Marco: ambizioni, scelte, direzioni e gestione
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Re: Marco: ambizioni, scelte, direzioni e gestione
bisogna volerlo Malefika... e bisogna sentirsi pronti, sicuri di cosa si porta sul palco...
io non lo so cosa lui vuole per sè... io so che per me lui non è pronto per andare all'estero perchè per me la prima cosa è cosa canti... e oltre tutto devo dire che per me non fa molta differenza se il palco è nazionale o internazionale... per me non è l'internazionalità del palco che misura il talento... vedi partiamo probabilmente da una premessa diversa, per me essere qualcuno nel mondo della musica non è essere su un palco internazionale nè vendere milioni di dischi ma dare un contributo decisivo al mondo della musica
io non lo so cosa lui vuole per sè... io so che per me lui non è pronto per andare all'estero perchè per me la prima cosa è cosa canti... e oltre tutto devo dire che per me non fa molta differenza se il palco è nazionale o internazionale... per me non è l'internazionalità del palco che misura il talento... vedi partiamo probabilmente da una premessa diversa, per me essere qualcuno nel mondo della musica non è essere su un palco internazionale nè vendere milioni di dischi ma dare un contributo decisivo al mondo della musica
Eloisa- Parlo parlo parlo
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Re: Marco: ambizioni, scelte, direzioni e gestione
Non ho molta voglia di ripetermi perchè ho già scritto quello che penso nelle pagine precedenti e sono d'accordo con AnnySkod, Joe e altri.
Per dare un contributo decisivo nel mondo della musica bisogna entrare a far parte della storia della musica stessa, ovvero arrivare a livelli di eccellenza e quindi di conseguenza avere un impatto notevole nell'immaginario pop(olare). Altrimenti rimani 'uno dei'.
Come ho detto, un conto è un grande artista un altro un artista rivoluzionario.
Lui ha tutte le potenzialità per far parte della seconda categoria, se poi invece è uno che si accontenta peggio per lui. Rispetterò la sua scelta, ma senza condividerla.
Per dare un contributo decisivo nel mondo della musica bisogna entrare a far parte della storia della musica stessa, ovvero arrivare a livelli di eccellenza e quindi di conseguenza avere un impatto notevole nell'immaginario pop(olare). Altrimenti rimani 'uno dei'.
Come ho detto, un conto è un grande artista un altro un artista rivoluzionario.
Lui ha tutte le potenzialità per far parte della seconda categoria, se poi invece è uno che si accontenta peggio per lui. Rispetterò la sua scelta, ma senza condividerla.
Malefika- Parlo poco ma parlo
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Re: Marco: ambizioni, scelte, direzioni e gestione
Malefika ha scritto:Solite frasi (quello che viene viene blabla) le occasioni non vengono così, bisogna anche SAPERSELE CREARE SE SI VUOLE DIVENTARE QUALCUNO. Certo se poi non lo si vuole allora è ovvio che si parla di caramelle.
Altrimenti avanti il prossimo
io ancora devo capire se gli farebbe piacere o no farsi conoscere anche all'estero,quando dà queste risposte "si forse non lo so boh" mi fa venire l'ulcera
anny_skod- Parlo poco ma parlo
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Re: Marco: ambizioni, scelte, direzioni e gestione
Anch'io ho già esposto la mia posizione abbondantemente a inizio topic, ma approfitto del contributo di Eloisa per ribadire alcune cose..
Ma quello su cui non mi trovo d'accordo è il modo in cui questo debba succedere.
Anche per me, infatti, il livello di eccellenza, l'entrare a far parte della storia della musica, essere un artista rivoluzionario non si misura in termini di fama (nazionale o internazionale, poco importa per quanto mi riguarda, e tra parentesi sono convinta che, viste le doti che si trova marco, con il giusto staff anche italiano potrebbe benissimo sbancare qui e ovunque se lo volesse), ma in termini di cosa si fa e si produce, ovvero in questo caso la musica stessa.
E non è vero che questo ti faccia rimanere "uno dei", anzi, a mio parere è l'esatto contrario.
sarebbe come rinnegare buona parte della storia dell'arte e della musica, che è costellata, tra i tanti, di artisti rivoluzionari che all'epoca non si è filato nessuno (e non è certo questo il caso di Marco).
Per quanto riguarda il concetto stesso del successo, o di accontentarsi, poi, anche lì è questione di punti di vista. Perché per me avere successo significa realizzare cosa si vuole essere e cosa si vuole per se stessi, e "accontentarsi" significa tradire proprio questo (e non le aspirazioni di chi osserva).
Perciò
Riprendo queste considerazioni di Malefika, e per buona parte di queste sono anche d'accordo.Malefika ha scritto:Per dare un contributo decisivo nel mondo della musica bisogna entrare a far parte della storia della musica stessa, ovvero arrivare a livelli di eccellenza e quindi di conseguenza avere un impatto notevole nell'immaginario pop(olare). Altrimenti rimani 'uno dei'.
