Poesia altro respiro
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Re: Poesia altro respiro
Poesia in prosa....un altro pappagallo sapiente...
" In quel mentre sentì fischiarsi negli orecchi una gran risata: e voltandosi in su, vide sopra un albero un grosso pappagallo che si spollinava le poche penne che aveva addosso:
- Perchè ridi? - gli domandò Pinocchio con voce bizza
- Rido, perchè nello spollinarmi mi son fatto solletico sotto le ali.
Il burattino non rispose.
Andò alla gora e riempita d'acqua la solita ciabatta, si pose nuovamente ad annaffiare la terra che ricopriva le monete d'oro.
Quand'ecco che un'altra risata , anche più impertinente della prima, si fece sentire
nella solitudine silenziosa di quel campo.
- Insomma, - gridò Pinocchio, arrabbiandosi- si può sapere Pappagallo mal educato, di che cosa ridi ?
- Rido di quei barbagianni, che credono a tutte le scioccherie e che si lasciano trappolare da chi è più furbo di loro.......
- Parli forse di me?
- Sì, parlo di te, povero Pinocchio, di te che sei così dolce di sale, da credere che i denari si possano seminare e raccogliere nei campi, come si seminano i fagioli e le zucche...."
( Epilogo " italiano" : Pinocchio andò difilato al tribunale , per denunziare al giudice i due malandrini, che lo avevano derubato...
Allora il giudice, accennando Pinocchio ai giandarmi, disse loro:
" Quel povero diavolo è stato derubato di quattro monete d'oro : pigliatelo dunque e mettetelo subito in prigione ! ")
" In quel mentre sentì fischiarsi negli orecchi una gran risata: e voltandosi in su, vide sopra un albero un grosso pappagallo che si spollinava le poche penne che aveva addosso:
- Perchè ridi? - gli domandò Pinocchio con voce bizza
- Rido, perchè nello spollinarmi mi son fatto solletico sotto le ali.
Il burattino non rispose.
Andò alla gora e riempita d'acqua la solita ciabatta, si pose nuovamente ad annaffiare la terra che ricopriva le monete d'oro.
Quand'ecco che un'altra risata , anche più impertinente della prima, si fece sentire
nella solitudine silenziosa di quel campo.
- Insomma, - gridò Pinocchio, arrabbiandosi- si può sapere Pappagallo mal educato, di che cosa ridi ?
- Rido di quei barbagianni, che credono a tutte le scioccherie e che si lasciano trappolare da chi è più furbo di loro.......
- Parli forse di me?
- Sì, parlo di te, povero Pinocchio, di te che sei così dolce di sale, da credere che i denari si possano seminare e raccogliere nei campi, come si seminano i fagioli e le zucche...."
( Epilogo " italiano" : Pinocchio andò difilato al tribunale , per denunziare al giudice i due malandrini, che lo avevano derubato...
Allora il giudice, accennando Pinocchio ai giandarmi, disse loro:
" Quel povero diavolo è stato derubato di quattro monete d'oro : pigliatelo dunque e mettetelo subito in prigione ! ")
Levnicolaievic- Parlo parlo parlo
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Re: Poesia altro respiro
ESTATE
C'è un giardino chiaro, fra mura basse,
di erba secca e di luce, che cuoce adagio
la sua terra. È una luce che sa di mare.
Tu respiri quell'erba. Tocchi i capelli
e ne scuoti il ricordo.
Ho veduto cadere
molti frutti, dolci, su un'erba che so,
con un tonfo. Così trasalisci tu pure
al sussulto del sangue. Tu muovi il capo
come intorno accadesse un prodigio d'aria
e il prodigio sei tu. C'è un sapore uguale
nei tuoi occhi e nel caldo ricordo.
Ascolti.
La parole che ascolti ti toccano appena.
Hai nel viso calmo un pensiero chiaro
che ti finge alle spalle la luce del mare.
Hai nel viso un silenzio che preme il cuore
con un tonfo, e ne stilla una pena antica
come il succo dei frutti caduti allora.
Cesare Pavese
C'è un giardino chiaro, fra mura basse,
di erba secca e di luce, che cuoce adagio
la sua terra. È una luce che sa di mare.
