Roxy Bar
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Re: Roxy Bar
Malefika ha scritto:Ma perchè, voi credete alla favoletta che i cantanti che andranno lo fanno per onorare Lucio Dalla? E' una vetrina televisiva come un'altra per promuovere gli artisti, soprattutto chi ha un album da pubblicizzare quindi anche Marco è lì per lo stesso motivo. Infatti sia lui, che Chiara che Maggio (ma anche altri) sono stati spinti dalle case discografiche.
@Malefika so che la tua e' una domanda retorica, ma vorrei risponderti. Sono d'accordo con te sul fatto che le case discografiche spingano gli artisti a partecipare a questi eventi per pubblicizzare nuovi lavori o altro, alcuni cantanti probabilmente lo fanno anche per interesse esclusivamente personale, ma generalizzare e mettere un po' tutti nel calderone come fai tu mi sembra un po' ingiusto, soprattutto nei confronti di Marco che è sempre stato disponibile e sensibile in determinate occasioni.... :eh già!:
Se partiamo dal tuo presupposto allora tanto varrebbe essere fan di quei cantanti giapponesi che non sono reali, ma sono creati al computer e poi proiettati sul palco...
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Re: Roxy Bar
Cibi ha scritto:Malefika ha scritto:Ma perchè, voi credete alla favoletta che i cantanti che andranno lo fanno per onorare Lucio Dalla? E' una vetrina televisiva come un'altra per promuovere gli artisti, soprattutto chi ha un album da pubblicizzare quindi anche Marco è lì per lo stesso motivo. Infatti sia lui, che Chiara che Maggio (ma anche altri) sono stati spinti dalle case discografiche.
@Malefika so che la tua e' una domanda retorica, ma vorrei risponderti. Sono d'accordo con te sul fatto che le case discografiche spingano gli artisti a partecipare a questi eventi per pubblicizzare nuovi lavori o altro, alcuni cantanti probabilmente lo fanno anche per interesse esclusivamente personale, ma generalizzare e mettere un po' tutti nel calderone come fai tu mi sembra un po' ingiusto, soprattutto nei confronti di Marco che è sempre stato disponibile e sensibile in determinate occasioni.... :eh già!:
Se partiamo dal tuo presupposto allora tanto varrebbe essere fan di quei cantanti giapponesi che non sono reali, ma sono creati al computer e poi proiettati sul palco...
Quando ho letto il post di Malefika ieri volevo risponderle, poi ho pensato che non ne valesse la pena. Ma voglio aggiungere al post di Cibi due considerazioni : la prima, la maggior parte degli artisti che canterà stasera ha veramente un forte legame con Dalla, a prescindere da eventuali promozioni personali;
la seconda, é che evidentemente presa da altro, Malefika sono sfuggiti parecchi passaggi della vita di Marco ed ignora quanta gratitudine abbia mostrato nei confronti di Lucio in ogni occasione .
ariadne- Parlo parlo parlo
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Re: Roxy Bar
ariadne ha scritto:
Quando ho letto il post di Malefika ieri volevo risponderle, poi ho pensato che non ne valesse la pena. Ma voglio aggiungere al post di Cibi due considerazioni : la prima, la maggior parte degli artisti che canterà stasera ha veramente un forte legame con Dalla, a prescindere da eventuali promozioni personali;
la seconda, é che evidentemente presa da altro, Malefika sono sfuggiti parecchi passaggi della vita di Marco ed ignora quanta gratitudine abbia mostrato nei confronti di Lucio in ogni occasione .
Peccato che lo seguo dagli inizi e sono su questo forum in pratica da quando ha aperto e fidati, non mi sono persa nessun passaggio della vita di Mengoni.
Resta il fatto che se non avesse avuto l'album da promuovere (lui così come altri) col cavolo che la Sony ce lo mandava, se poi vuoi credere il contrario allora sei tu ad aver perso alcuni passaggi del mondo discografico. E guarda caso lo stesso Bersani, con altre parole, ha confermato ciò.
Malefika- Parlo poco ma parlo
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Re: Roxy Bar
@ Malefika
sul fatto che la Sony non ce lo avrebbe mandato ma , sopratutto , che nessuno lo avrebbe invitato, siamo tutti daccordo, lo si diceva ieri ( leggiti i post ).
mi pareva tu mettessi in dubbio la sincertà d Marco, se ho capito male mi dispiace , se ti sei espressa male, mi dispiece per te, se ho capito bene resto della mia opinione
sul fatto che la Sony non ce lo avrebbe mandato ma , sopratutto , che nessuno lo avrebbe invitato, siamo tutti daccordo, lo si diceva ieri ( leggiti i post ).
mi pareva tu mettessi in dubbio la sincertà d Marco, se ho capito male mi dispiace , se ti sei espressa male, mi dispiece per te, se ho capito bene resto della mia opinione
ariadne- Parlo parlo parlo
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Re: Roxy Bar
Malefika ha scritto:ariadne ha scritto:
Quando ho letto il post di Malefika ieri volevo risponderle, poi ho pensato che non ne valesse la pena. Ma voglio aggiungere al post di Cibi due considerazioni : la prima, la maggior parte degli artisti che canterà stasera ha veramente un forte legame con Dalla, a prescindere da eventuali promozioni personali;
la seconda, é che evidentemente presa da altro, Malefika sono sfuggiti parecchi passaggi della vita di Marco ed ignora quanta gratitudine abbia mostrato nei confronti di Lucio in ogni occasione .