Come ho detto, un conto è un grande artista un altro un artista rivoluzionario.
Ma quello su cui non mi trovo d'accordo è il modo in cui questo debba succedere.
Anche per me, infatti, il livello di eccellenza, l'entrare a far parte della storia della musica, essere un artista rivoluzionario non si misura in termini di fama (nazionale o internazionale, poco importa per quanto mi riguarda, e tra parentesi sono convinta che, viste le doti che si trova marco, con il giusto staff anche italiano potrebbe benissimo sbancare qui e ovunque se lo volesse), ma in termini di cosa si fa e si produce, ovvero in questo caso la musica stessa.
E non è vero che questo ti faccia rimanere "uno dei", anzi, a mio parere è l'esatto contrario.
sarebbe come rinnegare buona parte della storia dell'arte e della musica, che è costellata, tra i tanti, di artisti rivoluzionari che all'epoca non si è filato nessuno (e non è certo questo il caso di Marco).
Per quanto riguarda il concetto stesso del successo, o di accontentarsi, poi, anche lì è questione di punti di vista. Perché per me avere successo significa realizzare cosa si vuole essere e cosa si vuole per se stessi, e "accontentarsi" significa tradire proprio questo (e non le aspirazioni di chi osserva).
Perciò
Quoto, totalmente, laddove il contributo decisivo al mondo della musica si intende nel valore della musica che produci, e non nel clamore che quel contributo suscita.Eloisa ha scritto:per me la prima cosa è cosa canti...devo dire che per me non fa molta differenza se il palco è nazionale o internazionale... per me non è l'internazionalità del palco che misura il talento... vedi partiamo probabilmente da una premessa diversa, per me essere qualcuno nel mondo della musica non è essere su un palco internazionale nè vendere milioni di dischi ma dare un contributo decisivo al mondo della musica
Hermione- Parlo poco ma parlo
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Re: Marco: ambizioni, scelte, direzioni e gestione
..quoto Eloisa ed Hermione...non aggiungo altro, perche' non sono in grado.....ciao ciao
puparock- Parlo poco ma parlo
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Re: Marco: ambizioni, scelte, direzioni e gestione
Anche io sono d'accordo con Eloisa ed Hermione: l'espressione artistica raggiunge il suo scopo se si traduce in un messaggio ( visivo, sonoro o qualsivoglia altra forma sensibile assuma ) se afferra il segreto del suo tempo e lo modella con precisione e bellezza percepibile... non si misura dal gradimento del pubblico che spesso è successivo alla performance, nel senso che arriva certamente, ma magari molto tempo dopo( come diceva Hermione) E poi secondo me vale il principio generale che non si crea per avere successo, ma può accadere ( non sempre) che il successo premi la forza di un'espressione potente e vera , ma anche no...oggi poi la manipolazione delle sfere percettive è così avanzata che si entra nella vita di tantisssima gente, tutti i giorni, per mesi, senza dire-cantare quasi nulla di valido...eppure si ha successo...ma anche a livello mondiale planetario è così... e lo vediamo e lo ascoltiamo tutti i giorni.... :scappaverme:
Levnicolaievic- Parlo parlo parlo
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Re: Marco: ambizioni, scelte, direzioni e gestione
..grazie Lev...siamo in sintonia.....
puparock- Parlo poco ma parlo
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Re: Marco: ambizioni, scelte, direzioni e gestione
Hermione ha scritto:
Anche per me, infatti, il livello di eccellenza, l'entrare a far parte della storia della musica, essere un artista rivoluzionario non si misura in termini di fama
Ma cosa c'entra la fama? Già un'altra volta hai scritto la stessa cosa e ti ho risposto (e anche Anny aveva espresso quello che intendeva), ma evidentemente se continui a ripeterla non hai letto le risposte o proprio non ci capiamo
Malefika- Parlo poco ma parlo
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Re: Marco: ambizioni, scelte, direzioni e gestione
Hermione forse hai frainteso,non si tratta di fama,non é questione di quanto famosi si diventa.L'importante é la qualità,questo è il fattore principale,e non l'ho mai messo in dubbio.Io parlo di ambizione,che è ben diverso,di sentire così tanto il fuoco della musica dentro da voler arrivare a tutto il mondo.Voler arrivare talmente in alto che nessuno possa raggiungerti non significa pensare alla fama,significa sentire dentro di sè un'ambizione e un talento tale da non essere mai sazio del proprio pubblico,di voler cercare sempre nuove strade,nuovi progetti,volere attorno a sè l'amore di un pubblico sempre diverso,sempre più grande,immenso,è questione di apertura mentale,non di concetti materiali come voler diventare famoso in tutto il mondo per avere una semplice fama.D'altronde,quando sei bambino e non sai ancora di avere un talento enorme e canti di nascosto al karaoke del tuo computer,sogni di cantare per il pubblico del pub sotto casa o di esibirti nel più grande stadio del mondo?Parlo di ambizione,non di fama.A volte Marco mi fa pensare che se qualcuno gli dicesse 'oh tu stasera canti a londra,hai un pubblico di 3000 persone' lui risponderebbe sbadigliando.