Tu respiri quell'erba. Tocchi i capelli
e ne scuoti il ricordo.
Ho veduto cadere
molti frutti, dolci, su un'erba che so,
con un tonfo. Così trasalisci tu pure
al sussulto del sangue. Tu muovi il capo
come intorno accadesse un prodigio d'aria
e il prodigio sei tu. C'è un sapore uguale
nei tuoi occhi e nel caldo ricordo.
Ascolti.
La parole che ascolti ti toccano appena.
Hai nel viso calmo un pensiero chiaro
che ti finge alle spalle la luce del mare.
Hai nel viso un silenzio che preme il cuore
con un tonfo, e ne stilla una pena antica
come il succo dei frutti caduti allora.
Cesare Pavese
Jazzbianco- Admin.
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Re: Poesia altro respiro
Le assenze son significative: quasi come le presenze
ti sei fatta vento
di lontananza marina
silenzio
quando soffi
scendo a chiudermi
nel cuore della terra
per non tremare di ricordi
Fausto Manzoni "Esausto amore " Crocetti Editore
ti sei fatta vento
di lontananza marina
silenzio
quando soffi
scendo a chiudermi
nel cuore della terra
per non tremare di ricordi
Fausto Manzoni "Esausto amore " Crocetti Editore
Levnicolaievic- Parlo parlo parlo
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Re: Poesia altro respiro
... per non tremare di ricordi
Io voglio tremare di ricordi, sono l'unica cosa che possediamo veramente.
Ricordi
Sfoglia i tuoi ricordi
cuci per loro una coperta di stoffa.
Scosta le tende e cambia l'aria.
Sii per loro cordiale, leggero.
Questi ricordi sono tuoi.
Pensaci mentre nuoti
nel mare dei Sargassi della memoria
e l'erba marina crescendo ti cuce la bocca.
Questi ricordi sono tuoi,
non li dimenticherai fino alla fine.
Adam Zagajewski
Io voglio tremare di ricordi, sono l'unica cosa che possediamo veramente.
Ricordi
Sfoglia i tuoi ricordi
cuci per loro una coperta di stoffa.
Scosta le tende e cambia l'aria.
Sii per loro cordiale, leggero.
Questi ricordi sono tuoi.
Pensaci mentre nuoti
nel mare dei Sargassi della memoria
e l'erba marina crescendo ti cuce la bocca.
Questi ricordi sono tuoi,
non li dimenticherai fino alla fine.
Adam Zagajewski
Jazzbianco- Admin.
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Re: Poesia altro respiro
grazie Jazz.....mi sono commossa....
.la condivido ....
.la condivido ....
puparock- Parlo poco ma parlo
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Re: Poesia altro respiro
Bella JAZZ....
Per te e tutti noi..... :sorridi:
In qualche luogo i sogni diventeranno realtà.
C’è un lago solitario
illuminato dalla luna per me e per te
come nessuno per noi soli.
Lí la scura bianca vela spiegata
in un vago vento non sentito
guiderà la nostra vita-sonno
laddove le acque si fondono
in un lido di neri alberi,
dove i boschi sconosciuti vanno incontro
al desiderio del lago di essere di piú
e rendono il sogno completo.
Là ci nasconderemo e svaniremo,
tutti vanamente al confine della luna,
sentendo che ciò di cui siamo fatti
è stato qualche volta musicale.
Fernando Pessoa
Per te e tutti noi..... :sorridi:
In qualche luogo i sogni diventeranno realtà.
C’è un lago solitario
illuminato dalla luna per me e per te
come nessuno per noi soli.
Lí la scura bianca vela spiegata
in un vago vento non sentito
guiderà la nostra vita-sonno
laddove le acque si fondono
in un lido di neri alberi,
dove i boschi sconosciuti vanno incontro
al desiderio del lago di essere di piú
e rendono il sogno completo.
Là ci nasconderemo e svaniremo,
tutti vanamente al confine della luna,
sentendo che ciò di cui siamo fatti
è stato qualche volta musicale.