Peccato che lo seguo dagli inizi e sono su questo forum in pratica da quando ha aperto e fidati, non mi sono persa nessun passaggio della vita di Mengoni.
Resta il fatto che se non avesse avuto l'album da promuovere (lui così come altri) col cavolo che la Sony ce lo mandava, se poi vuoi credere il contrario allora sei tu ad aver perso alcuni passaggi del mondo discografico. E guarda caso lo stesso Bersani, con altre parole, ha confermato ciò.
...........e allora come si spiega che la Vanoni ha invitato via twitter Chiara Galiazzo a fare un duetto con lei questa sera?? Poi, tempo dopo, sempre la Vanoni le ha twittato che non avrebbero potuto farlo, mentre adesso questo duetto è in scaletta. Chi ha scelto chi?? Chi ha invitato chi??? ...e soprattutto....cosa c'entra la presenza di Chiara Galiazzo??? Ha forse lavorato con Dalla????
Sonsoles- Parlo parlo parlo
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Re: Roxy Bar
Sonsoles ha scritto:Malefika ha scritto:ariadne ha scritto:
Quando ho letto il post di Malefika ieri volevo risponderle, poi ho pensato che non ne valesse la pena. Ma voglio aggiungere al post di Cibi due considerazioni : la prima, la maggior parte degli artisti che canterà stasera ha veramente un forte legame con Dalla, a prescindere da eventuali promozioni personali;
la seconda, é che evidentemente presa da altro, Malefika sono sfuggiti parecchi passaggi della vita di Marco ed ignora quanta gratitudine abbia mostrato nei confronti di Lucio in ogni occasione .
Peccato che lo seguo dagli inizi e sono su questo forum in pratica da quando ha aperto e fidati, non mi sono persa nessun passaggio della vita di Mengoni.
Resta il fatto che se non avesse avuto l'album da promuovere (lui così come altri) col cavolo che la Sony ce lo mandava, se poi vuoi credere il contrario allora sei tu ad aver perso alcuni passaggi del mondo discografico. E guarda caso lo stesso Bersani, con altre parole, ha confermato ciò.
...........e allora come si spiega che la Vanoni ha invitato via twitter Chiara Galiazzo a fare un duetto con lei questa sera?? Poi, tempo dopo, sempre la Vanoni le ha twittato che non avrebbero potuto farlo, mentre adesso questo duetto è in scaletta. Chi ha scelto chi?? Chi ha invitato chi??? ...e soprattutto....cosa c'entra la presenza di Chiara Galiazzo??? Ha forse lavorato con Dalla????
Come ha scritto Mingardi, è una questione di sponsor, come hanno ribadito i Marta sui Tubi che hanno rifiutato di partecipare a supporto di chi con Dalla non aveva niente a che fare. La Sony può spingere chi vuole, resta il fatto che tutti quelli che guarderanno il concerto lo faranno perché amavano Dalla o sono fan di chi partecipa. E tranne ai suoi fan, sarà evidente a tutti quanto stonerà la presenza di Chiara.
Per paura di vederla scomparire la piazzano ovunque, col risultato di farla diventare ancor più antipatica di quanto non lo sia già di suo. È sicuramente una vetrina importante, ma non è il festivalbar come ha detto Bersani e non sarà certo un duetto con una sempre più svanita Vanoni a farle conquistare altro pubblico, dopo la scialba partecipazione a Sanremo.
Dovrebbe volare un po' più basso, perché anche nelle interviste si capisce che tanto umile non è, soprattutto se è sull'ingenuità che ha costruito il suo personaggio.
Jazzbianco- Admin.
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Re: Roxy Bar
Sì , certo: le case discografiche fanno il bello e il cattivo tempo, infilano artisti da promuovere come il prezzemolo in ogni dove....ma appunto non stiamo parlando di Marco, parliamo delle case discografiche; la Galiazzo non ha niente a che fare con Dalla, evidentemente.
Ciò non toglie che l'omaggio di Marco sia sincero e che abbia necessità di essere lì, stasera : da come Dalla ha parlato di lui, da come Marco ha parlato di Lucio risulta evidente che fra di loro c'è stato un vero incontro artistico, che magari sarebbe proseguito, chissà.
quello che hanno prodotto assieme sta a testimoniarlo, non è frutto di un mero calcolo discografico.