anny_skod- Parlo poco ma parlo
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Re: Marco: ambizioni, scelte, direzioni e gestione
..Anny....l'ultima tua frase mi ha molto colpita....ci sto rimuginando ....medito....ma forse.....mi sa ....che non sbagli.....
puparock- Parlo poco ma parlo
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Re: Marco: ambizioni, scelte, direzioni e gestione
Ciao Anny..ciao Pupa e buona sera a tutti..
io sta cosa dell'ambizione divorante non la capisco..parlo per me, è chiaro: vuoi dire forse che più sei bravo, e più hai voglia di conquistare tutti quanti ? Non lo so , non è una idea che mi convince: quando crei qualche cosa non pensi all'effetto che avrà sugli altri quello che fai, pensi alla cosa stessa, a quello che stai facendo... sei talmente preso dallo sforzo di afferrare quello che stai rincorrendo, che è giù, giù, nascosto , come una perla in fondo all'oceano e devi conmbattere col fiato che ti manca, con l'acqua che vuole riportarti su, con il buio, però la vedi brillare, la perla e resisti.. non pensi a niente altro che alla concentrazione necessaria per raggiungere il tuo scopo...piacerà anche agli altri? A molti altri ? A tutti gli altri? Boh,il pensiero degli altri è del tuttto esteriore, casuale, accidentale, accessorio... la bellezza è il godimento che provi mentre stai afferrando ciò che hai rincorso .. poi, ecco la verità è che 'Io si perde : è proprio questo il punto, quando sei dentro la cosa l ' Io si perde, non sei più individuo, sei fuso con la bellezza che stai vivendo, è una specie di mare che ti prende...non hai controllo o calcolo o idea dell'effeto che avrà, sono preoccupazioni esteriori...lo vedi anche quando canta Marco che si allontana, è separato , è dentro il suo spazio interiore..lì è da solo e credo sia felice, lì contento che gli permettano di vivere quei momenti, ed è grato per questo..come noi lo siamo a lui
io sta cosa dell'ambizione divorante non la capisco..parlo per me, è chiaro: vuoi dire forse che più sei bravo, e più hai voglia di conquistare tutti quanti ? Non lo so , non è una idea che mi convince: quando crei qualche cosa non pensi all'effetto che avrà sugli altri quello che fai, pensi alla cosa stessa, a quello che stai facendo... sei talmente preso dallo sforzo di afferrare quello che stai rincorrendo, che è giù, giù, nascosto , come una perla in fondo all'oceano e devi conmbattere col fiato che ti manca, con l'acqua che vuole riportarti su, con il buio, però la vedi brillare, la perla e resisti.. non pensi a niente altro che alla concentrazione necessaria per raggiungere il tuo scopo...piacerà anche agli altri? A molti altri ? A tutti gli altri? Boh,il pensiero degli altri è del tuttto esteriore, casuale, accidentale, accessorio... la bellezza è il godimento che provi mentre stai afferrando ciò che hai rincorso .. poi, ecco la verità è che 'Io si perde : è proprio questo il punto, quando sei dentro la cosa l ' Io si perde, non sei più individuo, sei fuso con la bellezza che stai vivendo, è una specie di mare che ti prende...non hai controllo o calcolo o idea dell'effeto che avrà, sono preoccupazioni esteriori...lo vedi anche quando canta Marco che si allontana, è separato , è dentro il suo spazio interiore..lì è da solo e credo sia felice, lì contento che gli permettano di vivere quei momenti, ed è grato per questo..come noi lo siamo a lui
Levnicolaievic- Parlo parlo parlo
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Re: Marco: ambizioni, scelte, direzioni e gestione
anny_skod ha scritto:Parlo di ambizione,non di fama.A volte Marco mi fa pensare che se qualcuno gli dicesse 'oh tu stasera canti a londra,hai un pubblico di 3000 persone' lui risponderebbe sbadigliando.
Anny non penso sia così . Marco è ambizioso eccome ma è anche realista e con i piedi ben piantati in terra. E non credo si sia ancora reso conto del successo che sta avendo. Lui è' un diesel e questo anno ha portato un tale sconvolgimento nella sua vita che lo deve ancora metabolizzare. Il fatto che voglia rassicurarsi se le fan lo seguono ancora non è egocentrismo ma un pizzico di panico di svegliarsi e all'improvviso non trovare più niente.