Fernando Pessoa
cassandra- Parlo parlo parlo
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Re: Poesia altro respiro
Fiori e ricordi
Nel tempo dei narcisi ( E. E. Cummings)
Nel tempo dei narcisi che sanno
che crescere è l'obiettivo del vivere
scordando perchè, ricorda come
nel tempo dei lillà che proclamano
che scopo della veglia è sognare,
ricordalo ( mostra di scordarlo)
nel tempo delle rose ( che qui ed ora
stupiscono il nostro paradiso)
scordandoti il se, ricorda il sì
nel tempo d'ogni cosa dolce oltre
tutto quanto mente può comprendere,
ricorda cerca (scordando trova )
e in un mistero a venire ( quando
dal tempo il tempo ci libererà )
tu ricordati di me, scordandomi.
In time of daffodils
in time of daffodils who know
the goal of living is to grow)
forgetting why, remember how
in time of lilacs who proclaim
the aim of waking is to dream,
remembere so ( forgetting seem)
in time of roses ( who amaze
our now and here with paradise)
forgetting if, remember yes
in time of all sweet things beyond
whatever mind may comprehend,
remember seek ( forgetting find )
and in a mistery to be
( when time from time shall set us free )
forgetting me, remember me .
E. E. Cummings
Nel tempo dei narcisi ( E. E. Cummings)
Nel tempo dei narcisi che sanno
che crescere è l'obiettivo del vivere
scordando perchè, ricorda come
nel tempo dei lillà che proclamano
che scopo della veglia è sognare,
ricordalo ( mostra di scordarlo)
nel tempo delle rose ( che qui ed ora
stupiscono il nostro paradiso)
scordandoti il se, ricorda il sì
nel tempo d'ogni cosa dolce oltre
tutto quanto mente può comprendere,
ricorda cerca (scordando trova )
e in un mistero a venire ( quando
dal tempo il tempo ci libererà )
tu ricordati di me, scordandomi.
In time of daffodils
in time of daffodils who know
the goal of living is to grow)
forgetting why, remember how
in time of lilacs who proclaim
the aim of waking is to dream,
remembere so ( forgetting seem)
in time of roses ( who amaze
our now and here with paradise)
forgetting if, remember yes
in time of all sweet things beyond
whatever mind may comprehend,
remember seek ( forgetting find )
and in a mistery to be
( when time from time shall set us free )
forgetting me, remember me .
E. E. Cummings
Levnicolaievic- Parlo parlo parlo
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Re: Poesia altro respiro
ma ci si può dimenticare di noi stessi
No, non ricordo
No, non ricordo.
Uscita da me stessa ero in te
in un altro tempo
in un altro luogo
dove nulla
getta ombra
e i fiumi si fermano
nella luce.
Erika Burkart
No, non ricordo
No, non ricordo.
Uscita da me stessa ero in te
in un altro tempo
in un altro luogo
dove nulla
getta ombra
e i fiumi si fermano
nella luce.
Erika Burkart
Jazzbianco- Admin.
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Re: Poesia altro respiro
Appunti di volo, III
Dell’allarme pur sempre possibile
ma poco probabile nell’ora
che curva inchina il fianco
a più mitigate speranze di quiete
intendo solo il tremito
di chi mi resta a lato nonostante
anche il sibilo sia poco credibile
così perso in un rigo d’aria sbilenco
e un’alba così finta
e flebile da svanire
nel ventre sterile del grifo.
Soltanto il decollo aumenta i nostri battiti.
Volendo, potremmo, volando, toccarci i gomiti.
da La viandanza (Mondadori 1995)
Dell’allarme pur sempre possibile
ma poco probabile nell’ora
che curva inchina il fianco
a più mitigate speranze di quiete
intendo solo il tremito
di chi mi resta a lato nonostante
anche il sibilo sia poco credibile
così perso in un rigo d’aria sbilenco
e un’alba così finta
e flebile da svanire
nel ventre sterile del grifo.
Soltanto il decollo aumenta i nostri battiti.
Volendo, potremmo, volando, toccarci i gomiti.
da La viandanza (Mondadori 1995)
Jazzbianco- Admin.