Ciò non toglie che l'omaggio di Marco sia sincero e che abbia necessità di essere lì, stasera : da come Dalla ha parlato di lui, da come Marco ha parlato di Lucio risulta evidente che fra di loro c'è stato un vero incontro artistico, che magari sarebbe proseguito, chissà.
quello che hanno prodotto assieme sta a testimoniarlo, non è frutto di un mero calcolo discografico.
Levnicolaievic- Parlo parlo parlo
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Re: Roxy Bar
questa sera 5 marzo alle 20.00 in diretta dal Teatro Regio di Torino, su radio 3 sarà trasmessa La traviata di G. Verdi , con la direzione di C. Rovaris , ad interpretare Violetta sarà Patrizia Ciofi, che ho già ascoltato tempo fa in questo ruolo, la trovai interessante.
Sul sito Radio3.Rai.it troverete i link per leggere la trama, il libretto e lo spartito per pianoforte.
Sul sito Radio3.Rai.it troverete i link per leggere la trama, il libretto e lo spartito per pianoforte.
ariadne- Parlo parlo parlo
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Re: Roxy Bar
ariadne ha scritto:questa sera 5 marzo alle 20.00 in diretta dal Teatro Regio di Torino, su radio 3 sarà trasmessa La traviata di G. Verdi , con la direzione di C. Rovaris , ad interpretare Violetta sarà Patrizia Ciofi, che ho già ascoltato tempo fa in questo ruolo, la trovai interessante.
Sul sito Radio3.Rai.it troverete i link per leggere la trama, il libretto e lo spartito per pianoforte.
Grazie per la segnalazione. Peccato che alle 20 non potrò seguire.
Jazzbianco- Admin.
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Re: Roxy Bar
God Bless The Girl è la bonus track inclusa nella versione giapponese di The next day.
Jazzbianco- Admin.
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Re: Roxy Bar
è uscito da poco il suo nuovo cd "Pale Green Ghosts".
Non ha bisogno di presentazioni, la sua voce e la sua musica parlano per lui.
Exit- Parlo parlo parlo
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Re: Roxy Bar
lo avevamo detto anche noi no???
a Conti fatti
#ramazzotti su #Vanity: "Mi dispiace per #Chiara, perché è molto brava, ma il rischio che si bruci è concreto. Oggi purtroppo le grandi case discografiche prendono i giovani talenti e, per battere cassa li mandano ovunque senza averli prima aiutati a costruirsi un’identità musicale. Chiara avrebbe dovuto stare un anno tranquilla, lavorare in questo senso, e allora quando sarebbe uscita avrebbe davvero spaccato. Peccato, perché era partita bene".
a Conti fatti
#ramazzotti su #Vanity: "Mi dispiace per #Chiara, perché è molto brava, ma il rischio che si bruci è concreto. Oggi purtroppo le grandi case discografiche prendono i giovani talenti e, per battere cassa li mandano ovunque senza averli prima aiutati a costruirsi un’identità musicale. Chiara avrebbe dovuto stare un anno tranquilla, lavorare in questo senso, e allora quando sarebbe uscita avrebbe davvero spaccato. Peccato, perché era partita bene".
Eloisa- Parlo parlo parlo
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Re: Roxy Bar
Eloisa ha scritto:lo avevamo detto anche noi no???
a Conti fatti
#ramazzotti su #Vanity: "Mi dispiace per #Chiara, perché è molto brava, ma il rischio che si bruci è concreto. Oggi purtroppo le grandi case discografiche prendono i giovani talenti e, per battere cassa li mandano ovunque senza averli prima aiutati a costruirsi un’identità musicale. Chiara avrebbe dovuto stare un anno tranquilla, lavorare in questo senso, e allora quando sarebbe uscita avrebbe davvero spaccato. Peccato, perché era partita bene".
Liz- Parlo parlo parlo
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Re: Roxy Bar
E Andrea Laffranchi poco fa su twitter:
Andrea Laffranchi @alaffranchi
Chiara testimonial di Telecom. Bah #spremereillimone
Andrea Laffranchi @alaffranchi
Chiara testimonial di Telecom. Bah #spremereillimone
Deianira- Parlo poco ma parlo
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Re: Roxy Bar
Deianira ha scritto:E Andrea Laffranchi poco fa su twitter:
Andrea Laffranchi @alaffranchi
Chiara testimonial di Telecom. Bah #spremereillimone
ecco! sarà stato "crudo" nel linguaggio Eros ma ha detto la sacrosanta verità... :??:
Eloisa- Parlo parlo parlo
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Re: Roxy Bar
Deianira ha scritto:E Andrea Laffranchi poco fa su twitter:
Andrea Laffranchi @alaffranchi
Chiara testimonial di Telecom. Bah #spremereillimone
comunque penso che la casa discografica voglia semplicemente risollevare le sorti del cd. Con lo spot in televisione credo che il singolo (penso sia Due respiri) risalirà notevomente su Itunes e probabilmente anche il cd.
- Spoiler:
- sono curiosa di scoprire come reagirà Pier a questa notizia!
Ultima modifica di Exit il Mar Apr 09, 2013 4:37 pm - modificato 2 volte.