Sa di non aver ancora prodotto la sua musica e che è stato il suo impegno ma anche l'onda del talent a spingerlo così in alto. Ora sta arrivando il momento della verità e mai come adesso occorre essere lucidi e realisti. Non si vola più. Adesso si fa sul serio.
Buonasera
Liz- Parlo parlo parlo
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Re: Marco: ambizioni, scelte, direzioni e gestione
@Lev ripeto,parlo di ambizione.Io penso che Marco sia pronto per andare all'estero perché ha talento e perchè è giovane,mi chiedo se non ci prova adesso quando lo farà,a 30 anni?perchè sprecare quello che aristicamente é il periodo più bello e prolifico della sua vita per pensare 'si mah..boh..non lo so'..provaci e basta,se sbagli almeno sai che ci hai provato,sbagliare è il modo migliore per capire se una cosa devi farla o meno,perchè dovrebbe essere così "ristretto" ad aspettare un disco buono,a 'crescere'?lui non deve crescere da questo punto di vista,si cresce quando scrivi canzoni e negli anni diventi più maturo e allora cambi il modo di scriverle,ma quando hai talento che aspetti a mostrarlo a tutti?Ripeto,io ho dei dubbi sul fatto che Marco voglia davvero fare questo mestiere ai livelli del suo talento,quindi fare sacrifici,ma quelli veri per arrivare in alto,e se invece si accontenta,se gli basta poco per dire di essere felice.Per me fino ad ora ha fatto poco rispetto a quello che avrebbe potuto fare per il talento che ha,quando Joe parlava di promuovere il disco durante il periodo degli Mtv europe music awards penso ad un'occasione persa,una delle tante,e lui lo sa questo?o non c'ha neanche minimamente pensato?a questo mi riferisco quando parlo di ambizione.
anny_skod- Parlo poco ma parlo
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Re: Marco: ambizioni, scelte, direzioni e gestione
Credo che Marco abbia dei vincoli con la Sony e che loro, fino a che è sotto contratto, decidano il suo percorso artistico. Fare promozione costa. Per il momento credo che sia un mero discorso commerciale.
Liz- Parlo parlo parlo
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Re: Marco: ambizioni, scelte, direzioni e gestione
Siamo sicuramente tutti d'accordo che il talento di Marco merita palcoscenici internazionali e che il suo genio potrà portarlo a lasciare un'impronta indelebile nel mondo della musica.
Stiamo discutendo su ambizione, qualità dei pezzi, considerazione del proprio talento, coraggio per provarci e sacrifici da sopportare, partendo da un premio internazionale che avrebbe dovuto aprirgli tutte le porte ma che, secondo alcuni, è stata un'occasione malamente sprecata.
Ma siamo certi che sia andata veramente così?
Alla fine il premio di MTV sono stati alcuni secondi in Eurovisione, talmente veloci e indolore che neanche noi avevamo capito se avesse vinto o no. Tutte le testate web europee che hanno riportato il suo nome lo hanno fatto senza postare un suo video, senza ricordare quella Credimi Ancora che ha agguantato il terzo posto a Sanremo, che pure in eurovisione viene trasmesso e magari qualcuno se lo ricordava anche.
Siamo così certi che sarebbe stato facile fare una promozione in Europa? Siamo certi che qualcuno lo abbia cercato per una partecipazione in radio o tv? Nell'intervista postata da Eloisa, alla domanda se avrebbe fatto concerti all'estero, Marco risponde "se qualcuno mi chiama". Forse che quel premio, passato in sordina senza una premiazione, senza un'esibizione, non venga poi tanto considerato?
Malika e Gualazzi sono casi completamente diversi. Primo perché all'origine dei rispettivi progetti c'era l'intenzione di tentare la strada europea, e poi, come ho già scritto, e come scriveva Joe, per il genere. La Ayane propone in fondo un neomelodico, raffinato sì, ma sempre il genere "italiano" per eccellenza e dopo il Festival olandese qualche data l'ha spizzicata e Gualazzi con il suo jazz contaminato ha una corsia preferenziale nei mezzi che promuovono il genere, senza considerare che aveva già lavorato fuori dall'Italia. Poi la casa discografica ha la loro piena gestione, e Gualazzi che è anche autore non si porta in dote la coperta di Linus.
Stiamo discutendo su ambizione, qualità dei pezzi, considerazione del proprio talento, coraggio per provarci e sacrifici da sopportare, partendo da un premio internazionale che avrebbe dovuto aprirgli tutte le porte ma che, secondo alcuni, è stata un'occasione malamente sprecata.
Ma siamo certi che sia andata veramente così?
Alla fine il premio di MTV sono stati alcuni secondi in Eurovisione, talmente veloci e indolore che neanche noi avevamo capito se avesse vinto o no. Tutte le testate web europee che hanno riportato il suo nome lo hanno fatto senza postare un suo video, senza ricordare quella Credimi Ancora che ha agguantato il terzo posto a Sanremo, che pure in eurovisione viene trasmesso e magari qualcuno se lo ricordava anche.