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Re: Poesia altro respiro
Grazie Jazz,
dopo avere letto quella che hai postato son andata a leggermi altre poesie di Biancamaria Frabotta così elegante e profonda , pur nelle schegge del suo immaginare....seguirò il tuo consiglio " alato"
dopo avere letto quella che hai postato son andata a leggermi altre poesie di Biancamaria Frabotta così elegante e profonda , pur nelle schegge del suo immaginare....seguirò il tuo consiglio " alato"
Levnicolaievic- Parlo parlo parlo
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Re: Poesia altro respiro
Mi sono accorta ora che non ho scritto il nome dell'autrice, scusate.
Jazzbianco- Admin.
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Re: Poesia altro respiro
L'ADUCAZZIONE
Fijjo, nun ribbartà mmai Tata tua:
Abbada a tté, nnun te fà mmette sotto.
Si cquarchiduno te viè a ddà un cazzotto,
Lì ccallo callo tu ddàjjene dua.
Si ppoi quarcantro porcaccio da ua
Te sce fascessi un po' de predicotto,
Dijje: "De ste raggione io me ne fotto:
Iggnuno penzi a li fattacci sua."
Quanno ggiuchi un bucale a mmorra, o a bboccia,
Bbevi fijjo; e a sta ggente bbuggiarona
Nu ggnene fà rrestà mmanco una goccia.
D'èsse cristiano è ppuro cosa bbona:
Pe cquesto hai da portà ssempre in zaccoccia
Er cortello arrotato e la corona.
Roma, 14 settembre 1830 De Pepp'er tostoone
Giuseppe Gioacchino Belli
Fijjo, nun ribbartà mmai Tata tua:
Abbada a tté, nnun te fà mmette sotto.
Si cquarchiduno te viè a ddà un cazzotto,
Lì ccallo callo tu ddàjjene dua.
Si ppoi quarcantro porcaccio da ua
Te sce fascessi un po' de predicotto,
Dijje: "De ste raggione io me ne fotto:
Iggnuno penzi a li fattacci sua."
Quanno ggiuchi un bucale a mmorra, o a bboccia,
Bbevi fijjo; e a sta ggente bbuggiarona
Nu ggnene fà rrestà mmanco una goccia.
D'èsse cristiano è ppuro cosa bbona:
Pe cquesto hai da portà ssempre in zaccoccia
Er cortello arrotato e la corona.
Roma, 14 settembre 1830 De Pepp'er tostoone
Giuseppe Gioacchino Belli
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Re: Poesia altro respiro
Mattini d'estate...
Un sepalo - petalo - e una spina
Un sepalo - petalo - e una spina
In un comune mattino d'estate -
Una boccetta di Rugiada - Un'Ape o due -
Una Brezza - una capriola fra gli alberi -
Ed io sono una Rosa!
A sepal - petal - and a thorn
A sepal - petal - and a thorn
Upon a common summer's morn -
A flask of Dew - A Bee or two -
A Breeze - a caper in the trees -
And I'm a Rose!
Emily Dickinson , 1858 ( catalogo Johnson n° 19 )
Un sepalo - petalo - e una spina
Un sepalo - petalo - e una spina
In un comune mattino d'estate -
Una boccetta di Rugiada - Un'Ape o due -
Una Brezza - una capriola fra gli alberi -
Ed io sono una Rosa!
A sepal - petal - and a thorn
A sepal - petal - and a thorn
Upon a common summer's morn -
A flask of Dew - A Bee or two -
A Breeze - a caper in the trees -
And I'm a Rose!
Emily Dickinson , 1858 ( catalogo Johnson n° 19 )
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Re: Poesia altro respiro
Il gioco= das Spiel
lo specchio= Das Spiegel
lo specchio= Das Spiegel
Lo scriba di Haiku ( per M. )
Aver occhio
per quell'unica
goccia nella pioggia:
specchio al cosmo,
breve un batter di ciglia,
lungo un'età della terra.
Der Haiku-Schreiber
Den Blick haben
fur den einen
Tropfen im Regen:
Spiegel dem All
einen Auggenblitz Kurz,
eine Erdzeit lang.