Exit- Parlo parlo parlo
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Re: Roxy Bar
@ Cibi
sempre sul pezzo tu eh ? ieri era micidiale !
secondo me questa campagna non servirà a nulla
ma Due respiri é stata utilizzata per un'altra campagna pubblicitaria ,credo di un deodorante,ma cantata da una tizia più inutile di Chiara .
sempre sul pezzo tu eh ? ieri era micidiale !
secondo me questa campagna non servirà a nulla
ma Due respiri é stata utilizzata per un'altra campagna pubblicitaria ,credo di un deodorante,ma cantata da una tizia più inutile di Chiara .
ariadne- Parlo parlo parlo
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Re: Roxy Bar
ariadne ha scritto:@ Cibi
sempre sul pezzo tu eh ? ieri era micidiale !
secondo me questa campagna non servirà a nulla
ma Due respiri é stata utilizzata per un'altra campagna pubblicitaria ,credo di un deodorante,ma cantata da una tizia più inutile di Chiara .
Ospite- Ospite
Re: Roxy Bar
Exit ha scritto:Deianira ha scritto:E Andrea Laffranchi poco fa su twitter:
Andrea Laffranchi @alaffranchi
Chiara testimonial di Telecom. Bah #spremereillimone
sono curiosa di scoprire come reagirà Pier a questa notizia
Pierrot- Parlo parlo parlo
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Re: Roxy Bar
Visto l'intervento di Nestore dico qui la mia su Lambert e le cover in generale.
Sarà che io amo il jazz, ma per me una cover, innanzitutto, non deve essere una copia dell'originale. Altrimenti mi ascolto quella e basta.
Una cover è una nuova interpretazione e quindi deve essere eseguita nello stile e con la sensibilità di chi la propone, e deve rispettare il senso del brano.
Par spiegarmi, Sinatra che "sussurra" New York New York, invece di "spararla" come la Minnelli, è comunque piacevole ed interessante. Gualazzi che rilegge musicalmente Luce è un esercizio di stile bellissimo ma sterile, che elimina le atmosfere che il testo proponeva.
Lambert canta benissimo tutte le canzoni che affronta, ma non trovo nelle sue esibizioni niente che possa essere considerata interpretazione. Non c'è niente che Lambert aggiunge ai brani che interpreta, se non lo sfoggio della sua vocalità, motivo per cui preferirò sempre l'originale o, addirittura, qualcuno con meno voce o intonazione ma capace di dare una diversa visione del brano, rispettandone comunque le intenzioni.
Se Marco, interpretando delle cover, incontra delle difficoltà di diversa natura, ed il risultato è discutibile, lo dico e l'ho detto per Starlight ma anche per tutto il concerto di quella sera. Se, anche con delle difficoltà o imperfezioni, il risultato è un'interessante rilettura, come Destra Sinistra a Viareggio, non posso che esserne soddisfatta.
Ma, ripeto, è la mia opinione e ci tenevo a scriverla solo ed esclusivamente perché sono capace di distinguere le diverse qualità di canto, ma poi alla fine, per mia natura, seguo gli artisti e non i cantanti.
Sarà che io amo il jazz, ma per me una cover, innanzitutto, non deve essere una copia dell'originale. Altrimenti mi ascolto quella e basta.
Una cover è una nuova interpretazione e quindi deve essere eseguita nello stile e con la sensibilità di chi la propone, e deve rispettare il senso del brano.
Par spiegarmi, Sinatra che "sussurra" New York New York, invece di "spararla" come la Minnelli, è comunque piacevole ed interessante. Gualazzi che rilegge musicalmente Luce è un esercizio di stile bellissimo ma sterile, che elimina le atmosfere che il testo proponeva.
Lambert canta benissimo tutte le canzoni che affronta, ma non trovo nelle sue esibizioni niente che possa essere considerata interpretazione. Non c'è niente che Lambert aggiunge ai brani che interpreta, se non lo sfoggio della sua vocalità, motivo per cui preferirò sempre l'originale o, addirittura, qualcuno con meno voce o intonazione ma capace di dare una diversa visione del brano, rispettandone comunque le intenzioni.
Se Marco, interpretando delle cover, incontra delle difficoltà di diversa natura, ed il risultato è discutibile, lo dico e l'ho detto per Starlight ma anche per tutto il concerto di quella sera. Se, anche con delle difficoltà o imperfezioni, il risultato è un'interessante rilettura, come Destra Sinistra a Viareggio, non posso che esserne soddisfatta.
Ma, ripeto, è la mia opinione e ci tenevo a scriverla solo ed esclusivamente perché sono capace di distinguere le diverse qualità di canto, ma poi alla fine, per mia natura, seguo gli artisti e non i cantanti.
Jazzbianco- Admin.
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Re: Roxy Bar
io amo l'opera e , se vogliamo, i cantanti lirici fanno cover per tutta la carriera, per questo non posso che questo post per tutta la vitaJazzbianco ha scritto:Visto l'intervento di Nestore dico qui la mia su Lambert e le cover in generale.