Siamo così certi che sarebbe stato facile fare una promozione in Europa? Siamo certi che qualcuno lo abbia cercato per una partecipazione in radio o tv? Nell'intervista postata da Eloisa, alla domanda se avrebbe fatto concerti all'estero, Marco risponde "se qualcuno mi chiama". Forse che quel premio, passato in sordina senza una premiazione, senza un'esibizione, non venga poi tanto considerato?
Malika e Gualazzi sono casi completamente diversi. Primo perché all'origine dei rispettivi progetti c'era l'intenzione di tentare la strada europea, e poi, come ho già scritto, e come scriveva Joe, per il genere. La Ayane propone in fondo un neomelodico, raffinato sì, ma sempre il genere "italiano" per eccellenza e dopo il Festival olandese qualche data l'ha spizzicata e Gualazzi con il suo jazz contaminato ha una corsia preferenziale nei mezzi che promuovono il genere, senza considerare che aveva già lavorato fuori dall'Italia. Poi la casa discografica ha la loro piena gestione, e Gualazzi che è anche autore non si porta in dote la coperta di Linus.
Jazzbianco- Admin.
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Re: Marco: ambizioni, scelte, direzioni e gestione
Jazzbianco ha scritto:Siamo sicuramente tutti d'accordo che il talento di Marco merita palcoscenici internazionali e che il suo genio potrà portarlo a lasciare un'impronta indelebile nel mondo della musica.
Stiamo discutendo su ambizione, qualità dei pezzi, considerazione del proprio talento, coraggio per provarci e sacrifici da sopportare, partendo da un premio internazionale che avrebbe dovuto aprirgli tutte le porte ma che, secondo alcuni, è stata un'occasione malamente sprecata.
Ma siamo certi che sia andata veramente così?
Alla fine il premio di MTV sono stati alcuni secondi in Eurovisione, talmente veloci e indolore che neanche noi avevamo capito se avesse vinto o no. Tutte le testate web europee che hanno riportato il suo nome lo hanno fatto senza postare un suo video, senza ricordare quella Credimi Ancora che ha agguantato il terzo posto a Sanremo, che pure in eurovisione viene trasmesso e magari qualcuno se lo ricordava anche.
Siamo così certi che sarebbe stato facile fare una promozione in Europa? Siamo certi che qualcuno lo abbia cercato per una partecipazione in radio o tv? Nell'intervista postata da Eloisa, alla domanda se avrebbe fatto concerti all'estero, Marco risponde "se qualcuno mi chiama". Forse che quel premio, passato in sordina senza una premiazione, senza un'esibizione, non venga poi tanto considerato?
Malika e Gualazzi sono casi completamente diversi. Primo perché all'origine dei rispettivi progetti c'era l'intenzione di tentare la strada europea, e poi, come ho già scritto, e come scriveva Joe, per il genere. La Ayane propone in fondo un neomelodico, raffinato sì, ma sempre il genere "italiano" per eccellenza e dopo il Festival olandese qualche data l'ha spizzicata e Gualazzi con il suo jazz contaminato ha una corsia preferenziale nei mezzi che promuovono il genere, senza considerare che aveva già lavorato fuori dall'Italia. Poi la casa discografica ha la loro piena gestione, e Gualazzi che è anche autore non si porta in dote la coperta di Linus.
Quoto in toto Jazz ( stasera non mi funzionano molte faccine ) Sono perfettamente d'accordo con te. Non è così semplice e soprattutto così semplicistico.
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Re: Marco: ambizioni, scelte, direzioni e gestione
Buona sera a tutti !
@ Lev
L'ambizione conta in questo mestiere. E come.
Di piu, l'ambizione fa parte del processo creativo.
In una uguale misura, institivamente si crea per se stessi e per gli altri...
Compone, scrivi perche hai delle idee. Ma queste idee non sono fine a se stessi.
Quando sei in un processo creativo pensa alla tua opera, sei concentrata su quella, vero. Crei un mondo tutto tuo, ma questo mondo lo vuoi condividere. E più gente applaudono il tuo lavoro, piu avrai il sentimento di averlo finalizzato. In questi casi, un opera prende TUTTO il suo significato, e non solo il significato dell'opera stessa.
Un opera che non arriva, un opera dentro un cassetto, non serve a nessuno. L'artista lui, rimasto solo, vedendola, non puo che piangere...
@ Lev
L'ambizione conta in questo mestiere. E come.
Di piu, l'ambizione fa parte del processo creativo.
In una uguale misura, institivamente si crea per se stessi e per gli altri...
Compone, scrivi perche hai delle idee. Ma queste idee non sono fine a se stessi.
