperlo
mentre ci diamo,
mentre sentiamo ogni giorno più forte
la necessità di rivoltarci
di darci completamente,
di morire per nutrire la terra
che alimenterà ancora le nostre radici.
G. Belli - L'occhio della donna
jamila5- Parlo parlo parlo
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Re: Poesia altro respiro
Questo racconto
fu letto su un vecchio giornale.
Io all’epoca ero solo una bambina.
Non conoscevo le lettere.
I capelli biondi spazzolati.
Avevo già sentito dei lupi
e d’altro ancora
nel mondo vasto lontano maligno.
Là nella cascina del bosco distante dalla strada grande.
Un vecchio giornale.
Sulla soffitta
venne messo al riparo dallo scorrere del tempo.
È ingiallito,
le foto strappate.
Prendi la scala, Sali, cerca,
riportalo giù.
Non dico niente.
Io ero allora una bambina.
La quarta pagina.
È là che ritroverai la storia.
Nella grigia tenue luce mattutina
arriva uno stormo di uccelli neri.
In coro
gridano. Cosa? Troppo forte
mi batte il sangue
nelle vene.
Non sento. Non sento, vedo solo
come l’opaco profilo del cielo si staglia
verso levante. Con tale rapidità che si scioglie
la penna tra le giovani dita
ancor prima del tempo.
Verso la grigia tenue luce del mattino
uno a uno, due a due, tre a tre
si disperde lo stormo degli uccelli neri.
C’è chi mi sfiora
la fronte.
Poi sarò stupita anch’io,
da dove sarebbero venute – le rughe
sul mio viso?
Ormai sarà l’ora indifferente del mezzodì.
È giorno in ogni caso.
Che fine hanno fatto i vestiti grigi
lasciati in eredità dalla mia bisavola?
Prima di morire li tolse dall’armadio.
Rammendava arieggiava sistemava.
Li ho conservati per tutta la vita.
Da bambina non li toccavo.
Da giovane sposa non li indossavo.
Ora i tempi sono cambiati –
i venti soffiano attorno a casa.
Vorrei qualcosa di caldo addosso.
Frugo negli armadi, tiro fuori dalla camera
anche l’ultimo straccio, getto tutto nel cortile.
Quei grigi non ci sono, non ci sono
tra quel mucchio di colori.
Ecco che avverto delle voci flebili.
Stanno partendo gli uccelli migratori.
Mari Vallisoo
Parlano e volano. Poesie scelte (1980-2011) LietoColle 2012
Traduzione dall’estone di Mailis Pold
fu letto su un vecchio giornale.
Io all’epoca ero solo una bambina.
Non conoscevo le lettere.
I capelli biondi spazzolati.
Avevo già sentito dei lupi
e d’altro ancora
nel mondo vasto lontano maligno.
Là nella cascina del bosco distante dalla strada grande.
Un vecchio giornale.
Sulla soffitta
venne messo al riparo dallo scorrere del tempo.
È ingiallito,
le foto strappate.
Prendi la scala, Sali, cerca,
riportalo giù.
Non dico niente.
Io ero allora una bambina.
La quarta pagina.
È là che ritroverai la storia.
Nella grigia tenue luce mattutina
arriva uno stormo di uccelli neri.
In coro
gridano. Cosa? Troppo forte
mi batte il sangue
nelle vene.
Non sento. Non sento, vedo solo
come l’opaco profilo del cielo si staglia
verso levante. Con tale rapidità che si scioglie
la penna tra le giovani dita
ancor prima del tempo.
Verso la grigia tenue luce del mattino
uno a uno, due a due, tre a tre
si disperde lo stormo degli uccelli neri.
C’è chi mi sfiora
la fronte.
Poi sarò stupita anch’io,
da dove sarebbero venute – le rughe
sul mio viso?
Ormai sarà l’ora indifferente del mezzodì.
È giorno in ogni caso.
Che fine hanno fatto i vestiti grigi
lasciati in eredità dalla mia bisavola?
Prima di morire li tolse dall’armadio.
Rammendava arieggiava sistemava.
Li ho conservati per tutta la vita.
Da bambina non li toccavo.
Da giovane sposa non li indossavo.
Ora i tempi sono cambiati –
i venti soffiano attorno a casa.
Vorrei qualcosa di caldo addosso.
Frugo negli armadi, tiro fuori dalla camera
anche l’ultimo straccio, getto tutto nel cortile.