Erika Burkart
Aver occhio
per quell'unica
goccia nella pioggia:
specchio al cosmo,
breve un batter di ciglia,
lungo un'età della terra.
Der Haiku-Schreiber
Den Blick haben
fur den einen
Tropfen im Regen:
Spiegel dem All
einen Auggenblitz Kurz,
eine Erdzeit lang.
Erika Burkart
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Re: Poesia altro respiro
Come un haiku
Il garofano e la farfalla
Lento si muove il garofano rosa:
il suo gambo sottile
si piega leggero
curvato dal peso
di una farfalla veloce .
Lento si muove il garofano rosa:
il suo gambo sottile
si piega leggero
curvato dal peso
di una farfalla veloce .
Levnicolaievic- Parlo parlo parlo
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Re: Poesia altro respiro
Per gli ottanta anni di Fernando Bandini
Discorso ai bambini della pianura
" Nell'azzuro dell'alba riconosco
le stelle di una volta, ne ricordo anche il nome.
E ritrovo l'erbosa scorciatoia
che costeggia filari di salici e canali,
fino ala vecchia scuola
dove un tempo ho insegnato. Al mio passaggio
riesplode un frullo d'ali : dai loro folti, tremuli
nascondigli di foglie,
come benigni lemuri che emergano
dai miei anni sepolti, scappano cardellini.
" Abbiamo qui stamane
il poeta Bandini. Ci farà un bel discorso,
forse ci leggerà qualche suo verso.
Un poeta, capite ? Uno che mette in rima
i suoi pensieri e quello che vede ( o forse sogna )"
così mi ha presentato ai suoi scolari
la soave maestra Giustina Falcipieri. "
(to be continued tomorrow )
Discorso ai bambini della pianura
" Nell'azzuro dell'alba riconosco
le stelle di una volta, ne ricordo anche il nome.
E ritrovo l'erbosa scorciatoia
che costeggia filari di salici e canali,
fino ala vecchia scuola
dove un tempo ho insegnato. Al mio passaggio
riesplode un frullo d'ali : dai loro folti, tremuli
nascondigli di foglie,
come benigni lemuri che emergano
dai miei anni sepolti, scappano cardellini.
" Abbiamo qui stamane
il poeta Bandini. Ci farà un bel discorso,
forse ci leggerà qualche suo verso.
Un poeta, capite ? Uno che mette in rima
i suoi pensieri e quello che vede ( o forse sogna )"
così mi ha presentato ai suoi scolari
la soave maestra Giustina Falcipieri. "
(to be continued tomorrow )
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Re: Poesia altro respiro
Discorso ai bambini della pianura ( seconda parte)
Io più che vergogna provo quasi rimorso
a ingannare coi versi tempi di non-speranza.
Fare discorsi poi! E' sempre più difficile
l'arte della persuasio in specie coi bambini.
Di cosa dunque parlerò? Di quanto
ancora ci rimane
della terra, di nevi e primavere
ormai molto lontane.
Comincio dalla neve: nell'aria fredda e pura
degl'inverni cadeva copiosa anche in pianura
come sulle montagne. Investiva i paesi
rapita dentro vortici
di luminosi venti boreali,
cancellava le altane,
accecava finestre ed abbaini.
Di nevi così fitte che gonfiavano i pali
del telegrafo e presto superavano
in altezza i bambini
ne hanno viste soltanto occhi di antiche infanzie,
non ce ne sono più.
Quando, cessato il nembo, neri corvi
calavano planando sull'informe biancore
la pianura sembrava diventata più grande.
Dio, che immense nevate! Somigliavano a quelle
che Brueghel nel Brabante
sfumava in lontananza con un vago orlo blu.
Vi proietto un suo quadro: cosa c'era,
vi chiederete dietro quel confine celeste
che cinge gli orizzonti color perla?
Ragazzi, se sapeste! Fino ai giorni
gelidi della Merla, fino alla Candelora,
dietro c'erano nevi e nevi ancora.
( to be continued )
Io più che vergogna provo quasi rimorso
a ingannare coi versi tempi di non-speranza.
Fare discorsi poi! E' sempre più difficile
l'arte della persuasio in specie coi bambini.
