Marco: ambizioni, scelte, direzioni e gestione

Io ho sempre avuto una speranza per Marco. Ogni volta che mi ha lasciato a bocca aperta interpretando una canzone, ogni volta che l'ho visto a pochi passi da me su un palco....

E questo desiderio è che trovi qualcuno che gli dia una mano a crescere e sfruttare completamente i suoi immensi talenti (perchè nel cuo caso non è solo la voce il suo talento....).

Desidero per lui belle canzoni, desidero canzoni che lo rappresentino, canzoni che come dissi già una volta siano canzoni UNIVERSALI che parlino di lui, ma anche di tutti noi.
Marco è bravo, bravissimo sul palco, ha una voce spettacolare, ha fisicità, ha capacità interpretative. Con belle canzoni può andare ovunque.

Alcune di voi hanno scritto che deve prima trovare sicurezza, sono d'accordo, ma vi immaginate se avesse in mano belle canzoni (mi ripeto ma per me è quello che conta)? Sarebbe così insicuro secondo voi?
E se trovasse qualcuno che lo gestisse come si deve, senza pensare a giochini di vario tipo coi fan, e magari lo portassero oltre Italia a registrare un disco? O a vedere davvero come funzionano le cose all'estero?
Elisa a 16 anni, col primo disco andò in America a registrare...e non era nessuno allora. Perchè ci dobbiamo accontentare?
Perchè non dare tempo al tempo lavorando per davvero?

@london: e stra Secondo me, se non si allargano i suoi orizzonti, alla luce dei nuovi eventi, il mio timore è che si ritrovi a fare la solita trafila uguale all'anno scorso: stesso tipo di Tour, stesse "piccole apparizioni" (per grazia ricevuta dammmariaaa) nelle stesse trasmissioni, stesse "piccole interviste" nelle radio ecc.
Tutti i riconoscimenti avuti nel 2010 rimarrebbero a sedimentare senza essere il giusto trampolino per un vero e proprio lancio alla grande che Marco, a parer mio si merita tutto.
Io la vedo come una grossa frenata......che non gli serve a maturare.... ma forse è presto per dirlo perchè sto' ragionando sull'onda emotiva dell'affare LOZZA......spero tanto di ricredermi fra qualche mese.......

Sonsoles ha scritto:
Tutti i riconoscimenti avuti nel 2010 rimarrebbero a sedimentare senza essere il giusto trampolino per un vero e proprio lancio alla grande che Marco, a parer mio si merita tutto.
.

Tra l'altro, non per essere pessimista, ma non credo che in questo 2011 farà incetta di premi come l'anno scorso. Non penso che si riconfermerà Uomo dell'anno ai TRL Awards e non credo che rivincerà gli EMA anche perché potrebbero cambiare le candidature quest'anno.

Ultimamente quando penso a Marco, associo la sua immagine sempre a una senzazione di fragilità e debolezza: può essere una proiezione anche questa, ma l'anno scorso , per esempio nel rapporto con Morgan a Xf3 , l'avevo percepito anche come persona di carattere , che sa farsi valere quando ci si comporta in modo scorretto-esageratamente provocatorio nei suoi confronti, come spesso faceva Morgan( anche per smuoverlo dalla sua pigrizia esistenziale ed artistica) Adesso vedo solo i suoi lati di fragilità, di esposizione alla manipolazione altrui..anche queste ultime faccende sono simboliche di una situazione-limite...queste persone che lo circondano forse sono diventate troppo sicure di sè prallelamente all'indebolimento di Marco, che può essere riprecipitato in uno stato di pigrizia esistenziale, può accadere dopo stati euforici prolungati...una sorta di down, che lo porta a rifuguiarsi negli studi di registrazione , disinteressandosi di tutto, ci vorrebbe ancora Morgan a scrollarlo.....in questa Italia dove pare che il fondo non si tocchi mai spero che non ci tocchi anche in questa primavera di marco vederlo sbattacchioato di qua e di là... altro che San Sebastiano martire!!! :scappaverme:

..bellissime parole Lev......ti quoto alla grande.....
mi sto facendo prendere dallo sconforto....non e' da me!!!!!
...devo reagire...assolutamente!!! :morgansuona: :morgansuona:

Stavo leggendo un saggio di Pierluigi Sacco (economista dell'arte) sulla percezione dell'essere artista, su significati e problemi che questa condizione oggi pone.....metto qui alcuni stralci, che mi sembrano adatti al momento di riflessione che stiamo rincorrendo in questi giorni....