Quei grigi non ci sono, non ci sono
tra quel mucchio di colori.
Ecco che avverto delle voci flebili.
Stanno partendo gli uccelli migratori.
Mari Vallisoo
Parlano e volano. Poesie scelte (1980-2011) LietoColle 2012
Traduzione dall’estone di Mailis Pold
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Re: Poesia altro respiro
Io non ho detto loro di te
ma essi videro che ti lavavi nelle mie pupille
io non ho parlato loro di te
ma essi ti hanno letto nel mio inchiostro e nei miei fogli
L’amore ha un profumo
non possono non profumare i campi di pesco.
(Nizar Qabban)
ma essi videro che ti lavavi nelle mie pupille
io non ho parlato loro di te
ma essi ti hanno letto nel mio inchiostro e nei miei fogli
L’amore ha un profumo
non possono non profumare i campi di pesco.
(Nizar Qabban)
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Re: Poesia altro respiro
Cosa è il ritornello di una canzone se non il nostro bisogno di entrare nel ritmo della vita,di respirare tutti assieme la sua poesia,lasciandoci andare al suo incanto?
Ma per capire la poesia bisogna averla dentro.
A molti fa paura,quell'andare a capo.
Dicono che va scritto tutto di seguito.
Sono pochi quelli che ce l'hanno,la poesia. E sono tanti gli altri,quelli che sono pronti a strapparla e a distruggerla perchè non a loro,non a loro è capitata quella grazia. L'essenza della vita.
Ci vogliono poche parole per dire tutto.
Ma bisogna essere capaci di dirle.
E di sentirle.
Da "Mi chiamo..." (Mia Martini)
Aldo Nove
Ma per capire la poesia bisogna averla dentro.
A molti fa paura,quell'andare a capo.
Dicono che va scritto tutto di seguito.
Sono pochi quelli che ce l'hanno,la poesia. E sono tanti gli altri,quelli che sono pronti a strapparla e a distruggerla perchè non a loro,non a loro è capitata quella grazia. L'essenza della vita.
Ci vogliono poche parole per dire tutto.
Ma bisogna essere capaci di dirle.
E di sentirle.
Da "Mi chiamo..." (Mia Martini)
Aldo Nove
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Re: Poesia altro respiro
Più che puoi
Se non puoi farla come vuoi, la vita,
sforzati almeno più che puoi
di non prostituirla
nei contatti eccessivi con la gente,
con i gesti eccessivi e le parole.
Non la prostituire col portarla
troppo sovente in giro, con l’esporla
ai commerci e alle pratiche
della dissennatezza quotidiana
finché diventi estranea ed importuna.
Costantino Kavafis
Se non puoi farla come vuoi, la vita,
sforzati almeno più che puoi
di non prostituirla
nei contatti eccessivi con la gente,
con i gesti eccessivi e le parole.
Non la prostituire col portarla
troppo sovente in giro, con l’esporla
ai commerci e alle pratiche
della dissennatezza quotidiana
finché diventi estranea ed importuna.
Costantino Kavafis
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Re: Poesia altro respiro
liturgia dei gesti
" Con una fronda di mirto giocava
ed una fresca rosa ;
e la sua chioma
le ombrava lieve gli omeri e le spalle "
Archiloco
" Con una fronda di mirto giocava
ed una fresca rosa ;
e la sua chioma
le ombrava lieve gli omeri e le spalle "
Archiloco
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Re: Poesia altro respiro
( Oggi, la felicità )
Felicità raggiunta, si cammina
per te sul fil di lama.
Agli occhi sei barlume che vacilla,
al piede, teso ghiaccio che s'incrina;
e dunque non ti tocchi chi più t'ama.
Se giungi sulle anime invase
di tristezza e le schiari, il tuo mattino
è dolce e turbatore come i nidi alle cimase.
Ma nulla paga il pianto del bambino
a cui fugge il pallone trale case.
Eugenio Montale da " Ossi di seppia"
Felicità raggiunta, si cammina
per te sul fil di lama.
Agli occhi sei barlume che vacilla,
al piede, teso ghiaccio che s'incrina;
e dunque non ti tocchi chi più t'ama.
Se giungi sulle anime invase
di tristezza e le schiari, il tuo mattino
è dolce e turbatore come i nidi alle cimase.
Ma nulla paga il pianto del bambino
a cui fugge il pallone trale case.