Sarà che io amo il jazz, ma per me una cover, innanzitutto, non deve essere una copia dell'originale. Altrimenti mi ascolto quella e basta.
Una cover è una nuova interpretazione e quindi deve essere eseguita nello stile e con la sensibilità di chi la propone, e deve rispettare il senso del brano.
Par spiegarmi, Sinatra che "sussurra" New York New York, invece di "spararla" come la Minnelli, è comunque piacevole ed interessante. Gualazzi che rilegge musicalmente Luce è un esercizio di stile bellissimo ma sterile, che elimina le atmosfere che il testo proponeva.
Lambert canta benissimo tutte le canzoni che affronta, ma non trovo nelle sue esibizioni niente che possa essere considerata interpretazione. Non c'è niente che Lambert aggiunge ai brani che interpreta, se non lo sfoggio della sua vocalità, motivo per cui preferirò sempre l'originale o, addirittura, qualcuno con meno voce o intonazione ma capace di dare una diversa visione del brano, rispettandone comunque le intenzioni.
Se Marco, interpretando delle cover, incontra delle difficoltà di diversa natura, ed il risultato è discutibile, lo dico e l'ho detto per Starlight ma anche per tutto il concerto di quella sera. Se, anche con delle difficoltà o imperfezioni, il risultato è un'interessante rilettura, come Destra Sinistra a Viareggio, non posso che esserne soddisfatta.
Ma, ripeto, è la mia opinione e ci tenevo a scriverla solo ed esclusivamente perché sono capace di distinguere le diverse qualità di canto, ma poi alla fine, per mia natura, seguo gli artisti e non i cantanti.
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Re: Roxy Bar
Noemi: "Io in fuga dall'Italia per cambiare musica"
La cantante racconta la sua vita londinese. "Roma mi stava stretta. Ogni sera canto in un club diverso e non smetto di sognare"
DUE camere e cucina. Una scala ripida che a trascinare su la valigia fa venire il fiatone. Noemi è troppo entusiasta per lamentare la mancanza dell'ascensore. Appena sbucata dalla metro di West Kensignton, con la sorella Arianna che l'ha raggiunta da Roma, si arrampica chiassosa e
allegra fino al secondo piano. La rossa di X Factor, vincitrice morale dell'edizione 2009, fa la pendolare tra Londra e Milano, dove è impegnata come coach (con Carrà, Pelù e Cocciante) nel nuovo talent The Voice of Italy. "Avevo bisogno di aria nuova, di nuove energie. L'Italia è bellissima, ma musicalmente letargica. Volevo incontrare persone, fare progetti, e così siamo partiti. Difficilissimo all'inizio trovare casa, infine eccoci qua", esplode, mentre sistema i bagagli dell'ospite e saluta Gabriele (Greco), il compagno (e bassista) con cui condivide la bohème londinese.
Si sono trasferiti quattro mesi fa, e già si sentono a casa. Lei ha appena tenuto uno showcase a South Kensington nel roof che una volta fu la leggendaria boutique di BiBa: sei pezzi suoi,
uno della popstar britannica Ellie Goulding e I heard it through the grapevine, a ribadire il suo amore per la black music. Lui è in contatto con The Snare, una cooperativa di musicisti ska-jazz di cui fa parte anche l'italiano Salvo Nostrato.
"Ci troviamo benissimo", racconta, "facciamo molte jam session, al Troy Bar, all'Open Mic, al
Ronnie Scott's, che ormai è diventato una colonia italiana. Mario Biondi ci ha suonato una settimana, sold out ogni sera. Spero che nessuno la prenda a male ma il prossimo disco vorrei farlo a Londra". Non è un bel momento per l'Italia, in tutti i sensi, e la fiacca che si batte nella
capitale in fatto di musica dal vivo ha spinto alla fuga la pasionaria del pop. Anche il music business vittima dei bamboccioni? "Siamo fifoni, terrorizzati dalla novità, pigri di fronte ai cambiamenti, preferiamo rimanere nella comfort zone del conosciuto", protesta. "Non mi lamento, ho avuto la possibilità di cantare pezzi bellissimi, firmati da autori egregi come Vasco Rossi, ho duettato con Fiorella Mannoia, ho partecipato al Festival di Sanremo, ma mi piacerebbe tornare dall'Inghilterra (tornerò?) con un album dai suoni modernissimi che sia
lo specchio di me, della mia generazione e di quel che è oggi la musica.
Ho ascoltato il cd di Laura Mvula e sono rimasta affascinata dalla produzione oltre che dalla voce; il brano intitolato She, dove l'elettronica si mischia ai cori africani, è pazzesco. Lei è uno di quei personaggi che riescono a combinare con estrema libertà la musica delle
radici con suoni moderni e radiofonici. Spero di avere la forza di proporre un progetto del genere, correndo dei rischi, perché la mia carriera è praticamente cominciata ieri. Vorrei arrivare dove è arrivato Lorenzo Jovanotti, uno sperimentatore, uno che ama osare e se lo può permettere. Ha fatto scintille a New York. Che sia il momento degli italiani?".