Di cosa dunque parlerò? Di quanto
ancora ci rimane
della terra, di nevi e primavere
ormai molto lontane.
Comincio dalla neve: nell'aria fredda e pura
degl'inverni cadeva copiosa anche in pianura
come sulle montagne. Investiva i paesi
rapita dentro vortici
di luminosi venti boreali,
cancellava le altane,
accecava finestre ed abbaini.
Di nevi così fitte che gonfiavano i pali
del telegrafo e presto superavano
in altezza i bambini
ne hanno viste soltanto occhi di antiche infanzie,
non ce ne sono più.
Quando, cessato il nembo, neri corvi
calavano planando sull'informe biancore
la pianura sembrava diventata più grande.
Dio, che immense nevate! Somigliavano a quelle
che Brueghel nel Brabante
sfumava in lontananza con un vago orlo blu.
Vi proietto un suo quadro: cosa c'era,
vi chiederete dietro quel confine celeste
che cinge gli orizzonti color perla?
Ragazzi, se sapeste! Fino ai giorni
gelidi della Merla, fino alla Candelora,
dietro c'erano nevi e nevi ancora.
( to be continued )
Levnicolaievic- Parlo parlo parlo
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Re: Poesia altro respiro
Discorso ai bambini della pianura ( terza parte )
Il primo segno della primavera
una chiara mattina
era lo stillicidio dei grandi alberi: grosse
gocce sonanti miste a silenziosi bioccoli
di neve sfatta e polvere di brina.
Dimoiava la bianca distesa che faceva
la Padania sorella delle Fiandre
di Brueghel; si scioglieva con le nevi anche il gelo
dei ruscelli e su sponde d'improvviso animate
il sole risvegliava violette e salamandre.
Volete adesso che ve la racconti
la bella storia della salamandra
che se vede nei pressi levarsi una spirale
di fiamme cade in estasi, straluna
gli occhi e a passo di danza
entra nel fuoco senza farsi male ?
" No", rispondete in coro, " Non vogliamo sentirla!".
Naturale! Nessuno di voi ne ha visto una...
Lo so che per la vostra gioia è più che abbastanza
la primavera che vi soffia in viso
dalle finestre aperte ( ahimè, tardiva!il pero
corvino dietro scuola è ancora brullo e inerte),
e che di me pensate:
" Ma da dove mai viene questo grandioso pirla? ".
( The last part... tomorrow )
Il primo segno della primavera
una chiara mattina
era lo stillicidio dei grandi alberi: grosse
gocce sonanti miste a silenziosi bioccoli
di neve sfatta e polvere di brina.
Dimoiava la bianca distesa che faceva
la Padania sorella delle Fiandre
di Brueghel; si scioglieva con le nevi anche il gelo
dei ruscelli e su sponde d'improvviso animate
il sole risvegliava violette e salamandre.
Volete adesso che ve la racconti
la bella storia della salamandra
che se vede nei pressi levarsi una spirale
di fiamme cade in estasi, straluna
gli occhi e a passo di danza
entra nel fuoco senza farsi male ?
" No", rispondete in coro, " Non vogliamo sentirla!".
Naturale! Nessuno di voi ne ha visto una...
Lo so che per la vostra gioia è più che abbastanza
la primavera che vi soffia in viso
dalle finestre aperte ( ahimè, tardiva!il pero
corvino dietro scuola è ancora brullo e inerte),
e che di me pensate:
" Ma da dove mai viene questo grandioso pirla? ".
( The last part... tomorrow )
Levnicolaievic- Parlo parlo parlo
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Re: Poesia altro respiro
Discorso ai bambini della pianura : ultima parte
" vengo da un vecchio mondo che credeva alle fate.
Voi, mia vispa ciurmaglia, prestatemi attenzione:
Se da Ovest arriva il Demagogo
dai grandi denti e dalla voce roca
e proclama che un tempo la pianura
fu dei Celti e che presto noi, loro discendenti,
diventeremo libera nazione
( parla di centomila fucili pronti a scendere
da non so che vallate)
non credete a chi invoca
improbabili origini del sangue e un sacro mito,
e sogna una repubblica di traffici e lucri!