Eugenio Montale da " Ossi di seppia"
Levnicolaievic- Parlo parlo parlo
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Re: Poesia altro respiro
" Rossa vampa - è il mattino-
il viola- è il mezzogiorno -
giallo il giorno che cala -
e dopo - nulla-
ma scintille a migliaia - sulla sera -
rivelano l'ampiezza dell'incendio
che devasta l'argenteo territorio
senza mai consumarlo -
469- Emily Dickison
The Red - Blaze - is the Morning -
The Violet - is Noon -
The Yellow - Day - is falling -
And after that - is none -
But Miles of Sparks - at Evening -
Reveal the Width that burned -
The Territory Argent- that
Never yet - consumed -
il viola- è il mezzogiorno -
giallo il giorno che cala -
e dopo - nulla-
ma scintille a migliaia - sulla sera -
rivelano l'ampiezza dell'incendio
che devasta l'argenteo territorio
senza mai consumarlo -
469- Emily Dickison
The Red - Blaze - is the Morning -
The Violet - is Noon -
The Yellow - Day - is falling -
And after that - is none -
But Miles of Sparks - at Evening -
Reveal the Width that burned -
The Territory Argent- that
Never yet - consumed -
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Re: Poesia altro respiro
poeti greci contemporanei
La semplicità del terrore
È semplice: Il terrore non ti fa morire.
Il terrore ti fa solo rinascere.
Ti estrae il serpente dal ventre.
L’ostetrico ti sorride, perché
vivi una tanto eterea notte.
È semplice: Il terrore non ti umilia.
T’innalza all’ altezza delle circostanze.
Semplicemente, cammini sopra te stesso.
Il terrore non ha urgenza. Ti aspetta.
Puoi, pensandoci, sfuggire.
Semplicemente, non puoi pensare.
Nel terrore uno e uno fanno due.
Semplicemente, non trovi il primo e il secondo:
in questo momento l’uno ti cerca
e il secondo gli mostra dove ti trovi.
Il terrore provvede. Ha sangue freddo.
D ’altronde sapete entrambi cosa concederà.
Si beve un altro sorso di caffè
e semplicemente alza gli occhi su di te.
È semplice: La voce del vento,
i sussurri saggi delle rovine,
lo straccio d’umidità che rimane
in qualche angolo d’ombra della febbre,
tutto scivola dentro il tombino.
Il sole poggia il dito sopra il vetro
e trasali. Era questo. Ora vedrai
in tutta la sua semplicità, il terrore.
Demetre Christodoùlu
Δήμητρα Χ. Χριστοδούλου
La semplicità del terrore
È semplice: Il terrore non ti fa morire.
Il terrore ti fa solo rinascere.
Ti estrae il serpente dal ventre.
L’ostetrico ti sorride, perché
vivi una tanto eterea notte.
È semplice: Il terrore non ti umilia.
T’innalza all’ altezza delle circostanze.
Semplicemente, cammini sopra te stesso.
Il terrore non ha urgenza. Ti aspetta.
Puoi, pensandoci, sfuggire.
Semplicemente, non puoi pensare.
Nel terrore uno e uno fanno due.
Semplicemente, non trovi il primo e il secondo:
in questo momento l’uno ti cerca
e il secondo gli mostra dove ti trovi.
Il terrore provvede. Ha sangue freddo.
D ’altronde sapete entrambi cosa concederà.
Si beve un altro sorso di caffè
e semplicemente alza gli occhi su di te.
È semplice: La voce del vento,
i sussurri saggi delle rovine,
lo straccio d’umidità che rimane
in qualche angolo d’ombra della febbre,
tutto scivola dentro il tombino.
Il sole poggia il dito sopra il vetro
e trasali. Era questo. Ora vedrai
in tutta la sua semplicità, il terrore.