L’ottenimento di un determinato livello di riconoscimento, per un artista, è funzionale alla possibilità di poter lavorare: senza riconoscimento, a meno che non si sia ricchi di famiglia, è difficile trovare le risorse per produrre ciò che si vorrebbe, o anche soltanto per portare avanti la ricerca che viene prima ancora della formalizzazione e della produzione del lavoro. Ma una cosa è preoccuparsi del riconoscimento in quanto “vincolo di sostenibilità” del proprio lavoro, un’altra è far diventare il riconoscimento l’obiettivo del proprio lavoro. Quando questo accade,l’artista si perde in considerazioni “strategiche” che non sono più motivate dall’esplorare e sviluppare una sua narrazione personale, ma dall’adattarsi nel modo più efficiente alle dinamiche di ricezione e di consenso che si ritiene valgano in quel determinato momento, e che sono ritenute (a ragione) funzionali all’ottenimento di un riconoscimento immediato. E se effettivamente un artista è particolarmente bravo ad analizzare queste dinamiche e particolarmente versatile nella sua affabulazione linguistica, è anche possibile che quel riconoscimento immediato lo ottenga. Ma così facendo, condanna quasi certamente il suo lavoro a una significatività legata appunto allo “spirito del momento”, e quindi a un appassimento rapido e spesso definitivo. Vi sono anche casi di artisti che esprimono posizioni interessanti e innovative ma che, raggiunti da un consenso troppo precoce e troppo intenso, finiscono per cristallizzare quelle posizioni fino a diventare prevedibili e ripetitivi, perdendo così il filo della propria narrazione, spesso definitivamente.

(…..)
Un artista, in fondo, sa che la sua scommessa esistenziale non può avere senso in quanto
è capace di produrre un riconoscimento. Mi rendo conto che è molto difficile prenderne atto oggi, in un momento in cui l’arte ha un peso così centrale nelle dinamiche di status, in un momento in cui nella comunicazione alla parola “artista” deve seguire subito, pressoché meccanicamente, il qualificativo “di successo”, in un momento in cui l’artista deve essere sempre lì pronto a sciorinare i suoi mille impegni, i suoi mille successi, per poter essere preso sul serio. Ma la sostanza non cambia. Cambia soltanto il fatto che voler essere artista oggi è una scommessa esistenziale ancora più precaria e rischiosa che nel passato. È bene saperlo, e sapere che il modo migliore di vivere questa scommessa è “restare dentro” la propria narrazione: di quella ci si può privare soltanto da soli.
 

Pierluigi Sacco – economista dell'arte.

cassandra ha scritto:Cambia soltanto il fatto che voler essere artista oggi è una scommessa esistenziale ancora più precaria e rischiosa che nel passato. È bene saperlo, e sapere che il modo migliore di vivere questa scommessa è “restare dentro” la propria narrazione: di quella ci si può privare soltanto da soli.

Pierluigi Sacco – economista dell'arte.

Era il dubbio che ponevo qualche pagina dietro, forse scrivo un saggio

Ma non aggiunge nulla che possa farci andare oltre... è quello che diceva Marco "poi sul palco che ci porto?".
Forse tutto dipende dalla grandezza dell'artista e della sua narrazione?

Lo so Jazz....non è facile andare oltre questo se non sappiamo realmente Marco cosa vuole fare di sè, della sua arte, quali sono le sue aspettative a medio e lungo termine.....
Noi abbiamo solo qualche notizia mediata da parenti svedesi, animali domestici, valletti, amici, gatti e volpi che lo accompagnano......per questo pensavo che in questo momento mi piacerebbe veramente sentire la sua voce su di sè e il suo lavoro. E non, ma solo per una volta, il suo canto.....Perchè come al solito gli altri spifferano, confidano, compongono versi, ma la faccia ce la mette sempre e solo lui.

No mi azzardo a dare un giudizio...
Dico soltanto che quoto Malefika. Il suo discorso non fa una piega. 

Un piccolo appunto lo faccio, ma più che un appunto, un aneddoto.
Ogni settimana vado a fare un giretto al Virgin ascoltare le novità di qualsiasi tipo. Lo faccio da anni.
Da novembre scorso e dalla "vittoria" ai Mtv award, non mi dimenticavo mai di andare nelle sezione Italia e Internazionale per vedere se non spuntava per caso un ReMatto Live...
Boh, non so, poteva esserci una bella sorpresina dopo l'esposizione mediatica (nei siti web) in Inghilterra ma soppratutto in Francia. 
Un bel sticker sul Cd annunciando Best European Act, Mtv award 2010. Aho ! un sticker cosi avrebbe fatto la sua bella figura su un cd/dvd live !! incuriosando la gente....