Patrie ce n'è già troppe: rivogliamo la terra
di ieri e il vasto spazio delle sue primavere,
dove senza neppure
un giorno di ritardo come a un segnale dato
dappertutto sbocciavano aeree fioriture,
dove c'era una guerra
musicale fra tordi per conquistarsi un sito
nel folto dei sambuchi.
Ecco il vostro momento é già suonata
la campanella e con lieto clamore
fate ressa all'uscita.
Io vi guardo scappare e vi saluto
e con voi correrei
per campi e cavedagne, ragazzi miei, se avessi
gambe che secondassero il mio cuore
non ancora canuto.
" vengo da un vecchio mondo che credeva alle fate.
Voi, mia vispa ciurmaglia, prestatemi attenzione:
Se da Ovest arriva il Demagogo
dai grandi denti e dalla voce roca
e proclama che un tempo la pianura
fu dei Celti e che presto noi, loro discendenti,
diventeremo libera nazione
( parla di centomila fucili pronti a scendere
da non so che vallate)
non credete a chi invoca
improbabili origini del sangue e un sacro mito,
e sogna una repubblica di traffici e lucri!
Patrie ce n'è già troppe: rivogliamo la terra
di ieri e il vasto spazio delle sue primavere,
dove senza neppure
un giorno di ritardo come a un segnale dato
dappertutto sbocciavano aeree fioriture,
dove c'era una guerra
musicale fra tordi per conquistarsi un sito
nel folto dei sambuchi.
Ecco il vostro momento é già suonata
la campanella e con lieto clamore
fate ressa all'uscita.
Io vi guardo scappare e vi saluto
e con voi correrei
per campi e cavedagne, ragazzi miei, se avessi
gambe che secondassero il mio cuore
non ancora canuto.
Levnicolaievic- Parlo parlo parlo
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Località : Lago Maggiore
Re: Poesia altro respiro
(prima)
In principio il giorno ha la memoria di una farfalla
è l’ostaggio dell’oscurità che muore. Due fiocchi
di viola nel cielo, era un tempo vuoto e gemello
di una clessidra che sa
d’essere due lacrime dallo stesso occhio
che si baciano, due gocce
che non sanno di vivere nella stessa pioggia,
né di trattenere tanta polvere, che soffierà.
Mario De Santis
La polvere nell’acqua, Crocetti Editore 2012
In principio il giorno ha la memoria di una farfalla
è l’ostaggio dell’oscurità che muore. Due fiocchi
di viola nel cielo, era un tempo vuoto e gemello
di una clessidra che sa
d’essere due lacrime dallo stesso occhio
che si baciano, due gocce
che non sanno di vivere nella stessa pioggia,
né di trattenere tanta polvere, che soffierà.
Mario De Santis
La polvere nell’acqua, Crocetti Editore 2012
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Re: Poesia altro respiro
Natura
La forza che spacca il tempo dentro il legno
e trascina le pietre nel mese di marzo
a valle dei torrenti, l’accanimento della materia
alla rovina, a rinascere, lo sforzo della mente
per figurarsi la pioggia innumerevole,
per arginare i silenzi, dove cede
a un limite breve, a un’ombra, dove diventa
nostra, e subito felicità, subito angoscia?
Gian Mario Villalta
Vanità della mente, Arnoldo Mondadori Editore 2011
La forza che spacca il tempo dentro il legno
e trascina le pietre nel mese di marzo
a valle dei torrenti, l’accanimento della materia
alla rovina, a rinascere, lo sforzo della mente
per figurarsi la pioggia innumerevole,
per arginare i silenzi, dove cede
a un limite breve, a un’ombra, dove diventa
nostra, e subito felicità, subito angoscia?
Gian Mario Villalta
Vanità della mente, Arnoldo Mondadori Editore 2011
Jazzbianco- Admin.
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Re: Poesia altro respiro
Settembre
segue un moto fluido e verticale
questo andare su per la collina
di tornante in tornante
verso sera.