Demetre Christodoùlu
Δήμητρα Χ. Χριστοδούλου
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Località : Lago Maggiore
Re: Poesia altro respiro
dites-moi l’été l’or ou l’art d’aimer
les heures tissent la pointe du jour
avec les doigts gourds du songe
la corne de l’œil est faite d’images
que l’âge orne seul
gare éteinte au fond des rues
vieux corps saoul du temps passé
quelle ombre au tableau me dépeint
regard médusé
sabot de lune dans la clarté
la mort usée m’épingle
nuance au musée des reflets
lointaine nudité de l’âme
juste sous les nuages
dans le verger aux corneilles
*
ditemi l’estate l’oro o l’arte d’amare
le ore intrecciano il far dell’alba
con le congelate dita del sogno
la cornea dell’occhio è fatta d’immagini
fregiate soltanto dall’età
spenta stazione in fondo alle strade
vecchio corpo ebbro del tempo andato
quale ombra mi descrive sul quadro
sguardo sbigottito
zoccolo di luna nel chiarore
la morte consumata mi agguanta
sfumatura al museo dei riflessi
lontana nudità dell’anima
appena sotto le nubi
nel frutteto delle cornacchie
Hubert Haddad, in
" Fili d'aquilone " rivista on line, numero 30
les heures tissent la pointe du jour
avec les doigts gourds du songe
la corne de l’œil est faite d’images
que l’âge orne seul
gare éteinte au fond des rues
vieux corps saoul du temps passé
quelle ombre au tableau me dépeint
regard médusé
sabot de lune dans la clarté
la mort usée m’épingle
nuance au musée des reflets
lointaine nudité de l’âme
juste sous les nuages
dans le verger aux corneilles
*
ditemi l’estate l’oro o l’arte d’amare
le ore intrecciano il far dell’alba
con le congelate dita del sogno
la cornea dell’occhio è fatta d’immagini
fregiate soltanto dall’età
spenta stazione in fondo alle strade
vecchio corpo ebbro del tempo andato
quale ombra mi descrive sul quadro
sguardo sbigottito
zoccolo di luna nel chiarore
la morte consumata mi agguanta
sfumatura al museo dei riflessi
lontana nudità dell’anima
appena sotto le nubi
nel frutteto delle cornacchie
Hubert Haddad, in
" Fili d'aquilone " rivista on line, numero 30
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Re: Poesia altro respiro
in ricordo di Seamus Heaney,
da "Death of a naturalist "
(traduzione di Giuseppe Genna)
Le tasche dei cappotti piene d'orzo -
per il percorso intero niente cucine, impossibile accamparsi -
veloci improvvisi ci spostavamo sulla nostra terra.
Dietro le trincee, il prete, coi disperati.
Un popolo a piedi tra mille stenti
che marciava scoprendo ogni giorno una tattica diversa:
con picche passare da parte a parte redini e cavaliere
e spronare le mandrie imbufalite contro i fanti,
poi disarcionare cavallerie, ritiràti tra gli steccati.
Finché, a Vinegar Hill, il conclave fatale.
Sui terrapieni morirono a migliaia,
facendo con falci battaglia a cannoni.
Fu rossa la collina intrisa del sangue della nostra ondata infranta.
Senza sudario o bara ci diedero sepoltura.
Dalle tombe in Agosto crebbe l'orzo.
[The pockets of our greatcoats full of barley - / No kitchens on the run, no striking camp - / We moved quick and sudden in our own country. / The priest lay behind ditches with the tramp. / A people, hardly marching - on the hike - / We found new tatics happening each day: / We'd cut through reins and rider with the pike / and stampede cattle into infantry, / Then retreat through hedges where cavalry must be thrown. / Until, on Vinegar Hill, the fatal conclave. / Terraced thousands died, shaking scythes at cannon. / The hillside blushed, soaked in our broken wave. / They buried us without shroud or coffin. / And in August the barley grew up out of the grave.]
da "Death of a naturalist "
(traduzione di Giuseppe Genna)
Le tasche dei cappotti piene d'orzo -
per il percorso intero niente cucine, impossibile accamparsi -
veloci improvvisi ci spostavamo sulla nostra terra.
Dietro le trincee, il prete, coi disperati.
Un popolo a piedi tra mille stenti
che marciava scoprendo ogni giorno una tattica diversa:
con picche passare da parte a parte redini e cavaliere
e spronare le mandrie imbufalite contro i fanti,
poi disarcionare cavallerie, ritiràti tra gli steccati.
Finché, a Vinegar Hill, il conclave fatale.
Sui terrapieni morirono a migliaia,
facendo con falci battaglia a cannoni.
Fu rossa la collina intrisa del sangue della nostra ondata infranta.
Senza sudario o bara ci diedero sepoltura.
Dalle tombe in Agosto crebbe l'orzo.