Trentun anni, romana, Veronica Scopelliti in arte Noemi, passione per il canto e il pallino del cinema, non è il tipo di vocalist che si realizza in sala d'incisione. Per una che ambisce a
diventare l'Etta James nostrana l'attività dal vivo è indispensabile. Ma nella capitale la scena è asfittica e gli impresari hanno paura di rischiare, anche con una come lei che in tre anni ha venduto 450mila copie. "Ultimamente quando contattavo il proprietario di un club mi
diceva, quanta gente sei in grado di portare? Capisce? A Londra i musicisti vivono del loro mestiere, da noi invece sono quasi tutti disoccupati. Per me è ancora più difficile. Pensano che ho avuto fortuna solo grazie a X Factor. Ma che scelte avevo? Cos'altro offre la tv? Io
non sono quella di un passaggio in playback e via, mimare la canzone mi mortifica. Qui riesco a vivere di musica, sono affascinata e stupita dalle persone che incontro, dalla passione che mettono nel loro lavoro.
L'Italia è in una fase di panico che gela ogni cosa, anche la creatività. Intendiamoci, non sono venuta con l'idea di spopolare all'estero e di suonare alla Royal Albert Hall, ma solo per mettermi in discussione. Ho conosciuto una giovane cantante di jazz, Marta Capponi,
mi ha detto: "Le mie certezze vacillavano, sono venuta a Londra in cerca di conferme". Questo è esattamente il mio atteggiamento, la mia fuga è una sfida. Qui il livello è altissimo, nei club si esibiscono cantanti di prim'ordine, pensavo non mi prendessero neanche in considerazione.
Invece è successo, ed è una bella soddisfazione. Ho bussato alle porte, come una qualsiasi principiante, e il passaparola è stato formidabile. Lo scambio con musicisti e autori è continuo, proficuo. Ho conosciuto un giovane produttore dubstep, Silkie, che mi ha già proposto degli
arrangiamenti. È bello sentirsi apprezzata".
L'Italia non è poi così lontana. I connazionali la riconoscono, la fermano, le chiedono
l'autografo, si meravigliano di trovarla sulla metro come una qualunque.
Sono studenti o famiglie in vacanza, ma anche ragazzi in fuga, stanchi di far parte di quell'imbarazzante trentanove per cento di disoccupati. A due passi da casa c'è Coffee 4U che fa un ottimo cappuccino in tazzoni da mezzo litro, con tanta schiuma. Infine c'è il contingente dei musicisti italiani, piccolo ma agguerrito. "Ho conosciuto un chitarrista, Antonio Forcione, che vive qui dagli anni Settanta. Lo chiamano il Jimi Hendrix dell'acustica. Mi ha raccontato che a Roma non aveva prospettive di lavoro. A Londra vinse una gara di musicisti di
strada; da lì è iniziato tutto, ha inciso diciassette album. Qui la meritocrazia paga, da noi senza la spintarella non si va avanti. Anche nel nostro lavoro. Vede, ogni epoca ha i suoi gap e per la musica non è un momento fantastico, ma un artista ha sempre e comunque le sue sfide da superare - oggi come negli anni d'oro della discografia. La prima per
me è stata X Factor, poi la ghettizzazione del talent show, infine lo sforzo di tirarmene fuori. Ho esordito eseguendo cover di soul e rhythm'n'blues. Il talent mi è servito per capire che posso cantare con la stessa forza anche in italiano".
Suonano alla porta, è la signora dell'agenzia immobiliare che è venuta con una proposta
d'acquisto. La accoglie Gabriele, che sta preparandosi ad uscire per una jam session al Ronnie Scott's. "La mia vita londinese? Una routine rassicurante", conclude Noemi. "Mi sveglio, porto giù il cane, mi vedo con degli autori, incido provini, incontro produttori. Cerco di cantare
ogni sera, e se non ci riesco mi sbatto per cercare un locale per la sera dopo. Questo è un paese che fa sognare. Che artista sei se smetti di sognare?". E se dovesse fallire? "Mi resta sempre la carta del cinema!".
http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2013/04/20/news/noemi_londra-57056123/?ref=HRERO-1
La cantante racconta la sua vita londinese. "Roma mi stava stretta. Ogni sera canto in un club diverso e non smetto di sognare"
DUE camere e cucina. Una scala ripida che a trascinare su la valigia fa venire il fiatone. Noemi è troppo entusiasta per lamentare la mancanza dell'ascensore. Appena sbucata dalla metro di West Kensignton, con la sorella Arianna che l'ha raggiunta da Roma, si arrampica chiassosa e
allegra fino al secondo piano. La rossa di X Factor, vincitrice morale dell'edizione 2009, fa la pendolare tra Londra e Milano, dove è impegnata come coach (con Carrà, Pelù e Cocciante) nel nuovo talent The Voice of Italy. "Avevo bisogno di aria nuova, di nuove energie. L'Italia è bellissima, ma musicalmente letargica. Volevo incontrare persone, fare progetti, e così siamo partiti. Difficilissimo all'inizio trovare casa, infine eccoci qua", esplode, mentre sistema i bagagli dell'ospite e saluta Gabriele (Greco), il compagno (e bassista) con cui condivide la bohème londinese.