Anche gli assassini dicono
che è dolce il vento di settembre:
ci porta in alto tra i cipressi e gli ulivi
e ci difende
fino all'ansa neutrale del balcone
che sotto il cielo grigio chiaro
s'apre di fronte al mare.
Ma ora, nello scuro,
noi siamo ancora in cerca
del tuo aiuto:
ti chiamiamo dal giardino
nascosti, per gioco, dietro il muro.
Enrico Testa
segue un moto fluido e verticale
questo andare su per la collina
di tornante in tornante
verso sera.
Anche gli assassini dicono
che è dolce il vento di settembre:
ci porta in alto tra i cipressi e gli ulivi
e ci difende
fino all'ansa neutrale del balcone
che sotto il cielo grigio chiaro
s'apre di fronte al mare.
Ma ora, nello scuro,
noi siamo ancora in cerca
del tuo aiuto:
ti chiamiamo dal giardino
nascosti, per gioco, dietro il muro.
Enrico Testa
Levnicolaievic- Parlo parlo parlo
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Re: Poesia altro respiro
Su questo mare meraviglioso
Su questo mare meraviglioso
Navigando in silenzio,
Ohé! Pilota, ohé!
Conosci tu la riva
Dove non urlano i marosi -
Dove la tempesta è oltre?
Nel tranquillo ponente
Molte le vele a riposo -
Le ancore salde -
Laggiù ti conduco -
Terra Ohé! Eternità!
A riva finalmente!
On this wondrous sea
Sailing silently,
Ho! Pilot, ho!
Knowest thou the shore
Where no breakers roar -
Where the storm is o'er?
In the peaceful west
Many the sails at rest -
The anchors fast -
Thither I pilot thee -
Land Ho! Eternity!
Ashore at last!
Emily Dickinson (J4 (1853) / F3 (1853)
Su questo mare meraviglioso
Navigando in silenzio,
Ohé! Pilota, ohé!
Conosci tu la riva
Dove non urlano i marosi -
Dove la tempesta è oltre?
Nel tranquillo ponente
Molte le vele a riposo -
Le ancore salde -
Laggiù ti conduco -
Terra Ohé! Eternità!
A riva finalmente!
On this wondrous sea
Sailing silently,
Ho! Pilot, ho!
Knowest thou the shore
Where no breakers roar -
Where the storm is o'er?
In the peaceful west
Many the sails at rest -
The anchors fast -
Thither I pilot thee -
Land Ho! Eternity!
Ashore at last!
Emily Dickinson (J4 (1853) / F3 (1853)
Levnicolaievic- Parlo parlo parlo
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Re: Poesia altro respiro
L'ultima poesia e l'ultima lettera di Federico Garcia Lorca , prima di venire fucilato il 19 agosto del 1936: questi preziosissimi documenti sono venuti alla luce adesso dopo settanta anni e andranno a completare i materiali contenuti nella sua ultima raccolta
" I sonetti dell'amore oscuro"
" Tu non capirai mai quanto ti amo
perchè riposi in me e sei assopito.
Io ti nascondo piangendo, inseguito
dal penetrante ferro di un richiamo.
Come astro o carne, norma che si brama
ormai trafigge il mio cuore ferito
e le parole fosche hanno scarnito
le ali del tuo spirito senz'anima.
La gente che salta nei giardini
spera il tuo corpo, e la mia agonia
su cavalli di luce e verde di crini
Ma continua a dormire, vita mia.
Senti senti il mio sangue rotto sui violini!
Guarda che ancora ci fanno la spia!
" I sonetti dell'amore oscuro"
" Tu non capirai mai quanto ti amo
perchè riposi in me e sei assopito.
Io ti nascondo piangendo, inseguito
dal penetrante ferro di un richiamo.
Come astro o carne, norma che si brama
ormai trafigge il mio cuore ferito
e le parole fosche hanno scarnito
le ali del tuo spirito senz'anima.
La gente che salta nei giardini
spera il tuo corpo, e la mia agonia
su cavalli di luce e verde di crini
Ma continua a dormire, vita mia.
Senti senti il mio sangue rotto sui violini!
Guarda che ancora ci fanno la spia!
Levnicolaievic- Parlo parlo parlo
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