Era come un rituale, andavo per primo a controlare se...
Ma niente, non c'era Re Matto Live. Nella sezione Italia sempre i soliti noti, ovvero, e le elenquo tutti : Conte, Pausini, Ferro, Bocceli, Ramazzotti, Celentano, Mina e Zucchero...   

Una settimana fà ci andavo sperando di dare in anteprima una notizia che avrebbe dato soddifazzione ai fan di Mengoni, ovvero " Marco è distribuito a Parigi !!!".
No, niente di niente.
Questa mattina faccio il solito giretto. Sezione Italia, niente.
Poi l' internazionale. Niente di niente.
Allora posso cominciare ad ascoltare la musica proposta da Virgin.
E che vedo ?!
Mengoni ?? no, no. Ma ho subito riccordato tutto il discorso fatto qui.
C'era il cd di Malika Ayana "grovilio" se non sbaglio, proposto all'ascolto !!
Mazza ! guarda questa...
Ma devo elogiare la produzione artistica. Un lavoro azzecatissimo per il mercato estero.
Ora non c'è via d'uscita. Marco è un talento cosi eccezionale che il prossimo lavoro del clan Mengoni dovrà essere proposto all'estero. C'è la Ayana ! figurarsi che non potrebbe esserci Marco !
Solo li capiremmo molte cose.

Ah si ! Oggi c'era anche il cd di Raphael Gualazzi. Ho comprato solo quello.

Ps: ma vi siete chiesto per qualle raggione Ligabue e Vasco non mettono piedi all'estero ?
E se Marco, come speriamo, non fa il neo-melodico, qualle sono le sue chance di farcerla... all'estero ? 

@ Joe

tu il Re Matto Live ce l'hai? E se lo paragoni al CD di Malika, al di là del talento di Marco, ti sembra che potesse essere orgogliosamente distribuito all'estero?
Capisco la possibilità di sfruttare il premio di MTV, ma non rischiava di bruciarsi?
Non rischiava che anche all'estero passasse l'idea del bel ragazzo idolo di ragazzine che non avendo niente da fare hanno votato fino a far bruciare tastiere e modem pur di vederlo vincere?

Zucchero e Ferro non fanno propriamente neomelodico... e il potenziale di Marco è sicuramente superiore a Ferro, con Zucchero non faccio paragoni, se non altro per le collaborazioni. Forse qualche chance ce l'ha, non credi?

Joe bisogna avere pazienza. E aspettare la sua nuova produzione per proporlo all'estero.
Sono sicura che neanche lui avrebbe voluto (non sappiamo se gliel'hanno proposto) dare l'immagine del Re Matto fuori confine....da come ne ha parlato dalla pina dicendo che Re matto è morto o sta per morire (dai vari resoconti in rete è trapelato questo) lui non se la sarebbe sentita di presentarsi fuori confine con "quel" prodotto.......è molto critico e esigente Marco. E sta lavorando a qualcosa di più rappresentativo......e poi deve imparare l'inglese e migliorare la sua comunicativa........troppo acerbo. Noi sappiamo le sue potenzialità ma acora non le ha espresse. Deve studiare e crescere come persona....l'Artista c'è. E noi lo aspetteremo al confine quando sarà ora.

Joe ha scritto:

Ps: ma vi siete chiesto per qualle raggione Ligabue e Vasco non mettono piedi all'estero ?

Vado un attimo OT per dirti che ho ascoltato l'intervista che Linus ha fatto al Liga chiedendogli se aveva rammarico di essere arrivato al successo tardi (intorno ai 30 anni) e Liga ha risposto che andava bene così perchè se arrivi al successo quando sei roppo giovane quasi sempre diventi "stronzo" (cit.letterale) si rammaricava invece per il fatto che a quell'età era tardi per proporti all'estero,stare in giro all'estero per promozioni, tour ecc. laciando qui legami che a 30-35 anni già hai consolidato.
Inutile dire che il mio pensiero è corso subito a Marco . Sono sempre più convinta che Marco farebbe bene ad andare abroad.

cassandra ha scritto:......e poi deve imparare l'inglese e migliorare la sua comunicativa........troppo acerbo. Noi sappiamo le sue potenzialità ma acora non le ha espresse. Deve studiare e crescere come persona....l'Artista c'è. E noi lo aspetteremo al confine quando sarà ora.