Quando sei in un processo creativo pensa alla tua opera, sei concentrata su quella, vero. Crei un mondo tutto tuo, ma questo mondo lo vuoi condividere. E più gente applaudono il tuo lavoro, piu avrai il sentimento di averlo finalizzato. In questi casi, un opera prende TUTTO il suo significato, e non solo il significato dell'opera stessa.
Un opera che non arriva, un opera dentro un cassetto, non serve a nessuno. L'artista lui, rimasto solo, vedendola, non puo che piangere...
Joe- Parlo parlo parlo
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Re: Marco: ambizioni, scelte, direzioni e gestione
Joe ha scritto: Buona sera a tutti !
@ Lev
L'ambizione conta in questo mestiere. E come.
Di piu, l'ambizione fa parte del processo creativo.
In una uguale misura, institivamente si crea per se stessi e per gli altri...
Compone, scrivi perche hai delle idee. Ma queste idee non sono fine a se stessi.
Quando sei in un processo creativo pensa alla tua opera, sei concentrata su quella, vero. Crei un mondo tutto tuo, ma questo mondo lo vuoi condividere. E più gente applaudono il tuo lavoro, piu avrai il sentimento di averlo finalizzato. In questi casi, un opera prende TUTTO il suo significato, e non solo il significato dell'opera stessa.
Un opera che non arriva, un opera dentro un cassetto, non serve a nessuno. L'artista lui, rimasto solo, vedendola, non puo che piangere...
Ma non so se considerare l'esigenza di condividere la propria arte come ambizione, almeno non nel senso che intendevano Malefika e Anny.
Jazzbianco- Admin.
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Re: Marco: ambizioni, scelte, direzioni e gestione
Buongiorno!! Sapevo che avrei trovato
" il continuo" del discorso...utile e bello assai
@ Joe: è chiaro che la condivisione è importante ma non fa parte della creazione
sono due momenti diversi: quello della creazione e quello della ricezione
la creazione avviene in solitudine si fonda sul talento espressivo e su una potente sensibilità
poi hai la sorpresa di vederla amata e cercata, perchè incontra il bisogno degli altri
e questo ti riempie di soddisfazione, di orgoglio per te stesso : ma questi sentimenti non sono quelli che ti spingono a creare ....l''energia-ambizione che ti spinge credo venga più dal profondo che dal bisogno di essere apprezzato e amato dal pubblico...questo bisogno d'amore " universale" è un pò una debolezza, o meglio: è comprensibile, umanisssimo, ma non decisivo nelle carriere, anzi a volte può creare problemi psicologici.. o può spingerti, per compiacerlo, a scelte forse controproducenti..insomma non devi dargli troppo retta
Quanto a Marco, il discorso sulla carriera all'estero mi vede d'accordissimo: ma alle sue spalle non c'è Caterina Caselli , purtroppo.. e poi ha ragione anche Jazz a considerare le resistenze o i pregiudizi del pubblico straniero verso i cantanti " latini"( categoria in cui noi siamo inseriti mi pare di capire.).. ciò non toglie che Marco abbia la stoffa artistica per fare una carriera internazionale coi fiocchi: mi sembra che fin dall'inizio tutti gli abbiano sempre detto "Sei troppo barvo...( sottinteso :non sappiamo che farcene di te )" , è come un oggetto ingombrante che nessuno è in grado di gestire, non si sa dove metterlo, lo si piazza un pò qui ,un pò là : dovrebbe incontrare un vero produttore, che si occupi di risolvere tutti gli aspetti che vanno al di là dell'espressione artistica pura, un pò come è accaduto a Michel Jackson che era prigioniero della sua famiglia e ha incontrato Quincy Jones...vabbè
" il continuo" del discorso...utile e bello assai
@ Joe: è chiaro che la condivisione è importante ma non fa parte della creazione
sono due momenti diversi: quello della creazione e quello della ricezione
la creazione avviene in solitudine si fonda sul talento espressivo e su una potente sensibilità
poi hai la sorpresa di vederla amata e cercata, perchè incontra il bisogno degli altri
e questo ti riempie di soddisfazione, di orgoglio per te stesso : ma questi sentimenti non sono quelli che ti spingono a creare ....l''energia-ambizione che ti spinge credo venga più dal profondo che dal bisogno di essere apprezzato e amato dal pubblico...questo bisogno d'amore " universale" è un pò una debolezza, o meglio: è comprensibile, umanisssimo, ma non decisivo nelle carriere, anzi a volte può creare problemi psicologici.. o può spingerti, per compiacerlo, a scelte forse controproducenti..insomma non devi dargli troppo retta