[The pockets of our greatcoats full of barley - / No kitchens on the run, no striking camp - / We moved quick and sudden in our own country. / The priest lay behind ditches with the tramp. / A people, hardly marching - on the hike - / We found new tatics happening each day: / We'd cut through reins and rider with the pike / and stampede cattle into infantry, / Then retreat through hedges where cavalry must be thrown. / Until, on Vinegar Hill, the fatal conclave. / Terraced thousands died, shaking scythes at cannon. / The hillside blushed, soaked in our broken wave. / They buried us without shroud or coffin. / And in August the barley grew up out of the grave.]
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Re: Poesia altro respiro
Il Buongiorno
In verità mi chiedo che cosa abbiamo fatto
io e te, prima di amarci. Non eravamo svezzati fino allora?
Succhiavamo rustici piaceri, come neonati?
O russavamo nell’antro dei sette dormienti?
Era così. Salvo il presente, tutti i piaceri non sono che fantasie.
Se mai ho visto bellezza
che desiderai e possedetti, non fu che sogno di te.
E allora buongiorno alle nostre anime che si destano,
che non si vegliano a vicenda per timore;
poiché l’amore frena ogni amore di altra vista,
e fa di una stanza angusta un universo.
Lascia che esploratori abbiano scoperto per mare nuovi mondi,
che le carte mostrino ad altri mondi e mondi;
a noi il possesso di uno solo, ciascuno ha un mondo, ed è un mondo.
Il volto mio nell’occhio tuo, il tuo nel mio appare,
e cuori semplici e sinceri risiedono nei volti;
dove trovare due migliori emisferi
senza aspro Nord, senza declinante Occidente?
Quello che muore, è fatto di parti inegualmente commiste;
se i nostri due amori sono uno, o tu ed io
nutriamo un amore uguale, che nessuno è in difetto,
nessuno dei due amori può morire.
John Donne
I wonder, by my troth, what thou, and I
Did, till we lov'd? Were we not wean'd till then?
But suck'd on country pleasures, childishly?
Or snorted we in the seven sleepers' den?
'Twas so; but this, all pleasures fancies be.
If ever any beauty I did see,
Which I desir'd and got, 'twas but a dream of thee.
And now good morrow to our waking souls,
Which watch not one another out of fear;
For love, all love of other sights controls,
And makes one little room, an everywhere.
Let sea-discoverers to new worlds have gone,
Let Maps to other, worlds on worlds have shown,
Let us possess one world, each hath one, and is one.
My face in thine eye, thine in mine appears,
And true plain hearts do in the faces rest
Where can we find two better hemispheres
Without sharp North, without declining West?
Whatever dies was not mixed equally;
If our two loves be one, or thou and I
Love so alike, that none do slacken, none can die.
In verità mi chiedo che cosa abbiamo fatto
io e te, prima di amarci. Non eravamo svezzati fino allora?
Succhiavamo rustici piaceri, come neonati?
O russavamo nell’antro dei sette dormienti?
Era così. Salvo il presente, tutti i piaceri non sono che fantasie.
Se mai ho visto bellezza
che desiderai e possedetti, non fu che sogno di te.
E allora buongiorno alle nostre anime che si destano,
che non si vegliano a vicenda per timore;
poiché l’amore frena ogni amore di altra vista,
e fa di una stanza angusta un universo.
Lascia che esploratori abbiano scoperto per mare nuovi mondi,
che le carte mostrino ad altri mondi e mondi;
a noi il possesso di uno solo, ciascuno ha un mondo, ed è un mondo.
Il volto mio nell’occhio tuo, il tuo nel mio appare,
e cuori semplici e sinceri risiedono nei volti;
dove trovare due migliori emisferi
senza aspro Nord, senza declinante Occidente?
Quello che muore, è fatto di parti inegualmente commiste;
se i nostri due amori sono uno, o tu ed io
nutriamo un amore uguale, che nessuno è in difetto,
nessuno dei due amori può morire.
John Donne
I wonder, by my troth, what thou, and I
Did, till we lov'd? Were we not wean'd till then?
But suck'd on country pleasures, childishly?
Or snorted we in the seven sleepers' den?
'Twas so; but this, all pleasures fancies be.
If ever any beauty I did see,
Which I desir'd and got, 'twas but a dream of thee.
And now good morrow to our waking souls,
Which watch not one another out of fear;
For love, all love of other sights controls,
And makes one little room, an everywhere.
Let sea-discoverers to new worlds have gone,
Let Maps to other, worlds on worlds have shown,
Let us possess one world, each hath one, and is one.