Si sono trasferiti quattro mesi fa, e già si sentono a casa. Lei ha appena tenuto uno showcase a South Kensington nel roof che una volta fu la leggendaria boutique di BiBa: sei pezzi suoi,
uno della popstar britannica Ellie Goulding e I heard it through the grapevine, a ribadire il suo amore per la black music. Lui è in contatto con The Snare, una cooperativa di musicisti ska-jazz di cui fa parte anche l'italiano Salvo Nostrato.
"Ci troviamo benissimo", racconta, "facciamo molte jam session, al Troy Bar, all'Open Mic, al
Ronnie Scott's, che ormai è diventato una colonia italiana. Mario Biondi ci ha suonato una settimana, sold out ogni sera. Spero che nessuno la prenda a male ma il prossimo disco vorrei farlo a Londra". Non è un bel momento per l'Italia, in tutti i sensi, e la fiacca che si batte nella
capitale in fatto di musica dal vivo ha spinto alla fuga la pasionaria del pop. Anche il music business vittima dei bamboccioni? "Siamo fifoni, terrorizzati dalla novità, pigri di fronte ai cambiamenti, preferiamo rimanere nella comfort zone del conosciuto", protesta. "Non mi lamento, ho avuto la possibilità di cantare pezzi bellissimi, firmati da autori egregi come Vasco Rossi, ho duettato con Fiorella Mannoia, ho partecipato al Festival di Sanremo, ma mi piacerebbe tornare dall'Inghilterra (tornerò?) con un album dai suoni modernissimi che sia
lo specchio di me, della mia generazione e di quel che è oggi la musica.
Ho ascoltato il cd di Laura Mvula e sono rimasta affascinata dalla produzione oltre che dalla voce; il brano intitolato She, dove l'elettronica si mischia ai cori africani, è pazzesco. Lei è uno di quei personaggi che riescono a combinare con estrema libertà la musica delle
radici con suoni moderni e radiofonici. Spero di avere la forza di proporre un progetto del genere, correndo dei rischi, perché la mia carriera è praticamente cominciata ieri. Vorrei arrivare dove è arrivato Lorenzo Jovanotti, uno sperimentatore, uno che ama osare e se lo può permettere. Ha fatto scintille a New York. Che sia il momento degli italiani?".
Trentun anni, romana, Veronica Scopelliti in arte Noemi, passione per il canto e il pallino del cinema, non è il tipo di vocalist che si realizza in sala d'incisione. Per una che ambisce a
diventare l'Etta James nostrana l'attività dal vivo è indispensabile. Ma nella capitale la scena è asfittica e gli impresari hanno paura di rischiare, anche con una come lei che in tre anni ha venduto 450mila copie. "Ultimamente quando contattavo il proprietario di un club mi
diceva, quanta gente sei in grado di portare? Capisce? A Londra i musicisti vivono del loro mestiere, da noi invece sono quasi tutti disoccupati. Per me è ancora più difficile. Pensano che ho avuto fortuna solo grazie a X Factor. Ma che scelte avevo? Cos'altro offre la tv? Io
non sono quella di un passaggio in playback e via, mimare la canzone mi mortifica. Qui riesco a vivere di musica, sono affascinata e stupita dalle persone che incontro, dalla passione che mettono nel loro lavoro.
L'Italia è in una fase di panico che gela ogni cosa, anche la creatività. Intendiamoci, non sono venuta con l'idea di spopolare all'estero e di suonare alla Royal Albert Hall, ma solo per mettermi in discussione. Ho conosciuto una giovane cantante di jazz, Marta Capponi,
mi ha detto: "Le mie certezze vacillavano, sono venuta a Londra in cerca di conferme". Questo è esattamente il mio atteggiamento, la mia fuga è una sfida. Qui il livello è altissimo, nei club si esibiscono cantanti di prim'ordine, pensavo non mi prendessero neanche in considerazione.
Invece è successo, ed è una bella soddisfazione. Ho bussato alle porte, come una qualsiasi principiante, e il passaparola è stato formidabile. Lo scambio con musicisti e autori è continuo, proficuo. Ho conosciuto un giovane produttore dubstep, Silkie, che mi ha già proposto degli
arrangiamenti. È bello sentirsi apprezzata".
L'Italia non è poi così lontana. I connazionali la riconoscono, la fermano, le chiedono
l'autografo, si meravigliano di trovarla sulla metro come una qualunque.