Quanto a Marco, il discorso sulla carriera all'estero mi vede d'accordissimo: ma alle sue spalle non c'è Caterina Caselli , purtroppo.. e poi ha ragione anche Jazz a considerare le resistenze o i pregiudizi del pubblico straniero verso i cantanti " latini"( categoria in cui noi siamo inseriti mi pare di capire.).. ciò non toglie che Marco abbia la stoffa artistica per fare una carriera internazionale coi fiocchi: mi sembra che fin dall'inizio tutti gli abbiano sempre detto "Sei troppo barvo...( sottinteso :non sappiamo che farcene di te )" , è come un oggetto ingombrante che nessuno è in grado di gestire, non si sa dove metterlo, lo si piazza un pò qui ,un pò là : dovrebbe incontrare un vero produttore, che si occupi di risolvere tutti gli aspetti che vanno al di là dell'espressione artistica pura, un pò come è accaduto a Michel Jackson che era prigioniero della sua famiglia e ha incontrato Quincy Jones...vabbè
Levnicolaievic- Parlo parlo parlo
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Re: Marco: ambizioni, scelte, direzioni e gestione
....ecco ....questo e' proprio il mio pensiero!!!!!Lev, ti ringrazio!!!!Quanto a Marco, il discorso sulla carriera all'estero mi vede d'accordissimo: ma alle sue spalle non c'è Caterina Caselli , purtroppo.. e poi ha ragione anche Jazz a considerare le resistenze o i pregiudizi del pubblico straniero verso i cantanti " latini"( categoria in cui noi siamo inseriti mi pare di capire.).. ciò non toglie che Marco abbia la stoffa artistica per fare una carriera internazionale coi fiocchi: mi sembra che fin dall'inizio tutti gli abbiano sempre detto "Sei troppo barvo...( sottinteso :non sappiamo che farcene di te )" , è come un oggetto ingombrante che nessuno è in grado di gestire, non si sa dove metterlo, lo si piazza un pò qui ,un pò là : dovrebbe incontrare un vero produttore, che si occupi di risolvere tutti gli aspetti che vanno al di là dell'espressione artistica pura, un pò come è accaduto a Michel Jackson che era prigioniero della sua famiglia e ha incontrato Quincy Jones...
Sono perfettamente daccordo con questo pezzo finale del tuo scritto!!!!
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Re: Marco: ambizioni, scelte, direzioni e gestione
Levnicolaievic ha scritto: :
Quanto a Marco, il discorso sulla carriera all'estero mi vede d'accordissimo: ma alle sue spalle non c'è Caterina Caselli , purtroppo..
Eh appunto! Quando Jazz e Joe dicono che Gualazzi appena esordiente (sì ha fatto la gavetta ma è cmq un esordiente nel mondo discografico mainstream) è già arrivato dove è arrivato con tanto di distribuzione all'estero, Eurofestival, promozione internazionale etc. lo deve sicuramente al suo talento, ma soprattutto alla grande managerialità e competenza del suo staff e di chi lo produce.
Levnicolaievic ha scritto: mi sembra che fin dall'inizio tutti gli abbiano sempre detto "Sei troppo barvo...( sottinteso :non sappiamo che farcene di te )" , è come un oggetto ingombrante che nessuno è in grado di gestire, non si sa dove metterlo, lo si piazza un pò qui ,un pò là : dovrebbe incontrare un vero produttore, che si occupi di risolvere tutti gli aspetti che vanno al di là dell'espressione artistica pura, un pò come è accaduto a Michel Jackson che era prigioniero della sua famiglia e ha incontrato Quincy Jones...vabbè
Veramente è il contrario. Non è che lui è stato lì a girarsi i pollici o ad aspettare chissà quale occasione e poi è arrivato il salvatore a tirarlo fuori. MJ ha deciso lui stesso a meno di 20 anni di mollare i fratelli per intraprendere la carriera solista. Poteva adagiarsi sugli allori o ritirarsi visto che i Jackson Five in 10 anni di carriera sono diventati una leggenda della black music e della Motown e hanno venduto oltre 200 milioni di dischi. Ma a lui non bastava, voleva di più. Per dire, Michael a 16 anni anni era già un'icona e faceva parte della storia della musica (ho l'immagine della copertina del Time che lo ritrae 16enne con il titolo "Why Michael is a living legend") e avrebbe potuto benissimo finire lì o continuare con loro. Invece ha deciso di mollare baracca e baraccone perchè sentiva di avere qualcosa da dare come solista e si è buttato rischiando e cercandosi un produttore alla sua altezza. E si trattava della famiglia reale, non solo artistica. Un po' strunz? Menefreghista? Forse, però poi non sarebbe diventato Michael Jackson.