My face in thine eye, thine in mine appears,
And true plain hearts do in the faces rest
Where can we find two better hemispheres
Without sharp North, without declining West?
Whatever dies was not mixed equally;
If our two loves be one, or thou and I
Love so alike, that none do slacken, none can die.
Levnicolaievic- Parlo parlo parlo
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Re: Poesia altro respiro
Pioggia
La pioggia ha un vago segreto di tenerezza
una sonnolenza rassegnata e amabile,
una musica umile si sveglia con lei
e fa vibrare l'anima addormentata del paesaggio.
È un bacio azzurro che riceve la Terra,
il mito primitivo che si rinnova.
Il freddo contatto di cielo e terra vecchi
con una pace da lunghe sere.
È l'aurora del frutto. Quella che ci porta i fiori
e ci unge con lo spirito santo dei mari.
Quella che sparge la vita sui seminati
e nell'anima tristezza di ciò che non sappiamo.
La nostalgia terribile di una vita perduta,
il fatale sentimento di esser nati tardi,
o l'illusione inquieta di un domani impossibile
con l'inquietudine vicina del color della carne.
L'amore si sveglia nel grigio del suo ritmo,
il nostro cielo interiore ha un trionfo di sangue,
ma il nostro ottimismo si muta in tristezza
nel contemplare le gocce morte sui vetri.
E son le gocce: occhi d'infinito che guardano
il bianco infinito che le generò.
Ogni goccia di pioggia trema sul vetro sporco
e vi lascia divine ferite di diamante.
Sono poeti dell'acqua che hanno visto e meditano
ciò che la folla dei fiumi ignora.
O pioggia silenziosa; senza burrasca, senza vento,
pioggia tranquilla e serena di campani e di dolce luce,
pioggia buona e pacifica, vera pioggia,
quando amorosa e triste cadi sopra le cose!
O pioggia francescana che porti in ogni goccia
anime di fonti chiare e di umili sorgenti!
Quando scendi sui campi lentamente
le rose del mio petto apri con i tuoi suoni.
Il canto primitivo che dici al silenzio
e la storia sonora che racconti ai rami
il mio cuore deserto li commenta
in un nero e profondo pentagramma senza chiave.
La mia anima ha la tristezza della pioggia serena,
tristezza rassegnata di cosa irrealizzabile,
ho all'orizzonte una stella accesa
e il cuore mi impedisce di contemplarla.
O pioggia silenziosa che gli alberi amano
e sei al piano dolcezza emozionante:
da' all'anima le stesse nebbie e risonanze
che lasci nell'anima addormentata del paesaggio!
Federico Garcia Lorca
La pioggia ha un vago segreto di tenerezza
una sonnolenza rassegnata e amabile,
una musica umile si sveglia con lei
e fa vibrare l'anima addormentata del paesaggio.
È un bacio azzurro che riceve la Terra,
il mito primitivo che si rinnova.
Il freddo contatto di cielo e terra vecchi
con una pace da lunghe sere.
È l'aurora del frutto. Quella che ci porta i fiori
e ci unge con lo spirito santo dei mari.
Quella che sparge la vita sui seminati
e nell'anima tristezza di ciò che non sappiamo.
La nostalgia terribile di una vita perduta,
il fatale sentimento di esser nati tardi,
o l'illusione inquieta di un domani impossibile
con l'inquietudine vicina del color della carne.
L'amore si sveglia nel grigio del suo ritmo,
il nostro cielo interiore ha un trionfo di sangue,
ma il nostro ottimismo si muta in tristezza
nel contemplare le gocce morte sui vetri.
E son le gocce: occhi d'infinito che guardano
il bianco infinito che le generò.
Ogni goccia di pioggia trema sul vetro sporco
e vi lascia divine ferite di diamante.
Sono poeti dell'acqua che hanno visto e meditano
ciò che la folla dei fiumi ignora.
O pioggia silenziosa; senza burrasca, senza vento,
pioggia tranquilla e serena di campani e di dolce luce,
pioggia buona e pacifica, vera pioggia,
quando amorosa e triste cadi sopra le cose!
O pioggia francescana che porti in ogni goccia
anime di fonti chiare e di umili sorgenti!
Quando scendi sui campi lentamente
le rose del mio petto apri con i tuoi suoni.
Il canto primitivo che dici al silenzio
e la storia sonora che racconti ai rami
il mio cuore deserto li commenta
in un nero e profondo pentagramma senza chiave.