Sono studenti o famiglie in vacanza, ma anche ragazzi in fuga, stanchi di far parte di quell'imbarazzante trentanove per cento di disoccupati. A due passi da casa c'è Coffee 4U che fa un ottimo cappuccino in tazzoni da mezzo litro, con tanta schiuma. Infine c'è il contingente dei musicisti italiani, piccolo ma agguerrito. "Ho conosciuto un chitarrista, Antonio Forcione, che vive qui dagli anni Settanta. Lo chiamano il Jimi Hendrix dell'acustica. Mi ha raccontato che a Roma non aveva prospettive di lavoro. A Londra vinse una gara di musicisti di
strada; da lì è iniziato tutto, ha inciso diciassette album. Qui la meritocrazia paga, da noi senza la spintarella non si va avanti. Anche nel nostro lavoro. Vede, ogni epoca ha i suoi gap e per la musica non è un momento fantastico, ma un artista ha sempre e comunque le sue sfide da superare - oggi come negli anni d'oro della discografia. La prima per
me è stata X Factor, poi la ghettizzazione del talent show, infine lo sforzo di tirarmene fuori. Ho esordito eseguendo cover di soul e rhythm'n'blues. Il talent mi è servito per capire che posso cantare con la stessa forza anche in italiano".
Suonano alla porta, è la signora dell'agenzia immobiliare che è venuta con una proposta
d'acquisto. La accoglie Gabriele, che sta preparandosi ad uscire per una jam session al Ronnie Scott's. "La mia vita londinese? Una routine rassicurante", conclude Noemi. "Mi sveglio, porto giù il cane, mi vedo con degli autori, incido provini, incontro produttori. Cerco di cantare
ogni sera, e se non ci riesco mi sbatto per cercare un locale per la sera dopo. Questo è un paese che fa sognare. Che artista sei se smetti di sognare?". E se dovesse fallire? "Mi resta sempre la carta del cinema!".
http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2013/04/20/news/noemi_londra-57056123/?ref=HRERO-1
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Re: Roxy Bar
Jazzbianco ha scritto:Visto l'intervento di Nestore dico qui la mia su Lambert e le cover in generale.
Sarà che io amo il jazz, ma per me una cover, innanzitutto, non deve essere una copia dell'originale. Altrimenti mi ascolto quella e basta.
Una cover è una nuova interpretazione e quindi deve essere eseguita nello stile e con la sensibilità di chi la propone, e deve rispettare il senso del brano.
Par spiegarmi, Sinatra che "sussurra" New York New York, invece di "spararla" come la Minnelli, è comunque piacevole ed interessante. Gualazzi che rilegge musicalmente Luce è un esercizio di stile bellissimo ma sterile, che elimina le atmosfere che il testo proponeva.
Lambert canta benissimo tutte le canzoni che affronta, ma non trovo nelle sue esibizioni niente che possa essere considerata interpretazione. Non c'è niente che Lambert aggiunge ai brani che interpreta, se non lo sfoggio della sua vocalità, motivo per cui preferirò sempre l'originale o, addirittura, qualcuno con meno voce o intonazione ma capace di dare una diversa visione del brano, rispettandone comunque le intenzioni.
Se Marco, interpretando delle cover, incontra delle difficoltà di diversa natura, ed il risultato è discutibile, lo dico e l'ho detto per Starlight ma anche per tutto il concerto di quella sera. Se, anche con delle difficoltà o imperfezioni, il risultato è un'interessante rilettura, come Destra Sinistra a Viareggio, non posso che esserne soddisfatta.
Ma, ripeto, è la mia opinione e ci tenevo a scriverla solo ed esclusivamente perché sono capace di distinguere le diverse qualità di canto, ma poi alla fine, per mia natura, seguo gli artisti e non i cantanti.
non ho più spazio ... non so se è chiaro ma ...
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Re: Roxy Bar
Jazzbianco ha scritto:Visto l'intervento di Nestore dico qui la mia su Lambert e le cover in generale.
Lambert canta benissimo tutte le canzoni che affronta, ma non trovo nelle sue esibizioni niente che possa essere considerata interpretazione. Non c'è niente che Lambert aggiunge ai brani che interpreta, se non lo sfoggio della sua vocalità, motivo per cui preferirò sempre l'originale o, addirittura, qualcuno con meno voce o intonazione ma capace di dare una diversa visione del brano, rispettandone comunque le intenzioni.
e perQuoto.
Ho ascoltato un po' di cose a caso, tra cover durante American Idol e inediti. Sono rimasta impressionata dalla vocalità, è un Mengoni alla decima, pazzesco. Sembra canti qualsiasi cosa con la facilità con cui si canticchia in macchina.
Il punto è che non mi comunica assolutamente NIENTE, pure (o forse soprattutto) quando si mette a strafare, cioè molto spesso. Mi ricorda tanto quei culturisti che ai campionati si spargono d'olio e tirano tutti i muscoli.
Lambert fa così: "sentite che voce ho?"
Sì Lambert, lo sentiamo, ma amico mio, se misuri il canto con il righello sei fuori strada.
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