Il mio parere è che all'età di Marco puoi studiare l'Inglese a tavolino certo.....ma è molto meglio se ti ci immergi. Impari di più, più velocemente e meglio se vai all'estero, apri la mente a nuove correnti musicali, conosci artisti che hanno altri parametri musicali ecc.
Insomma secondo me andare anche un po' allo sbaraglio fà crescere molto di più e meglio che non restare qui in Italia a fare giochetti che TRL , SMS votanti e premi finti......
poi io houna fiducia cieca nelle qualità di Marco, il suo orecchio, la sua capacità di adeguarsi a quello che ha intorno, il suo linguaggio "essenziale" mi convincono che se fosse catapultato all'estero (quindi senza l'alibi della sua indolenza) ci si troverebbe alla fine molto bene.
A tornare in Italia c'è sempre tempo e sicuramente tornerebbe molto ma moolto più forte (artisticamente) di prima.

...secondo me un ragazzo che non e' in grado di chiamarsi da solo un Taxi e che si vergogna a prenotare una cena al ristorante......non e' ancora pronto ad andare all'estero.....oltre naturalmente a tutto il resto sul discorso della musica etc...etc...

Sono d'accordo con Son..... ti butti...ti rompi un pò le ossa( metaforicamente ) ma hai anche tempo per guarire ..e poi ti sembra tutto interessante.. a Marco servirebbe assai, sia musicalmente che umanamente, ma senza aver dietro tutto il circolo dei miracoli: in fondo è stato proiettato dalla scuola superiore dentro a Xfactor e gli manca un pò d'esperienza umana fatta in solitudine per capire come va il mondo...magari soltanto viaggiare con un amico e tornare a studiare..... gli è successso tutto troppo in fretta e mi rendo conto che dire adesso:" fermati... torna indietro...riprenditi i tuoi spazi-tempi" suona un pò irreale....la via per tornare a sè stesso mantenendo il livello che ha raggiunto forse non esiste, o richiederebbe molto carattere per essere percorsa, comporterebbe perdere posizioni in Italia, comporterebbe fare delle scelte che potrebbero essere rischiose per la sua carriera ...credo anche che dipenda dal bisogno che uno ha di crescere, di uscire dai propri limiti, di confrontarsi, o magari dipende anche dall'insofferenza verso il già sentito, dalla curiosità verso il nuovo...

@Lev: una sola precisazione....io intendevo "buttarsi allo sbaraglio all'estero" ma con produzioni estere, entourage internazionale, pezzi in inglese ecc ......non solo a studiare e ricercare ma proprio a fare quello che sa fare.....però senza lo "pseudo provincialismo" tipico italiano e soprattutto salutando per un po' i parenti......e non parlo, ovviamente, dei consanguinei.....(mio parere personale)::manina ciao ciao::

io penso che per quanto non abbia ancora fatto un disco "degno" di essere ascoltato anche all'estero c'è comunque il suo talento che esce fuori anche ascoltando i primi secondi di una qualsiasi canzone fatta fino ad ora,brutta o bella che sia.Secondo me adesso non é pronto,di più,a 20 anni bisogna buttarsi,rischiare,se non lo fa ora quando?Un cantante in media ci mette qualche anno per fare un gran disco,ma questo non significa che nel frattempo non può far ascoltare la sua musica altrove,si è acerbi col passare degli anni,non a 20 anni,dove hai anche la sfrontatezza giusta per metterti in gioco. Chiamare un taxi e prenotare al ristorante sono cose differenti che non c'entrano nulla con la propria arte e la propria carriera artistica,puoi essere un grandissimo imbranato nella vita,ma quando sali sul palco ti trasformi,questo è essere artisti...

anny_skod ha scritto:io penso che per quanto non abbia ancora fatto un disco "degno" di essere ascoltato anche all'estero c'è comunque il suo talento che esce fuori anche ascoltando i primi secondi di una qualsiasi canzone fatta fino ad ora,brutta o bella che sia.Secondo me adesso non é pronto,di più,a 20 anni bisogna buttarsi,rischiare,se non lo fa ora quando?Un cantante in media ci mette qualche anno per fare un gran disco,ma questo non significa che nel frattempo non può far ascoltare la sua musica altrove,si è acerbi col passare degli anni,non a 20 anni,dove hai anche la sfrontatezza giusta per metterti in gioco. Chiamare un taxi e prenotare al ristorante sono cose differenti che non c'entrano nulla con la propria arte e la propria carriera artistica,puoi essere un grandissimo imbranato nella vita,ma quando sali sul palco ti trasformi,questo è essere artisti...