La mia anima ha la tristezza della pioggia serena,
tristezza rassegnata di cosa irrealizzabile,
ho all'orizzonte una stella accesa
e il cuore mi impedisce di contemplarla.
O pioggia silenziosa che gli alberi amano
e sei al piano dolcezza emozionante:
da' all'anima le stesse nebbie e risonanze
che lasci nell'anima addormentata del paesaggio!
Federico Garcia Lorca
puparock- Parlo poco ma parlo
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Re: Poesia altro respiro
Da lontano
Qualche volta, piano piano, quando la notte
si raccoglie sulle nostre fronti e si riempie di silenzio,
e non c'è più posto per le parole
e a poco a poco si raddensa una dolcezza intorno
come una perla intorno al singolo grano di sabbia,
una lettera alla volta pronunciamo un nome amato
per comporre la sua figura; allora la notte diventa cielo
nella nostra bocca, e il nome amato un pane caldo, spezzato.
-- Pierluigi Cappello
Qualche volta, piano piano, quando la notte
si raccoglie sulle nostre fronti e si riempie di silenzio,
e non c'è più posto per le parole
e a poco a poco si raddensa una dolcezza intorno
come una perla intorno al singolo grano di sabbia,
una lettera alla volta pronunciamo un nome amato
per comporre la sua figura; allora la notte diventa cielo
nella nostra bocca, e il nome amato un pane caldo, spezzato.
-- Pierluigi Cappello
Levnicolaievic- Parlo parlo parlo
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Località : Lago Maggiore
Re: Poesia altro respiro
Ascoltavo la pioggia
domandare al silenzio
quale fragile ardore
sillabava e moriva.
L'infinito tendeva
ori e stralci di rosso
profumando le pietre
di strade lontane.
Mi abitavano i sogni
odorosi di muschio
quando il fiume impetuoso
scompigliava l'oceano.
Ascoltavo la pioggia
domandare al silenzio
quanti nastri di strade
annodavano il cuore.
E la pioggia piangeva
asciugandosi al vento
sopra tetti spioventi
di desolati paesi.
Alda Merini
domandare al silenzio
quale fragile ardore
sillabava e moriva.
L'infinito tendeva
ori e stralci di rosso
profumando le pietre
di strade lontane.
Mi abitavano i sogni
odorosi di muschio
quando il fiume impetuoso
scompigliava l'oceano.
Ascoltavo la pioggia
domandare al silenzio
quanti nastri di strade
annodavano il cuore.
E la pioggia piangeva
asciugandosi al vento
sopra tetti spioventi
di desolati paesi.
Alda Merini
puparock- Parlo poco ma parlo
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Località : Roma
Re: Poesia altro respiro
Il vederla è un quadro
Sentirla una canzone
Conoscerla un eccesso
Innocente come giugno
Non conoscerla una pena
Averla per amica
Un calore tanto vicino come se il sole
Ti splendesse in mano.
Emily Dickinson
Levnicolaievic- Parlo parlo parlo
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Località : Lago Maggiore
Re: Poesia altro respiro
Pescatore
Come un pescatore butto le mie lenze
nel mare della vita, per cercare
anime assetate ed affamate
di dolci emozioni e fresche sensazioni,
per regalare loro un sogno
o qualcosa per cui sognare.
Ed ogni volta uno spicchio
della mia anima viene messo
in comunione con loro,
dandomi una gioia infinita e
facendomi camminare a testa alta
nel selciato della vita.
Come un pescatore torno a casa
al tramonto con le reti piene
e con un sorriso sul mio stanco viso,
nel mare della poesia e delle passioni
ci sono onde colme di infinite vibrazioni
e di immensi sentimenti da gustare.
P. Olivero
Come un pescatore butto le mie lenze
nel mare della vita, per cercare
anime assetate ed affamate
di dolci emozioni e fresche sensazioni,
per regalare loro un sogno
o qualcosa per cui sognare.
Ed ogni volta uno spicchio
della mia anima viene messo
in comunione con loro,
dandomi una gioia infinita e
facendomi camminare a testa alta
nel selciato della vita.
Come un pescatore torno a casa
al tramonto con le reti piene
e con un sorriso sul mio stanco viso,
nel mare della poesia e delle passioni
ci sono onde colme di infinite vibrazioni
e di immensi sentimenti da gustare.
P. Olivero
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