Malefika- Parlo poco ma parlo
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Re: Marco: ambizioni, scelte, direzioni e gestione
@Malefica
[Invece ha deciso di mollare baracca e baraccone perchè sentiva di avere qualcosa da dare come solista e si è buttato rischiando e cercandosi un produttore alla sua altezza. E si trattava della famiglia reale, non solo artistica.quote]
sono daccordo con quello che hai scritto, e secondo me Lev voleva dire piu' o meno questo(riguardo Michael )...
da quel che so io inoltre Michael non amava molto la sua famiglia....ha sofferto tanto da bambino per colpa del padre...veniva da una realta' diversa da quella di Marco(il quale secondo me dovrebbe sicuramente cercarsi un produttore alla sua altezza...) ed inoltre, cosa fondamentale, era ben consapevole del suo straordinario talento...e non solo perche' veniva lodato da tutti, ma anche per il suo modo di essere, UNICO E SPECIALE....e comunque di Michael Jackson ne nascono uno cent'anni...O forse anche piu' di cento....
[Invece ha deciso di mollare baracca e baraccone perchè sentiva di avere qualcosa da dare come solista e si è buttato rischiando e cercandosi un produttore alla sua altezza. E si trattava della famiglia reale, non solo artistica.quote]
sono daccordo con quello che hai scritto, e secondo me Lev voleva dire piu' o meno questo(riguardo Michael )...
da quel che so io inoltre Michael non amava molto la sua famiglia....ha sofferto tanto da bambino per colpa del padre...veniva da una realta' diversa da quella di Marco(il quale secondo me dovrebbe sicuramente cercarsi un produttore alla sua altezza...) ed inoltre, cosa fondamentale, era ben consapevole del suo straordinario talento...e non solo perche' veniva lodato da tutti, ma anche per il suo modo di essere, UNICO E SPECIALE....e comunque di Michael Jackson ne nascono uno cent'anni...O forse anche piu' di cento....
puparock- Parlo poco ma parlo
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Re: Marco: ambizioni, scelte, direzioni e gestione
Malefika ha scritto:Eh appunto! Quando Jazz e Joe dicono che Gualazzi appena esordiente (sì ha fatto la gavetta ma è cmq un esordiente nel mondo discografico mainstream) è già arrivato dove è arrivato con tanto di distribuzione all'estero, Eurofestival, promozione internazionale etc. lo deve sicuramente al suo talento, ma soprattutto alla grande managerialità e competenza del suo staff e di chi lo produce.
Ma il suo staff ha tra le mani anche i Negramaro, come mai non vedo date fuori dell'Italia per loro? Tralasciando ovviamente i problemi di Giuliano, a cui faccio i miei migliori auguri. il genere conta molto, e Gualazzi, a parte le partecipazioni alle radio di questi giorni, in Francia si esibirà all'interno di un festival jazz.
Poi per quanto riguarda MJ, ti quoto in pieno, lo sai già , ma dove lo troviamo un Quincy Jones?
Forse Marco dovrebbe abbondare tutto, partire con la sua band , girare l'europa in cerca di scritture come il mitico Paul (ma alle spalle ha solo il best act di MTV, mica i Beatles) o tentare di ottenere (con una telefonata) una audizione al Blue Note di New York come fece Allevi?
Forse solo così si potrà far notare da un produttore illuminato, e dalla fama internazione, che esalti le sue capacità canore, indirizzi i suoi studi e le sue inclinazioni per far confluire in un progetto uniforme, valido e appetibile, le mille geniali intuizione del nostro pupillo?
Si capisce che la vedo dura?
Jazzbianco- Admin.
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Re: Marco: ambizioni, scelte, direzioni e gestione
Jazz, e' cosi'....e' durissima.....e proprio per questo, io.....sto un po' mollando....di carattere sono un'ottimista....ma per quanto riguarda Marco....... ......e' meglio che sto zitta....
puparock- Parlo poco ma parlo
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Re: Marco: ambizioni, scelte, direzioni e gestione
Jazzbianco ha scritto:]) una audizione al Blue Note di New York come fece Allevi?
Forse solo così si potrà far notare da un produttore illuminato, e dalla fama internazione, che esalti le sue capacità canore, indirizzi i suoi studi e le sue inclinazioni per far confluire in un progetto uniforme, valido e appetibile, le mille geniali intuizione del nostro pupillo?
Si capisce che la vedo dura?
Beh però ricordiamoci che Marco aveva già incontrato chi voleva portarlo all'estero (Inghilterra?)....noi non lo sappiamo.....forse ai tempi in cui Marco partecipava all'evento Jazz della Tuscia.....o frequentava quella scuola (adesso non ricordo bene)...insomma lui ha frequentato ambienti Jazz e lo dice lui stesso più volte riferendosi ai "colori" della sua voce quindi se all'epoca avesse accettato adesso sarebbe stato lanciato in Italia con alle spalle già un curriculum internazionale, non solo, passando, come dicevi tu Jazzbianco, da un genere preciso, passando dal Jazz....
E' vero stare a supporre cosa sarebbe successo se.....lascia il tempo che trova ma secondo me non ha molto senso nemmeno il...."non sentirsi mai abbastanza maturo/pronto/completo per".......se continuasse a pensarla così (autocritico come è lui) finirebbe per restare inchiodato......
Sonsoles- Parlo parlo parlo
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