Sarei completamente d'accordo con te, se Marco fosse tedesco, o polacco, o svedese e cantasse in inglese. Ma è italiano, e i pregiudizi nei confronti della musica italiana all'estero sono difficilissimi da scardinare, soprattuto se il genere di riferimento è il pop. Ci si aspetta sempre il neomelodico, come ha scritto Joe, a meno che non si passi per altri generi, come Gualazzi che arriva dal jazz o Zucchero che è passato dal blues.

interessantissimo questo topic...

prometto che non appena riesco a ritagliare un pochino di tempo interverrò... ora non ce la faccio proprio...

Per me l'ideale sarebbe un bel disco prodotto all'estero... salutando la gestione italiana.

london ha scritto:Per me l'ideale sarebbe un bel disco prodotto all'estero... salutando la gestione italiana.

Questo si chiama: "avere il dono della sintesi" quindi.... e aggiungo: ma sempre e comunque....

Ciao girls !

@Jazz e cassandra
Anche se avevo criticato il cd ReMatto Live e il modo in qui Marco affrontava certe canzone, considerare che non poteva essere proposto all'estero mi sembra esagerato. Non penso che il Clan M si deve vergognare. E un lavoro onesto che rispecchia totalmente Marco e il suo inizio di carriera, con pepite meravogliose. Non potete imaginare quante scemenze escono ogni settimane. Marco la sua bella figura l'avrebbe fatta communque.
La storia di brucciarsi non mi convince.
Deve cominciare a farsi un nome e la vittoria agli Mtv Award dovevano sfruttarla, sarebbe stata la prima pietra. Una carriera si comincia anche cosi, passo dopo passo.
Al contrario, un artista puo brucciarsi se propone subito un disco eccezionale, fa il botto, e poi delude le aspetative con il lavoro successivo, sparendo. Ce ne sono a palate.
 
@Sonsoles, grazie per l'aneddoto su Ligabue.
Molto interessante. Perche fa capire che non è una passegiata proporsi all'estero. Devi mettere corpo e anima, un "sacrificcio" totale.
Altro aneddeto che puo anche agganciarsi al nostro tema.
Paul McCartney dopo la sua decisione di lasciare i Beatles si sentiva svuotatato, inutile. Il palcoscenico gli mancava. Ha deciso di riprendere tutto da capo, prendendo la moglie e i bambini a girare mezza Europa in condizione scarse con un pulmann. A messo la moglie alla tastiera, preso due musicisti : nascevano i Wings. E cominciarono a suonare dal vivo nelle universita !
Il percorso artistico puo anche essere una salita lenta, lenta ma inesorabile per chi ha un talento al di fuore dal commune.
   
Seguire il percorso di Marco mi ha fatto capire tante cose dei media italiani e tutto quello che circonda il mondo musicale.
Il trattamento di Emma cosi generoso ne vogliamo parlare ? mi puzza. E tutto un circolo vizioso.  
Il mondo radiofonico televisivo e discografico italiano non si merita Marco. E troppo grande per loro. La sua carriera dovrà farla all'estero e il più presto possibile, per poi ritornare nella penisola da vincitore e vedere la Ventura lustrargli le scarpe ! e talmente un personaggio squalido che sarà la prima a essere in quella lunga fila.  
Questa è la mia conclusione.
Poi, oh ! fa come gli pare a lui, mica sono io a dovere fare quel "sacrificcio"...

buon pomeriggio !

Joe ha scritto: Poi, oh ! fa come gli pare a lui, mica sono io a dovere fare quel "sacrificcio"...

buon pomeriggio !

Questo mi sembra ovvio

Anch'io penso che non si debba per forza diventare affermatissimi nel proprio paese prima di poter spiccare il volo all'estero. Non c'è una cronologia precisa da rispettare. Marco è l'unico artista italiano ad avere un allure internazionale e tutte le caratteristiche giuste per farcela e sarebbe un errore non provarci. Se va male pazienza ma bisogna almeno tentare!

Forse non saprà chiamare un taxi o prenotare un tavolo al ristorante ma sul palco Marco è una forza della natura con una padronanza scenica, un sex-appeal, un carisma che in Italia non abbiamo mai visto! All'estero sono sicura che rimarrebbero colpiti.

min. 02.00

Solite frasi (quello che viene viene blabla) le occasioni non vengono così, bisogna anche SAPERSELE CREARE SE SI VUOLE DIVENTARE QUALCUNO. Certo se poi non lo si vuole allora è ovvio che si parla di caramelle.
Altrimenti avanti il prossimo